Passo di Niemet (o Emet) e pizzo di Emet

Il pizzo Emet (chiamato Timùn sulle carte svizzere) è la più alta elevazione della lunga dorsale che separa la Val di Lei, ad est, dall'elvetica Val di Niemet e l'italiana Val Scalcoggia, ad ovest. Si tratta di una cima molto ambita e frequentata da alpinisti che in genere si appoggiano al vicino rifugio Bertacchi, ma la sua salita propone un passaggio delicato, che supera le capacità dell'escursionista, per quanto esperto. A titolo di consolazione questi può programmare, in 3 o 4 giorni, una bella escursione ad anello che vi gira attorno, toccando scenari e paesaggi davvero molto belli ed in parte inusuali. In 4 giorni con tutta la calma del caso ma anche in 3, riunendo in una sola giornata, se ben allenati, le prime 2 tappe) possiamo, infatti, da Fraciscio salire al rifugio Chiavenna, traversare il passo dell'Angeloga, percorrere l'intera Val di Lei, scendere ad Innerferrera e risalire per l'intera Val Nieme, rientrare in Italia per il passo di Emet, passare per il rifugio Bertacchi e ridiscendere infine a Fraciscio. L'anello non propone difficoltà tecniche e neppure particolari difficoltà di orientamento: richiede solo, ovviamente, un buon allenamento fisico.

ANELLO DEL PIZZO EMET - 3 - RIFUGIO BAITA DEL CAPRIOLO-RIFUGIO BERTACCHI

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Rif. Baita del Capriolo-Innerferrera-Passo di Niemet-Rif. Bertacchi
7 h
830
E

SINTESI. Dal rifugio Baita del Capriolo all'alpe del Crot (m. 1961) proseguiamo verso nord sulla pista sterrata che taglia il versante occidentale della Val di Lei ed in leggera discesa raggiunge le baite dell'alpe Motta (m. 1918), dove lascia il posto ad un marcato sentiero che si immerge in una splendida pecceta scendendo più decisamente, sempre verso nord. Dopo una svolta a destra ed una a sinistra, attraversiamo il confine presso il cippo n. 35, entrando in territorio elvetico ad una quota di circa 1800 metri. Stiamo scendendo sul versente destro della selvaggia Val digl Uors, ma quasi subito superiamo il torrentello da destra a sinistra, proseguendo diritti nella discesa verso nord-nord-ovest. Ci portiamo sul filo di un dosso, poi pieghiamo leggermente a sinistra ed a quota 1740 metri guadiamo da destra a sinistra un ramo secondario del torrente della valle. Subito dopo pieghiamo leggermente a destra e proseguiamo a scendere diritti verso nord. A quota 1600 il sentiero piega a destra (nord-est) e, dopo pochi tornantini, a quota 1560 intercetta la strada della Val Ferreira, che scende alla vicina Innerferrera. Invece di seguirla, però, ci conviene riprendere il sentiero sul lato opposto della strada e seguirlo verso sinistra (nord-ovest). Il sentiero scende in parallelo con la strada, alla sua destra ed a sinistra del Reno di Ferreira (Ragn da Ferreira). Giunti ormai in vista dell'incantevole pease di Innerferrera (m. 1481), passiamo sotto la strada della Val Ferreira e poco più avanti intercettiamo la stradella che sale in Val Niemet, iniziando a percorrerla verso sinistra. Dopo un breve tratto verso ovest, ad un bivio lasciamo a destra una pista che corre ad ovest del Reno e proseguiamo diritti, piegando poi a destra e superando un torrentello. Saliamo ancora per un tratto verso nord-ovest, poi pieghiamo bruscamente a sinistra (sud). Riattraversato il medesimo torrentello, pieghiamo a destra (m. 1600) e subito lo attraversiamo per la terza volta. Saliamo ancora verso nord-ovest e ad un bivio lasciamo a destra la pista che scende a Secs. Proseguiamo ancora diritti verso ovest-nord-ovest, scavalcando il dosso boscoso che si affaccia sulla bassa Val Niemet (Ual da Niemet). A quota 1775 pieghiamo a sinistra e saliamo gradualmente verso sud-ovest, attraversando a quota 1804 il torrentello dell’Ava Nera. Ci portiamo poi in piano alla riva del torrente Niemet, che seguiamo per breve tratto, fino al Punt da la Muttala (m. 1823). Non passiamo però sul lato opposto della valle, ma lasciamo il ponte alla nostra destra e proseguiamo diritti quasi in piano verso sud-sud-ovest, seguendo il torrente alla nostra destra. Guadagniamo quota solo molto gradualmente, passiamo a sinistra del cocuzzolo quotato 1891 e, procedendo sempre nei pressi del torrente raggiungiamo il ponte di quota 1899. Ci portiamo da sinistra a destra del torrente e siamo subito alle baite dell’alpe Niemet. Qui ignoriamo il sentiero che sale verso destra e proseguiamo verso sud-ovest, seguendo il bordo di destra della piana dell’alpe e superando tre piccoli corsi d’acqua. La pista termina e lascia il posto ad un marcato sentiero. Proseguiamo salendo gradualmente, un po’ alti rispetto al torrente Niemet alla nostra sinistra. A quota 1971 superiamo su un ponte il torrente della Val Ursaregls e guadagniamo quota fino a 2053 m. Qui ci raggiunge scendendo da destra il sentierino della Val Ursaregls. Proseguiamo diritti passando a ridosso di alcuni roccioni, poi in leggera discesa passiamo per la Cuort Viglia. Superato un dosso con roccette, scendiamo di nuovo alla riva del torrente e raggiungiamo il pianoro acquitrinoso dell’alp Sura (m. 2131). Attraversiamo il pianoro verso sud, poi piegando leggermente a sinistra cominciamo a risalire l’ampio corridoio erboso che ci porta al passo di Niemet (o Emet, m. 2295), dove troviamo cippo di confine n. 4. Scendiamo ora in territorio italiano sul sentiero che dopo un breve tratto piega a destra e prosegue nella discesa fra facili balze erbose verso ovest. In breve giungiamo in vista dell’ampia conca che ospita il lago di Emet (m. 2144). Passiamo a destra del lago e raggiungiamo il rifugio Bertacchi (m. 2168), posto su un dosso erboso in posizione leggermente rialzata rispetto al lago.


La Val Niemet (clicca qui per ingrandire)

La terza parte dell'anello del pizzo Emet coincide in parte con la Via Alpina (R82), che dal territorio elvetico entra in Valle Spluga attraverso il passo di Niemet. Dal rifugio Baita del Capriolo su pista prima, su sentiero poi, su carrozzabile infine si scende ad Innerferrera, in territorio elvetico. Da qui si imbocca la lunga pista (sentiero nell'ultimo tratto) che risale interamente la Val Niemet fino al passo di Niemet (o Emet), oltrepassato il quale con breve discesa si raggiunge il rifugio Bertacchi, dove la tappa termina. Si tratta di un percorso assai poco frequentato, quindi sicuramente gradevole per gli escursionisti che non amano la montagna affollata da frequentatori vocianti.


La pista che porta al rifugio Baita del Capriolo, vista dal versante opposto della Val di Lei

Dal rifugio Baita del Capriolo all'alpe del Crot (m. 1961) proseguiamo verso nord sulla pista sterrata che taglia il versante occidentale della Val di Lei ed in leggera discesa raggiunge le baite dell'alpe Motta (m. 1918), dove lascia il posto ad un marcato sentiero che si immerge in una splendida pecceta scendendo più decisamente, sempre verso nord. Dopo una svolta a destra ed una a sinistra, attraversiamo il confine presso il cippo n. 35, entrando in territorio elvetico ad una quota di circa 1800 metri.
Stiamo scendendo sul versente destro della selvaggia Val digl Uors, ma quasi subito superiamo il torrentello da destra a sinistra, proseguendo diritti nella discesa verso nord-nord-ovest. Ci portiamo sul filo di un dosso, poi pieghiamo leggermente a sinistra ed a quota 1740 metri guadiamo da destra a sinistra un ramo secondario del torrente della valle. Subito dopo pieghiamo leggermente a destra e proseguiamo a scendere diritti verso nord. A quota 1600 il sentiero piega a destra (nord-est) e, dopo pochi tornantini, a quota 1560 intercetta la strada della Val Ferreira, che scende alla vicina Innerferrera. Invece di seguirla, però, ci conviene riprendere il sentiero sul lato opposto della strada e seguirlo verso sinistra (nord-ovest). Il sentiero scende in parallelo con la strada, alla sua destra ed a sinistra del Reno di Ferreira (Ragn da Ferreira). Giunti ormai in vista dell'incantevole pease di Innerferrera (m. 1481), passiamo sotto la strada della Val Ferreira e poco più avanti intercettiamo la stradella che sale in Val Niemet, iniziando a percorrerla verso sinistra.


Innerferrera

Dopo un breve tratto verso ovest, ad un bivio lasciamo a destra una pista che corre ad ovest del Reno e proseguiamo diritti, piegando poi a destra e superando un torrentello. Saliamo ancora per un tratto verso nord-ovest, poi pieghiamo bruscamente a sinistra (sud). Riattraversato il medesimo torrentello, pieghiamo a destra (m. 1600) e subito lo attraversiamo per la terza volta. Saliamo ancora verso nord-ovest e ad un bivio lasciamo a destra la pista che scende a Secs. Proseguiamo ancora diritti verso ovest-nord-ovest, scavalcando il dosso boscoso che si affaccia sulla bassa Val Niemet (Ual da Niemet). A quota 1775 pieghiamo a sinistra e saliamo gradualmente verso sud-ovest, attraversando a quota 1804 il torrentello dell’Ava Nera.


Salendo in Val Niemet

Ci portiamo poi in piano alla riva del torrente Niemet, che seguiamo per breve tratto, fino al Punt da la Muttala (m. 1823). Non passiamo però sul lato opposto della valle, ma lasciamo il ponte alla nostra destra e proseguiamo diritti quasi in piano verso sud-sud-ovest, seguendo il torrente alla nostra destra. Guadagniamo quota solo molto gradualmente, passiamo a sinistra del cocuzzolo quotato 1891 e, procedendo sempre nei pressi del torrente raggiungiamo il ponte di quota 1899. Ci portiamo da sinistra a destra del torrente e siamo subito alle baite dell’alpe Niemet.
Qui ignoriamo il sentiero che sale verso destra e proseguiamo verso sud-ovest, seguendo il bordo di destra della piana dell’alpe e superando tre piccoli corsi d’acqua. La pista termina e lascia il posto ad un marcato sentiero.


Passo di Niemet (o Emet) e pizzo di Emet

Proseguiamo salendo gradualmente, un po’ alti rispetto al torrente Niemet alla nostra sinistra. A quota 1971 superiamo su un ponte il torrente della Val Ursaregls e guadagniamo quota fino a 2053 m. Qui ci raggiunge scendendo da destra il sentierino della Val Ursaregls. Proseguiamo diritti passando a ridosso di alcuni roccioni, poi in leggera discesa passiamo per la Cuort Viglia. Superato un dosso con roccette, scendiamo di nuovo alla riva del torrente e raggiungiamo il pianoro acquitrinoso dell’alp Sura (m. 2131). Attraversiamo il pianoro verso sud, poi piegando leggermente a sinistra cominciamo a risalire l’ampio corridoio erboso che ci porta al passo di Niemet o Emet (m. 2295), dove troviamo cippo di confine n. 4. Il passo fu in passato importante via di transito per armenti, commercianti e pellegrini. Di qui passarono, per esempio, nel Medio Evo quei Walser che dal Vallese si erano mossi per colonizzare le Alpi Centrali, portando, fra l'altro, la tecnica di costruzione detta del "Càrden" e caratterizzata dall'utilizzo di tronchi ad incastro sui lati delle pareti delle baite (ve ne sono diversi esempi in Valle Spluga).
Scendiamo ora in territorio italiano sul sentiero che dopo un breve tratto piega a destra e prosegue nella discesa fra facili balze erbose verso ovest. In breve giungiamo in vista dell’ampia conca che ospita il lago di Emet (m. 2144).


Val Niemet (clicca qui per ingrandire)

Passiamo a destra del lago e raggiungiamo il rifugio Bertacchi, posto su un dosso erboso in posizione leggermente rialzata rispetto al lago. Qui termina la terza giornata dell'anello del pizzo Emet.
Il rifugio Bertacchi (m. 2196) è dal 2011 di proprietà al CAI Valle Spluga (gestore: Daniele Gianera; tel.: 3347769683; sito web: www.rifugi.lombardia.it/sondrio/madesimo/rifugio-bertacchi.html; E-mail: rifugiobertacchi@caivallespluga.it; apertura: 15 giugno a 30 settembre - eventuali aperture parziali in periodi diversi sono da concordare con il gestore-), dedicato al grande poeta chiavennasco Giovanni Bertacchi. Lo raggiungiamo dopo circa un’ora e mezza di cammino (il dislivello approssimativo in salita è di 530 metri).


Il rifugio Bertacchi

La dedica al poeta è legata anche ad una lirica nella quale egli celebrava il rifugio, prima chiamato Capanna d’Emet. La si trova nella raccolta "Il perenne domani" (1929). Eccola:
"CERCANDO L'ALTO - LA CAPANNA DELL'EMET
Entra e riposa. C'è la mensa, il fuoco, il lettuccio, la lampada... Potrai
produr la sera, com'è tuo costume, sotto la luce placida, che veglia
come un'anima al lembo de' ghiacciai. Di sugli Andossi chiederà il pastore:
- Per chi stasera splenderà quel lume?


Il rifugio Bertacchi

Mentre tu dorma, non inoperosa starà la notte. Il cirro che di prima sera vedesti, col suo fiocco lieve,
screziare il sereno all'orizzonte,
crescerà, crescerà da cima a cima coprendo il cielo. E tu domani, all'alba, sospinto l'uscio, incontrerai la neve.
Tutto candido intorno a te! Dai lenti ridossi ai balzi agli ultimi ciglioni, tutto un incanto sul creato alpino! Dimenticati i pascoli, i sentieri; una terra tornata al proprio inverno per rinnovare a te le sue stagioni, e rioffrirti intatto il tuo cammino."


Andossi e rifugio Bertacchi (clicca qui per ingrandire)

Il rifugio, infatti, è stato edificato sul bordo della grande conca glaciale che ospita il lago di Emet, che vediamo alla sua destra. Per illustrarne le caratteristiche, riportiamo le informazioni che ci vengono offerte dal bel volume "Laghi alpini di Valtellina e Valchiavenna", di Riccardo De Bernardi, Ivan Fassin, Rosario Mosello Rosario ed Enrico Pelucchi, edito dal CAI, sez. di Sondrio, nel 1993:
"ll Lago d'Emet è un lago alpino di discrete dimensioni, certamente il più grande della zona, se si escludono quelli artificializzati. È situato in prossimità del Passo d'Emet, al limite estremo di un tratto sospeso della valle Scalcoggia, sotto il quale il torrente compie un salto, concascate e rapide. Si tratta di un lago di sbarramento morenico, come attestano le collinette verso valle: ovviamente le morene hanno occluso il bacino, che era stato precedentemente escavato dal ghiacciaio. La roccia, in gran parte nelle pendici sottostanti micascisto friabile, dal lago verso il passo e le erte montagne circostanti (Piz Timun, Pizzo della Palù, oltre 3000 m) si cambia in gneiss occhiadino, aspro quanto il granito anche se si sbreccia a lastroni e cenge anziché spaccarsi in blocchi multiformi e poi sbriciolarsi, o arrotondarsi.Si tratta di una meta frequente, per la non grande distanza da Madesimo e il bel sentiero che si sviluppa un po' in fondovalle (per un tratto è una strada carreggiabile), poi affronta un'erta salita su uno sperone con vegetazione arbustiva.


Il lago di Emet

È però raggiungibile anche da Montespluga, con minor dislivello, per un interessante percorso che attraversa la testata di una sorta di vallone abbandonato e arriva parimenti alla nota Capanna dell’Emet (cantata anche dal Bertacchi cui ora è intestato il rifugio), che sta proprio su cordoni morenici (ora verdi d'erba). Il lago è di colore nerazzurro, più cupo quando riflette la rossastra parete di un avancorpo del Piz Timun. Già ricordato nelle guide antiche per la pescosità (c'è sempre qualche pescatore), oggi forse è raggiunto per la vastità dei panorami, che spaziano sul lontano crinale divisorio con la Val Mesolcina (il Pizzo Quadro, la Cima di Verchenca, la costiera lineare Monte Bardan-Cima di Barna, e poi il Pizzo Ferrè col suo ghiacciaietto sospeso, via via fino al Tambò, grande massa vagamente piramidale)."


Il lago di Emet (clicca qui per ingrandire)

Molto bello il panorama. Alle spalle degli Andossi si elevano le eleganti cime del versante occidentale della Valle Spluga. Distinguiamo l’affilata cima del pizzo Ferrè (el farée, m. 3103), caratterizzata dal ghiacciaio che ne copre quasi interamente il versante settentrionale (vedrecc’ del farée). Alla sua sinistra, il pizzo dei Piani (o pizzi Piani, m. 3148 e 3158). Procedendo verso sinistra, godiamo di un ottimo colpo d’occhio su Madesimo; alle sue spalle riconosciamo la lunga striscia verde dell’altipiano del Pian dei Cavalli (pian di cavài), incorniciato dal pizzo della Sancia (m. 2861). Alla loro sinistra, infine, il pizzo Quadro (m. 3013). Dopo il quinto tornante dx spunta dagli Andossi, a destra del pizzo Ferrè, anche la massiccia mole del pizzo Tambò (el tambò, m. 3274). Infine, ecco apparire l’intera testata della Val Loga (vallöga) e della Val Schisarolo (sciüsaröö), che congiunge le due cime, e propone la poco pronunciata cima di Val Loga (m. 3004).


Panorama dal sentiero per il rifugio Bertacchi (clicca qui per ingrandire)

CARTE DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo (CNS), che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Anche le carte sopra riportate sono estratti della CNS. Apri qui la carta on-line

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