SANTI (clicca qui per aprire la pagina relativa a questo giorno dal sito www.santiebeati.it):
S. Liberata, Prisca, Priscilla, Leonardo, Beatrice

PROVERBI

Erba febroröla, dòna piazaröla
(erba di febbraio, donna di poco conto: l'erba che spunta a febbraio è ancora poca cosa - Valle di Morbegno)
Un fiö vizià l’è mal levà (un figlio viziato è male educato)
Chi che léva un sul fiö, i léva un manzö (chi alleva un solo figlio, alleva un vitellino)
Chi ga un camp sul i ga un bèl òrt, e chi ga un fiö sul i ga un bèl pòrch
(chi ha un solo campo ha un bell’orto, chi ha un solo figlio ha un bel maiale)
Chìi g’ha cavài g’à travài, chìi g’à péguri i va a pastüra
(chi ha cavalli ha lavoro, chi ha pecore vanno al pascolo - Tirano)
Chìi g’ha cusciénsa nèta fa vìta quéta (chi ha la coscienza pulita fa una vita tranquilla - Tirano)
Al sól da ginér, al manda li fómni a pulér (il sole di gennaio fa male alle donne - Aprica)
Al bèl al fa ben domà in di öc’ (il bello fa bene solo agli occhi - Villa di Chiavenna)
Loda al munt, ma tegnat el plan (loda il monte, ma tieniti il piano - Val Bregaglia)
Aqua, dieta e amùr i guarìssan i dulùr (acqua, dieta e amore guariscono tutti i dolori - Poschiavo)

VITA DI UNA VOLTA

Dal saggio di Riccardo Scotti sull’evoluzione del clima valtellinese nei secoli XVI-XIX (in aa.vv., “Economia e Società in Valtellina e nei contadi nell’Età moderna”, tomo II, Sondrio, Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, 2007), leggiamo, su alcuni aspetti di quella lunga fase di raffreddamento del clima che durò dalla seconda metà del Cinquecento alla prima metà dell'Ottocento, chiamata Piccola Età Glaciale (PEG):
"Con il 1670 si apre una fase climatica fortemente controversa che ci
porta sino al primo decennio del Settecento. È un'altalena senza sosta di estati, una, due o tre a fila, calde a cui l'anno seguito estati fredde; di stagioni piovose, soprattutto nel primo periodo, e di stagioni secche (in particolare a partire dagli anni '90), di inverni rigidi e inverni miti. Le date delle vendemmie, pur non complete, segnalano al meglio tale instabilità...
Basti, a soddisfare questa ipotesi, il calcolo della data media delle vendemmie che, per gli anni tra il 1675 e il 1715, si assesta al 15 ottobre (con un giorno di anticipo sull'intero periodo di riferimento). Ad "aggravare" il risultato, il fatto che almeno altre due vendemmie, 1682 e 1696, non ricomprese nella nostra serie per mancanza di sicuri riferimenti, risultarono certamente molto anticipate.
Tanto vale, allora, ripercorrere questi anni fuori da ogni schema prestabilito, e ricercare, lungo la linea sino ad ora seguita, quegli eventi, o insiemi di eventi, che più di altri emergono a meritare la nostra considerazione'. A partire, fatto obbligato, dalla grande alluvione del 1673 e dai contemporanei diffusi dissesti che interessarono i versanti, dovuti a "ostinati e universali scirocchi". Se a Como le acque giunsero "sino ai gradini dell'altar maggiore del Duomo"' e le terre del lago ebbero a patire le più drammatiche conseguenze, non di meno le dirotte piogge di fine giugno provocarono "grandi rovine ovunque calate dal pendio dei monti". Altre alluvioni, però meno disastrose, toccarono la valle nel 1675, nel 1679 e, più in là, nell'estate del 1689
."

Scrive Rosa Gusmeroli, ne “Le Selve”:
"Il carnevale andava e va ancora dal 17 gennaio al martedì prima delle Ceneri, il sabato successivo preparavamo "un bel zanìbru sècch" (un bel ginepro secco) per fare un gran fuoco, in modo tale che ci vedessero anche dal Piano e questi ci rispondevano con altri bei falò accesi con i "mucch", la parte terminale dei culmi. Con la forca alzavamo i legni infuocati per farli apparire ancora più grandi. Questi atti esasperavano i nostri genitori perchè erano pericolosi e perchè si bruciava inutilmente quella legna che poteva sentire ad accendere il fuoco…
L'arrivo del carnevale era sentito molto in questa piccola comunità. Allora si mascheravano di più i giovani che i bambini. Il travestimento era fatto sempre con abiti vecchi, rotti, rattoppati, più erano malconci e più erano belli, con una maschera più strana possibile in volto per cambiare le sembianze. Era d'obbligo non farsi riconoscere ed attendere che i componenti della famiglia ospitante azzardassero le loro ipotesi, ed intanto si facevano solo dei grandi gesti o si parlava con voce camuffata. Le maschere andavano nelle case o nelle stalle dove le famiglie erano riunite a passare la serata. Il carnevale ha richiamato qui molti giovani che venivano da Selvetta, Siria, Rodolo, Valle, Colonna e Piano. Non so dove si siano recati i giovani di qui. Solo quando venivano riconosciuti si smascheravano e si fermavano a passare la serata.
Le maschere mi fecero sempre un po' paura. Ricordo in particolare una sera che eravamo nella stalla e mi hanno mandato in casa a prendere non so che cosa. Giunta in cima alle scale che dalla stalla portano alla casa di tutta corsa per una fifa boia, mi trovai di fronte ad un fantasma tutto bianco. Urlai come una pazza, accorsero i miei, la maschera si fece riconoscere, era Lino Bulanti, io lo conoscevo bene, normalmente non avevo certo paura di lui, ma lo spavento fu tale che mi durò per un bel po'. Credo di non essere più uscita di sera durante il carnevale. Ho un altro brutto ricordo, riguarda le ultime maschere arrivate in Selva, nel gennaio del '62: proprio quel giorno era morto mio padre. avevano scelto il giorno sbagliato per venirci a trovare, ma erano di Valle e non potevano certo sapere quello che era successo, alla fine si sono scusati. Considerazione: per più volte al giorno ci ripetevano "stai attenta, c'è il diavolo qui. c'è il diavolo là, c'è il maniaco, c'è il mamàu ...e poi alla sera quando volevano farci uscire a prendere qualcosa si arrabbiavano perchè avevamo paura. Uscire di notte era proprio una tragedia oltre che una necessità, visto che i gabinetti erano tutti lontani dalle abitazioni, così successe che una sera alcune signorine avendo urgentemente bisogno di uscire, ma credendo di aver visto una sigaretta accesa fuori dalla porta, pensarono bene di servirsi della scatola delle scarpe di una amica e di gettare il tutto dalla finestra... e dove andò a finire? Il tutto finì nel fùier (nel fine deposito di fogliame) del vicino.
"

STORIA

La comparsa di una cometa, il 18 gennaio 1528, venne interpretata, secondo le credenze del tempo, come segno nefasto, tantopiù che ad essa seguì, per diverse albe, l'apparizione di una stella striata di sangue (almeno così narrano le cronache).

AMBIENTE

Galli Valerio, Bruno, "Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi", Sondrio, stab. tipografico "Quadrio", 1890:


 

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I PROVERBI SONO IN GRAN PARTE TRATTI DAI SEGUENTI TESTI:

Gaggi, Silvio, "Il volgar eloquio - dialetto malenco", Tipografia Bettini, Sondrio, 2011
Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996)
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003
Pier Antonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996
Pier Antonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999
Pier Antonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Pier Antonio Castellani, "Detti e citazioni della Valdidentro", I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Luigi Godenzi e don Reto Crameri, "Proverbi, modi di dire, filastrocche raccolti a Poschiavo, in particolare nelle sue frazioni", con la collaborazione di alcune classi delle Scuole di Avviamento Pratico, Tip. Menghini, Poschiavo (CH), 1987
Lina Lombardini Rini, "Favole e racconti in dialetto di Valtellina", Edizioni Sandron, Palermo-Roma, 1926
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)


Utilissima anche la consultazione di Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001

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PRINCIPALI TESTI CONSULTATI:

Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
Tullio Urangia Tazzoli, "La contea di Bormio – Vol. III – Le tradizioni popolari”, Anonima Bolis Bergamo, 1935;
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996);
Giuseppina Lombardini, “Leggende e tradizioni valtellinesi”, Sondrio, ed. Mevio Washington, 1925;
Lina Rini Lombardini, “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni”, Sondrio, Ramponi, 1950;
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese 1912, ristampa integrale nel 1967 a Bormio e II ristampa nel 1998 a Bormio a cura di Alpinia Editrice;
Glicerio Longa, "Vocabolario Bormino”, Perugia, Unione Tipografica Cooperativa, 1913;
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – La nascita e l'infanzia” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2000);
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – Fidanzamento e matrimonio” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2004);
Luigi De Bernardi, "Almanacco valtellinese e valchiavennasco", II, Sondrio, 1991;
Giuseppe Napoleone Besta, "Bozzetti Valtellinesi", Bonazzi, Tirano, 1878;
Ercole Bassi, “La Valtellina (Provincia di Sondrio) ”, Milano, Tipografia degli Operai, 1890;
"Ardenno- Strade e contrade", a cura della cooperativa "L'Involt" di Sondrio;
"Castione - Un paese di Valtellina", edito a cura della Biblioteca Comunale di Castione, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Sondrio;
don Domenico Songini, “Storie di Traona – terra buona”, vol. II, Bettini Sondrio, 2004;
don Domenico Songini, “Storia e... storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001;
Scuola primaria di Sirta: calendari 1986 e 1991 (a cura dell'insegnante Liberale Libera);
Luisa Moraschinelli, “Uita d'Abriga cüntada an dal so dialet (agn '40)”;
Giovanni Bianchini e Remo Bracchi, "“Dizionario etimologico dei dialetti della Val di Tartano”, Fondazione Pro Valtellina, IDEVV, 2003;
Rosa Gusmeroli, "Le mie care Selve";
Cirillo Ruffoni, "Ai confini del cielo - la mia infanzia a Gerola", Tipografia Bettini, Sondrio, 2003;
Cirillo Ruffoni, "Chi va e chi resta - Romanzo storico ambientato in bassa Valtellina nel secolo XV", Tipografia Bettini, Sondrio, 2000;
Cirillo Ruffoni, "In nomine Domini - Vita e memorie di un comune della Valtellina nel Trecento", Tipografia Bettini, Sondrio, 1998;
Mario Songini (Diga), "La Val Masino e la sua gente - storia, cronaca e altro", Comune di Val Masino, 2006;
Tarcisio Della Ferrera, "Una volta", Edizione Pro-Loco Comune di Chiuro, 1982;
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003;
Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001;
Associazione Archivio della Memoria di Ponte in Valtellina, "La memoria della cura, la cura della memoria", Alpinia editrice, 2007;
Luisa Moraschinelli, "Come si viveva nei paesi di Valtellina negli anni '40 - l'Aprica", Alpinia editrice, 2000;
Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angelo Dell'Oca, Diego Zoia, "Uomini delle Alpi - Contadini e pastori in Valtellina", Jaca Book, 1982;
Patrizio Del Nero, “Albaredo e la via di San Marco – Storia di una comunità alpina”, Editour, 2001;
Amleto Del Giorgio, "Samolaco ieri e oggi", Chiavenna, 1965;
Ines Busnarda Luzzi, "Case di sassi", II, L'officina del Libro, Sondrio, 1994;
aa.vv. “Mondo popolare in Lombardia – Sondrio e il suo territorio” (Silvana editoriale, 1995) Pierantonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996 Pierantonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999 Pierantonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Pietro Ligari, “Ragionamenti d’agricoltura” (1752), Banca Popolare di Sondrio, Sondrio, 1988
Saveria Masa, “Libro dei miracoli della Madonna di Tirano”, edito a cura dell’Associazione Amici del Santuario della Beata Vergine di Tirano” (Società Storica Valtellinese, Sondrio, 2004)
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Galli Valerio, Bruno, "Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi", Sondrio, stab. tipografico "Quadrio", 1890

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