Motto di Bondeno

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Campodolcino-Gualdera-Bondeno
2 h
690
E
Campodolcino-Gualdera-Bondeno-Avero
2 h e 50 min.
740
E
SINTESI. A Campodolcino parcheggiamo alla chiesa parrocchiale di S. Giovanni (m. 1104),torniamo indietro lungo la ss 36 fino a trovare sulla sinistra la partenza segnalata della mulattiera per Gualdera. La mulattiera sale dirittta, a sinistra della valle del torrenet Gualdera, intercetta due volte la carozzabile, poi piega a destra, esce dal bosco ed attraversa un corridoio, passando a sinistra del lago di Gualdera ed intercettando la carozzabile che passa per Gualdera, proseguendo fino a Palù (m. 1464), dove si può salire anche in automobile o in mountain-bike. Proseguiamo su un sentiero (parte a destra di un'aera con diversi tavoli e panche in legno) che sale fra i larici, tagliando più volte la pista (che invece seguono i bikers), congiungendosi con essa appena prima di Bondeno di Dentro (m. 1635). Ignorata la pista che si porta alle baite, stiamo sulla sinistra e continuiamo a seguire la pista principale, passando alti sopra i nuclei di Bondeno di Mezzo (m. 1636) e il cocuzzolo di Bondeno di Fuori (m. 1660). La pista raggiunge, poi, lo svincolo per la cava di Pianello; ignorato anche questo, restiamo sulla sinistra e raggiungiamo la spianata, con ampio parcheggio, del Motto di Bondeno (m. 1786), dove termina l'itinerario di mountain-bike. Il sentiero, segnalato, parte sul limite di sinistra dell'ampio pianoro, entrando in una macchia di larici, per poi uscirne ed attraversare, con diversi saliscendi, alcuni valloncelli (tratti esposti protetti da corrimano). Entriamo poi in un bel bosco di larici e dopo un ultimo tratto in discesa attraversiamo due torrentelli e raggiungiamo il limite settentrionale dell'alpe di Avero (m. 1678)


Gualdera

Saliamo da Chiavenna in valle Spluga e, superata San Giacomo-Filippo, raggiungiamo Campodolcino, parcheggiando l'automobile presso la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista (m. 1104). Ci mettiamo quindi in cammino tornando indietro, cioè procedendo verso valle (sud) sul lato sinistro della strada statale, fino a trovare, alla nostra sinistra, la partenza (segnalata da un cartello che dà Gualdera ad un'ora e 10 minuti e Fraciscio a 45 minuti) di una larga mulattiera che sale ripida verso il monte (est), restando a sinistra del torrente che scende dalla piana di Gualdera. Nel primo tratto saliamo una rampa erbosa delimitata dall'argine del torrente, poi iniziamo a salire su una mulattiera ben scalinata, che non concede respiro, perchè sale diretta, senza svolte, toccando tangenzialmente in un paio di punti la carozzabile Campodolcino-Fraciscio. A quota 1250 metri se ne allontana verso destra, assumendo un andamento meno ripido ed attraversando un corridoio in un bosco di larici, delimitato da due poggi, che ci separano dal nucleo di Mottala (alla nostra sinistra) e dagli orridi salti che precipitano sul fondovalle, alla nostra destra.


Laghetto di Gualdera

Il sentiero ora è meno marcato e procede verso sud, esce dal bosco ed attraversa una sorta di corridoio erboso, tenendo sempre alla sua destra, non lontana, la valletta del torrente di Gualdera. Raggiungiamo così il limite settentrionale dell'ampia spianata di Gualdera, passiamo per uno zapèl (piccola porta fra due cumuli di pietre) ed un ponticello in legno, prima di raggiungere l'incantevole laghetto di Gualdera (m. 1376), passando alla sua sinistra. Il laghetto è circondato dalla Palude del Fieno, che ospita numerose specie protette, animali e vegetali (per questo sul lato opposto è stata realizzata una passerella in legno sulla quale camminare senza danneggiarle).
Subito dopo intercettiamo la carozzabile che sale fin qui da Campodolcino (un cartello dà Campodolcino, nella direzione dalla quale siamo saliti, a 40 minuti) e la seguiamo verso sud. Un tempo qui, a dar retta all'etimo germanico (da "guald" o "guald", bosco, da cui anche il tedesco "wald"), doveva dominare un bosco di conifere, dal quale l'opera dell'uomo ha faticosamente ricavato gli spazi per la pastorizia. Oggi questa località è un apprezzato centro di villeggiatira estiva, grazie alla sua favorevole posizione climatica e panoramica (dominiamo con ottimo colpo d'occhio un'ampia sezione delle cime sul versante orientale della Valle Spluga).


Gualdera

Passiamo per la Casa Alpina San Luigi Guanella: siamo nei luoghi profondamente legati al santo, che nacque a Fraciscio, non lontano da qui, e la Casa Alpina, vicina alla baita del nonno, prima abitazione della famiglia Guanella, è a sua volta legata all'apparizione che San Luigi Guanella ebbe della Madonna, il giorno della sua prima comunione. Proseguiamo portandoci alle villette della località Palü (toponimo che indica l'antica presenza di terreno di palude o torboso). Fin qui potremmo salire anche in automobile, e volendo anche proseguire (un cartello segnala il divieto di accesso ai veicoli non autorizzati, ma a Gualdera si può acquistare il pass). Noi preferiamo procedere a piedi. Da Palü la stradella, con fondo sterrato e in cemento, prosegue verso sud, passando per i tre nuclei dell'alpe di Bondeno e terminando all'ampio spiazzo del Motto di Bondeno.
Possiamo seguirla nella salita a piedi, ma è preferibile imboccare il sentiero che se ne stacca sulla sinistra (parte a destra di un'area di sosta con alcuni tavoli e panche in legno, e sale passando accanto ad un masso isolato in un prato con segnavia bianco-rosso). Il sentiero guadagna gradualmente quota con diversi tornanti, in un incantato ed incantevole bosco di larici, tagliando più volte la stradella.


Palü

Tornati sulla stradella, giungiamo al limite del primo nucleo degli alpeggi di Bondeno, Bondeno di Dentro (m. 1625; curiosamente ci si aspetterebbe che l'aggettivo designi il nucleo più vicino, ma è il contrario). "Bondeno" deriva forse da un termine celtico, "bondo", che, come il latino "fundus", designa il campo coltivato. Una pista si stacca sulla destra dalla stradella e raggiunge le baite. Un po' rialzato, nel prato, un crocifisso in legno ne sorveglia l'accesso. L'alpe è collocata su un verdissimo ripiano alto, sospeso fra due abissi, quello della Cresta del Calcagnolo, che vediamo a monte, e quello dell'orrido salto che precipita sul fondovalle della Valle Spluga all'altezza di Vho.


Apri qui una fotomappa della Val Rabbiosa e della Motta


Ignorata la pista che si porta alle baite, stiamo sulla sinistra e continuiamo a seguire la pista principale, passando alti sopra i nuclei di Bondeno di Mezzo (m. 1636) ed il cocuzzolo di Bondeno di Fuori (m. 1660). La pista raggiunge, poi, lo svincolo per la cava di Pianello; ignorato anche questo, restiamo sulla sinistra e raggiungiamo la spianata, con ampio parcheggio, del Motto di Bondeno (m. 1786), dove l'escursione termina, regalando uno splendido scenario panoramico.


Bondeno di Mezzo

Possiamo, però, prolungarla imboccando il marcato e segnalato sentiero per l'alpe d'Avero, che parte sul limite di sinistra dell'ampio pianoro, entrando in una macchia di larici, per poi uscirne ed attraversare, con diversi saliscendi, alcuni valloncelli (tratti esposti protetti da corrimano). Superato il Crot de la Meràas, grande masso-ricovero che, come recita un cartello, costituisce “luogo di sosta e di riflessione per uomini e capre”, entriamo in un bel bosco di larici e passiamo sopra una fontanella. Un ultimo tratto in discesa porta ad attraversare due torrentelli ed a raggiungere il limite settentrionale dell'alpe di Avero (m. 1678), dopo circa due ore di cammino.


Pista per il Motto di Bondeno

CARTE DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

GALLERIA DI IMMAGINI

     

Mappa del percorso - particolare della carta tavola elaborata da Regione Lombardia e CAI (copyright 2006) e disponibile per il download dal sito di CHARTA ITINERUM - Alpi senza frontiere

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