SANTI (clicca qui per aprire la pagina relativa a questo giorno dal sito www.santiebeati.it):
S. Marcello Papa

PROVERBI

Gran nevàia, gran fenàia (grandi nevicate, abbondante raccolto di fieno - Gerola)
Chi de galina nàs, de galina scàzzega (chi nasce da una gallina, come una gallina razzola)
Se'l fiòca su la fèa, al vèn fo un invèren che 'l fa maravèa
(se nevica quando ancora le foglie sono sugli alberi, vien fuori un inverno sorprendente - Sondalo)
Andùa va int al sul va mìga int al dutùr (dove entra il sole non entra il dottore - Tirano)
Apèna ‘l ciùn l’è chèl che sa göt dòpu mort (solo il maiale lo si gode dopo morto - Tirano)
Cu ‘l témp de néf, se ta pö màngia e béf (quando c'è aria di neve, se puoi mangia e bevi - Tirano)
Al pa' bagnàt cun al südàr da la propia frónt, l'é pü saurìt
(il pane bagnato con il sudore della propria fronte è più saporito - Aprica)
Al Signùr al da l frec’ segónt i pagn (il Signore dà il freddo secondo gli abiti - Villa di Chiavenna)
L'è pedg ün busciard cu ün lädar (è peggio un bugiardo che un ladro - Val Bregaglia)
Li famigli li sa fan e li sa dìsfan (le famiglie si fanno e si disfano - Poschiavo)

VITA DI UNA VOLTA

Dal saggio di Riccardo Scotti sull’evoluzione del clima valtellinese nei secoli XVI-XIX (in aa.vv., “Economia e Società in Valtellina e nei contadi nell’Età moderna”, tomo II, Sondrio, Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, 2007), leggiamo, su alcuni aspetti di quella lunga fase di raffreddamento del clima che durò dalla seconda metà del Cinquecento alla prima metà dell'Ottocento, chiamata Piccola Età Glaciale (PEG):
"Per i decenni che seguono da vicino la "Grande peste", vendemmie a parte dotati di scarse informazioni, le sole fonti valtellinesi non permettono ricostruzioni organiche. Obbligatoria, quindi, l'integrazione delle minime notizie disponibili con quelle provenienti dai territori limitrofi: Valcamonica, Val Bregaglia e Lario soprattutto.
Questa, per comodità, la scansione che si ottiene con riferimento ai caratteri climatici essenziali e agli eventi più ricorrenti di ciascuna fase:
- dalla contrastata, ma prevalentemente calda, primavera del 1630 al 1639: bel tempo e siccità. Le vendemmie hanno luogo, per quel poco che ci è dato sapere, con qualche giorno di anticipo sulla data media del 16 ottobre. L'aridità che regna sull'inverno del 1633 produce, come in altre occasioni, ottimi raccolti. Notevoli anche le ripetute siccità primaverili e/o estive del quadriennio 1634-1637, con esiti meno positivi sui raccolti.
- 1640-1652: molto umido. A partire dal 1640, tutto piogge eccetto le primissime settimane, due violente gelate primaverili (1640 e 1643), estati umide, soprattutto nella seconda parte del decennio (1640, '43,'47, '48, '49, '50), alternanza tra inverni secchi e inverni piovosi, ma generalmente assai miti (molto scarse le precipitazioni nevose a bassa quota). Le nuvole, che per lunghi periodi coprono i cieli valtellinesi, svolgono la loro naturale funzione sull'uva, ritardandone la maturazione. Le date di raccolta ne sono qui fedeli testimoni: con le marginali eccezioni del 1644 (15/10) e del 1652 (16/10), tutte le vendemmie avvengono con ritardo, spesso pronunciato. Nel dodicennio '41-'52 si registra un posticipo medio di ben sei giorni. Quella del '42 (2 novembre), con i suoi 17 giorni di posticipo, è la più tardiva di tutta la PEG! Quella del '47 (28 ottobre) la terza più tardiva del periodo 1623-1797. A intervallare le piogge del decennio interviene la lunghissima fase secca che si protrae dall'autunno del 1644 all'estate del 1645.
1653-1663: su questa fase tacciono le fonti, anche quelle delle valli confinanti, e tacciono le vendemmie. Alcuni eventi alluvionali: 1654, 1659, 1663.
1664-1669: bel tempo. Dopo un 1664 incostante, ed estremo nelle sue manifestazioni climatiche (inverno rigidissimo sino a tutto marzo, primavera siccitosa, estate piovosa), tre vendemmie molto precoci, 1665, '66 e, soprattutto, '69 indicano la prevalenza di fasi secche e ben soleggiate. Così nel 1665, con una lunga siccità che investe la primavera e la prima metà dell'estate, nel 1666, che "fu una bellissima state di caldo di buon tempo con honesta temperanza di pioggia", a produrre una "bella raccolta di ogni sorte"56 e nell'estate povera di tuoni e di granaglie del '69. Naturale il ripetersi della ormai monotona contrapposizione: "vino contro fieno", con quest'ultimo a fare ripetutamente le spese della siccità, ma anche delle primavere (1667) di "cattivissimo tempo, con gran freddo
"

Esorcismi, scongiuri e benedizioni caratterizzavano un tempo l’immaginario popolare, nella convinzione che si trattasse di rimedi potenti contro mali, naturali e soprannaturali, di uomini e bestie. Ecco cosa scrive, in proposito, Tullio Urangia Tazzoli, ne "La contea di Bormio – Vol. III – Le tradizioni popolari” (Anonima Bolis Bergamo, 1935):
“Una forma di esorcismo e scongiuro, che tuttora esiste in qualche parte del Bormiese, è la segnadüra (segnatura). Essa è praticata da specialisti (esorcisti) sulle bestie e sulle persone nei casi, soprattutto, di lussazioni, distorsioni muscolari, volgarmente storte. Anche i cavalli che zoppicano vengono "segnati,, L'esorcista, così ce lo descrive il Longa, a capo scoperto recita alcune orazioni latine, poi prende tre palline di sugna e le mette in un bicchiere di acqua benedetta. Dopo qualche istante ne leva una e, disegnando con essa una croce sulla parte ammalata, recita la seguente scongiura: akua santa, fortifica ko sto balsamo sti kordana (acqua santa fortifica con questo balsamo questi tendini). Poi prende la seconda pallina, disegna una seconda croce e dice: akua vergine etc. come prima. Lo stesso fa con la terza pallina di sugna dicendo akua pura etc.
La bestia sarà guarita dopo altrettanti giorni quanti è stata ammalata. Se l'ammalato è una persona l'esorcista lo esorta ad avere fede e, dopo la segnatura, gli chiede: ésc bon de dir su tre avemarìa a la madóna segonda la mia intenzión? (Sei buono di recitare tre ave marie alla madonna secondo la mia intenzione?) L'esorcista esercita i subì scongiuri gratuitamente lasciando facoltà al beneficato di fare a chi vuole una carità.
Gli esorcisti oggi nel Bormiese non sono più numerosi. Il Longa rammenta di aver conosciuto Bormolini Pietro, Tarkíta, già da noi rammentato. Costui, svelto pronto ed intelligente malgrado i suoi 92 anni, raccontava come avesse imparato a segnare da un bergamasco e parlando usava, spesso, frasi strane: ad esempio chiamava Dio al padrón de la legna.
Segni efficacissimi di scongiuro contro le malie, le malefatte del demonio, delle streghe, stregoni e magét erano ritenuti la corona del rosario ed il segno della croce fatto in luogo e tempo opportuni. Narrasi che una mucca giunta in venerdì presso l'antichissima chiesa di S. Gallo (Valdidentro) si arrestò improvvisamente manifestando segni di terrore. Intrecciate le corna con una corona di rosario la bestia si fece subito tranquilla. L'influenza maligna era, certo, quella delle streghe e stregoni aggirantisi nelle vicinanze! Accenneremo, ancora, a quest'altra leggenda abbastanza carina. Sono ancora le mucche le protagoniste... Parecchi anni fa due mucche aggiogate ad un carro passando per una carrareccia di montagna (già località famosa per tregende) si arrestarono ad un tratto e non fu più possibile mandarle innanzi. Finalmente un bimbo, un innocènt, che seguiva il carro vede uno stregone fermo sulla carrareccia a braccia aperte. Bastò un segno di croce sulle corna perché le mucche quiete e tranquille riprendessero il loro cammino...
Gli scongiuri si facevano valendosi di materie benedette od in nome di morti o di santi. Fra i tanti scongiuri noto alcuni dei più curiosi: La cera benedetta e l'acqua santa. Quando le bestie vanno a pascolare per preservarle da ogni malattia si usa gettare loro addosso un po' di acqua santa o lasciare colare sulla testa qualche goccia di cera benedetta. Valdisotto - Cepina.


I poveri morti.

I pór mòrt ì protegen al best’cíam kontra ògni malór (i poveri morti proteggono il bestiame contro ogni malore) - Valfurva.

I panini di S. Nicolò da Tolentino.

I panin dejt fora in gésa al dí de Sant Nicolò i presérven del mal de góla (i panini distribuiti in chiesa il giorno di S. Nicolò preservano dal male di gola) - varie vallate.

Il sacro cuore di Gesù.

Enka al sakro kòr de Gesù al protéc kóntra ògni mal (anche il sacro cuore di Gesù protegge da ogni male) - varie vallate.

La benedizione degli indemoniati.

Negli anni scorsi nelle vallate, specie in Valfurva, si benedicevano gli indemoniati e gli stregati ricordo di riti e di superstizioni fiorenti come vedemmo nel XVI e XVII secolo. Anche in questo caso il clero locale per togliere la superstizione ha cominciato a rifiutare la benedizione a coloro che sono ancora sostenitori di simili credenze.

La benedizione dei cavalli, muli e somari
.
La benedizione di S. Antonio, comunissima anche in altre regioni, ai cavalli, muli ed asini si esegue ancora sul piazzale della chiesa di S. Antonio o del Crocefisso in Combo frazione di Bormio con grande frequenza di popolo il giorno appunto di S. Antonio (17 gennaio).”

STORIA
-

AMBIENTE

Galli Valerio, Bruno, "Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi", Sondrio, stab. tipografico "Quadrio", 1890:

 

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I PROVERBI SONO IN GRAN PARTE TRATTI DAI SEGUENTI TESTI:

Gaggi, Silvio, "Il volgar eloquio - dialetto malenco", Tipografia Bettini, Sondrio, 2011
Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996)
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003
Pier Antonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996
Pier Antonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999
Pier Antonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Pier Antonio Castellani, "Detti e citazioni della Valdidentro", I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Luigi Godenzi e don Reto Crameri, "Proverbi, modi di dire, filastrocche raccolti a Poschiavo, in particolare nelle sue frazioni", con la collaborazione di alcune classi delle Scuole di Avviamento Pratico, Tip. Menghini, Poschiavo (CH), 1987
Lina Lombardini Rini, "Favole e racconti in dialetto di Valtellina", Edizioni Sandron, Palermo-Roma, 1926
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)


Utilissima anche la consultazione di Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001

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PRINCIPALI TESTI CONSULTATI:

Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
Tullio Urangia Tazzoli, "La contea di Bormio – Vol. III – Le tradizioni popolari”, Anonima Bolis Bergamo, 1935;
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996);
Giuseppina Lombardini, “Leggende e tradizioni valtellinesi”, Sondrio, ed. Mevio Washington, 1925;
Lina Rini Lombardini, “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni”, Sondrio, Ramponi, 1950;
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese 1912, ristampa integrale nel 1967 a Bormio e II ristampa nel 1998 a Bormio a cura di Alpinia Editrice;
Glicerio Longa, "Vocabolario Bormino”, Perugia, Unione Tipografica Cooperativa, 1913;
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – La nascita e l'infanzia” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2000);
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – Fidanzamento e matrimonio” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2004);
Luigi De Bernardi, "Almanacco valtellinese e valchiavennasco", II, Sondrio, 1991;
Giuseppe Napoleone Besta, "Bozzetti Valtellinesi", Bonazzi, Tirano, 1878;
Ercole Bassi, “La Valtellina (Provincia di Sondrio) ”, Milano, Tipografia degli Operai, 1890;
"Ardenno- Strade e contrade", a cura della cooperativa "L'Involt" di Sondrio;
"Castione - Un paese di Valtellina", edito a cura della Biblioteca Comunale di Castione, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Sondrio;
don Domenico Songini, “Storie di Traona – terra buona”, vol. II, Bettini Sondrio, 2004;
don Domenico Songini, “Storia e... storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001;
Scuola primaria di Sirta: calendari 1986 e 1991 (a cura dell'insegnante Liberale Libera);
Luisa Moraschinelli, “Uita d'Abriga cüntada an dal so dialet (agn '40)”;
Giovanni Bianchini e Remo Bracchi, "“Dizionario etimologico dei dialetti della Val di Tartano”, Fondazione Pro Valtellina, IDEVV, 2003;
Rosa Gusmeroli, "Le mie care Selve";
Cirillo Ruffoni, "Ai confini del cielo - la mia infanzia a Gerola", Tipografia Bettini, Sondrio, 2003;
Cirillo Ruffoni, "Chi va e chi resta - Romanzo storico ambientato in bassa Valtellina nel secolo XV", Tipografia Bettini, Sondrio, 2000;
Cirillo Ruffoni, "In nomine Domini - Vita e memorie di un comune della Valtellina nel Trecento", Tipografia Bettini, Sondrio, 1998;
Mario Songini (Diga), "La Val Masino e la sua gente - storia, cronaca e altro", Comune di Val Masino, 2006;
Tarcisio Della Ferrera, "Una volta", Edizione Pro-Loco Comune di Chiuro, 1982;
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003;
Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001;
Associazione Archivio della Memoria di Ponte in Valtellina, "La memoria della cura, la cura della memoria", Alpinia editrice, 2007;
Luisa Moraschinelli, "Come si viveva nei paesi di Valtellina negli anni '40 - l'Aprica", Alpinia editrice, 2000;
Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angelo Dell'Oca, Diego Zoia, "Uomini delle Alpi - Contadini e pastori in Valtellina", Jaca Book, 1982;
Patrizio Del Nero, “Albaredo e la via di San Marco – Storia di una comunità alpina”, Editour, 2001;
Amleto Del Giorgio, "Samolaco ieri e oggi", Chiavenna, 1965;
Ines Busnarda Luzzi, "Case di sassi", II, L'officina del Libro, Sondrio, 1994;
aa.vv. “Mondo popolare in Lombardia – Sondrio e il suo territorio” (Silvana editoriale, 1995) Pierantonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996 Pierantonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999 Pierantonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Pietro Ligari, “Ragionamenti d’agricoltura” (1752), Banca Popolare di Sondrio, Sondrio, 1988
Saveria Masa, “Libro dei miracoli della Madonna di Tirano”, edito a cura dell’Associazione Amici del Santuario della Beata Vergine di Tirano” (Società Storica Valtellinese, Sondrio, 2004)
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Galli Valerio, Bruno, "Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi", Sondrio, stab. tipografico "Quadrio", 1890

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