SANTI (clicca qui per aprire la pagina relativa a questo giorno dal sito www.santiebeati.it):
S. Vittorio martire, Giulia, Angelo

PROVERBI

Se i castàgn el fiörés de macc’ va sutt cul sacc, s'el fiörés de giügn, strinc el pügn (se i castagni fioriscono a maggio vai sotto con il sacco, se fioriscono a giugno stringi il pugno, perché ci sarann poche castagne - Ardenno)
Quand che ‘l pürìsna ‘l nas, nuvità che piàs (quando prude il naso, c’è una novità gradevole - Ponte)
Quand che ‘l pürìsna ‘l nas, o pügn o bas (quando prude il naso, o pugni o baci - Ponte)
De l’um che ‘l végni prüdénsa ma dela fèmna paziénsa
(dall'uomo venga prudenza, ma dalla donna pazienza - Tirano)
De rus ghe n’è poch e ménu ‘l ga ‘n füss
(di rossi ce ne sono pochi, ma ce ne dovrebbero essere di meno - Tirano)
Sota la scéndra gh'è la bràsa (sotto la cenere c'è brace)
Diu ma guardia da l'öc’ e dal giönöc’ (Dio mi preservi dai mali ad occhio e ginocchio - Poschiavo)
L'e mei süà chi tremulà (meglio sudare che tremare di freddo - Poschiavo)



VITA DI UNA VOLTA

Cosa si mangiava nella Valchiavenna dei secoli scorsi? Guglielmo Scaramellini, nel capitolo “Tradizioni alimentari delle Alpi lombarde, con particolare riferimento alle valli dell’Adda e della Mera” (in aa.vv. “Mondo popolare in Lombardia – Sondrio e il suo territorio”, Silvana editoriale, 1995), ci offre le seguenti informazioni:
“… Lo scrittore tedesco Heinrich Ludwig Lehmann, docente di lingue e letterature romanze a Magdeburgo, … pubblica, nel 1798, un'interessantissima, anche se non sempre chiarissima e del tutto obiettiva, relazione sul Contado di Chiavenna (e sul Bormiese, così come ne aveva già lasciata una sulla Valtellina)…
Una prima informazione concerne il regime alimentare della popolazione rurale («in montagna»): la prima colazione consiste in una «polenta di miglio» o panico, accompagnata da latte; il secondo pasto si differenzia tra l'estate (mascarpa o ricotta, più siero di latte: evidentemente i residui della lavorazione di burro e formaggio sugli alpeggi) e l'inverno (carne salata di capra — la nostra spaléta — con pane di segale); il terzo, quello serale, consiste in farina di mais cotta nel latte (è la classica pult, specie di polenta molto fluida e dolce) o una «pappa di miglio» (presumibilmente la stessa già ricordata, o una analoga, ma meno densa).
Altri piatti, però, sono ricordati, anche al di fuori di questo schema tripartito, il quale, come abbiamo visto, è classico per l'intera nostra area: oltre alla già citata polenta di panìco (ricordata con il termine dialettale di panegata, molto vicino all'effettivo panigàda), ricorda anche quella di mais e di grano saraceno, con una variazione assai interessante, in cui si riconosce la cosiddetta polenta ordinèda o cónscia (tagliata a fette, poste in una scodella o teglia inframmezzate di scaglie di formaggio, e condita con il tradizionale soffritto); i pizzoccheri (detti pazokel), conditi con il formaggio e il solito soffritto; un «pasticcio di castagne» (che può essere, nella pratica più recente, una densa minestra di castagne, oppure una specie di purea fatta di polenta fredda e castagne schiacciate); un non chiaro malnuss, ma che, per la sua preparazione, accomunata a quella dei piatti precedenti («cotti nell'acqua, rosolati col burro, fatti dorare»), nonché per l'assonanza, potrebbe non essere altro che gli attuali malans bregagliotti di cui parla R. Bracchi, e corrispondenti ai chiavennaschi melónz (voce più propriamente della val S. Giacomo: ha forse sostituito un altro termine, allora diffuso, su un'area più vasta, come maltíns?), consistenti in farina gialla dapprima tostata col burro, e poi mescolata col latte caldo.
Tra le minestre, ricorda una «buona minestra di cavoli e riso, con un po' di burro soffritto». Le verdure preferite appaiono fagioli, piselli, rape bianche; i cavoli acidi (o i «crauti»?) sono considerati una leccornia. Il pane è nero e misto, fatto di avena, miglio, mais, segale. Molto interessanti sono anche le notizie sui preparati a base di carne: preso atto che la carne fresca è scarsamente utilizzata (capra e agnello soltanto un paio di volte l'anno; vitello, suino e manzo soltanto raramente), egli ci dà, sommariamente, il procedimento di preparazione dei salumi: ricorda il bagno di acqua salata in cui queste carni vengono immerse (salamoia, qui riportata come salamura), l'essiccazione (che avviene nel sottotetto, lo «spazzacà»), la sistemazione (conservazione?) in recipienti di legno (sadello) con foglie di faggio (è, invece, lauro?). E’ abbastanza riconoscibile, pur tra qualche inesattezza, il procedimento di produzione della brisàola e della carnaséca, caprina o di altroanimale. Ricorda poi la cura nella macellazione dei suini e gli insaccati (salami e salzizi) che ne derivano.
A proposito del Chiavennasco, poi, non possiamo tacere un tipo particolarissimo di preparazione dei cibi, retaggio di epoche arcaiche, benché non ricordato da questi autori: la cosiddetta cottura alla piòta, una lastra di pietra scistosa, scaldata direttamente sul fuoco, sulla quale vengono cucinati diversi tipi di vivande: carni suine, soprattutto (costaiole e salsicce) data la loro più larga disponibilità, e poi patate ed altro (oggi quasi ogni tipo di cibo: verdura, carne, pesce...). Un tempo, però, doveva essere utilizzata, specie sugli alpeggi, anche per cuocere i farinacei, che spesso non erano fatti fermentare: ne è testimonianza la preparazione di una variante della còca (una specie di sfoglia di farina bianca non lievitata e latte allungato con acqua) o la focaccia tipica di Gordona (fatta con farina bianca, polenta fredda sbriciolata, zucchero, sale, latte, uova, nelle due varianti: tarèda e levèda, o lievitata).
Questo metodo particolare di cottura (ora diffusosi dal Chiavennasco a tutta la provincia ed oltre) si è potuto mantenere finora, senza interruzioni (a differenza della cottura nel «laveggio» o pentola di pietra oliare), per merito dell'ambiente fortemente conservativo (almeno fino a pochi anni orsono) dell'alpeggio, specie di quelli più elevati e meno accessibili, dove le condizioni di vita erano rimaste quelle dei decenni, se non dei secoli passati. Qui la piòta teneva luogo di strumenti culinari non disponibili, e in particolare del forno, di cui mi sembra essere stata, originariamente (anche per le caratteristiche e le tipologie dei cibi con essa preparati), il vero sostituto o forse il lontano progenitore". È per questo che mi pare meriti molta attenzione il procedimento di cottura dei farinacei (con tutti gli accorgimenti tecnici adottati, ad esempio, nella preparazione della citata füghiescia di Gordona, affinché la superficie a contatto con la pietra non bruci, e il resto, invece, cuocia a sufficienza), la cui lavorazione a la piòta parrebbe, a tutta prima, decisamente sconsigliabile. Io stesso ricordo di avere osservato sull'Alpe Lago di Savogno (a quota 2043 e assai faticosamente raggiungibile) nel 1969 — e quindi ben prima che si diffondesse la «moda» di cucinare in questa guisa — la preparazione della còca, che veniva usata a mo' di pane, in alternativa con la polenta.
Un altro ambiente fortemente conservativo di usanze alimentari, ma anche di costumi sociali, che ha permesso la tradizione e poi la diffusione di questo tipo di cottura e di cucina (la cucina a la piòta è, infatti, un tipo di cucina «parallelo» a quello «normale», basato sull'uso di pentole e padelle, e da questo assai diverso), è un'altra «istituzione», per così dire, chiavennasca: il crotto. In esso, procedimenti tecnici e comportamenti arcaici si sono conservati senza radicali modificazioni — anzi, coscientemente e ostentatamente — fino al giorno d'oggi, anche in gruppi socio-culturali o in individui del tutto integrati nella società odierna."

STORIA
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AMBIENTE


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I PROVERBI SONO IN GRAN PARTE TRATTI DAI SEGUENTI TESTI:

Gaggi, Silvio, "Il volgar eloquio - dialetto malenco", Tipografia Bettini, Sondrio, 2011
Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996)
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003
Pier Antonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996
Pier Antonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999
Pier Antonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Pier Antonio Castellani, "Detti e citazioni della Valdidentro", I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Luigi Godenzi e don Reto Crameri, "Proverbi, modi di dire, filastrocche raccolti a Poschiavo, in particolare nelle sue frazioni", con la collaborazione di alcune classi delle Scuole di Avviamento Pratico, Tip. Menghini, Poschiavo (CH), 1987
Lina Lombardini Rini, "Favole e racconti in dialetto di Valtellina", Edizioni Sandron, Palermo-Roma, 1926
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)


Utilissima anche la consultazione di Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001

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PRINCIPALI TESTI CONSULTATI:

Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
Tullio Urangia Tazzoli, "La contea di Bormio – Vol. III – Le tradizioni popolari”, Anonima Bolis Bergamo, 1935;
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996);
Giuseppina Lombardini, “Leggende e tradizioni valtellinesi”, Sondrio, ed. Mevio Washington, 1925;
Lina Rini Lombardini, “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni”, Sondrio, Ramponi, 1950;
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese 1912, ristampa integrale nel 1967 a Bormio e II ristampa nel 1998 a Bormio a cura di Alpinia Editrice;
Glicerio Longa, "Vocabolario Bormino”, Perugia, Unione Tipografica Cooperativa, 1913;
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – La nascita e l'infanzia” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2000);
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – Fidanzamento e matrimonio” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2004);
Luigi De Bernardi, "Almanacco valtellinese e valchiavennasco", II, Sondrio, 1991;
Giuseppe Napoleone Besta, "Bozzetti Valtellinesi", Bonazzi, Tirano, 1878;
Ercole Bassi, “La Valtellina (Provincia di Sondrio) ”, Milano, Tipografia degli Operai, 1890;
"Ardenno- Strade e contrade", a cura della cooperativa "L'Involt" di Sondrio;
"Castione - Un paese di Valtellina", edito a cura della Biblioteca Comunale di Castione, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Sondrio;
don Domenico Songini, “Storie di Traona – terra buona”, vol. II, Bettini Sondrio, 2004;
don Domenico Songini, “Storia e... storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001;
Scuola primaria di Sirta: calendari 1986 e 1991 (a cura dell'insegnante Liberale Libera);
Luisa Moraschinelli, “Uita d'Abriga cüntada an dal so dialet (agn '40)”;
Giovanni Bianchini e Remo Bracchi, "“Dizionario etimologico dei dialetti della Val di Tartano”, Fondazione Pro Valtellina, IDEVV, 2003;
Rosa Gusmeroli, "Le mie care Selve";
Cirillo Ruffoni, "Ai confini del cielo - la mia infanzia a Gerola", Tipografia Bettini, Sondrio, 2003;
Cirillo Ruffoni, "Chi va e chi resta - Romanzo storico ambientato in bassa Valtellina nel secolo XV", Tipografia Bettini, Sondrio, 2000;
Cirillo Ruffoni, "In nomine Domini - Vita e memorie di un comune della Valtellina nel Trecento", Tipografia Bettini, Sondrio, 1998;
Mario Songini (Diga), "La Val Masino e la sua gente - storia, cronaca e altro", Comune di Val Masino, 2006;
Tarcisio Della Ferrera, "Una volta", Edizione Pro-Loco Comune di Chiuro, 1982;
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003;
Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001;
Associazione Archivio della Memoria di Ponte in Valtellina, "La memoria della cura, la cura della memoria", Alpinia editrice, 2007;
Luisa Moraschinelli, "Come si viveva nei paesi di Valtellina negli anni '40 - l'Aprica", Alpinia editrice, 2000;
Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angelo Dell'Oca, Diego Zoia, "Uomini delle Alpi - Contadini e pastori in Valtellina", Jaca Book, 1982;
Patrizio Del Nero, “Albaredo e la via di San Marco – Storia di una comunità alpina”, Editour, 2001;
Amleto Del Giorgio, "Samolaco ieri e oggi", Chiavenna, 1965;
Ines Busnarda Luzzi, "Case di sassi", II, L'officina del Libro, Sondrio, 1994;
aa.vv. “Mondo popolare in Lombardia – Sondrio e il suo territorio” (Silvana editoriale, 1995) Pierantonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996 Pierantonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999 Pierantonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Pietro Ligari, “Ragionamenti d’agricoltura” (1752), Banca Popolare di Sondrio, Sondrio, 1988
Saveria Masa, “Libro dei miracoli della Madonna di Tirano”, edito a cura dell’Associazione Amici del Santuario della Beata Vergine di Tirano” (Società Storica Valtellinese, Sondrio, 2004)
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Galli Valerio, Bruno, "Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi", Sondrio, stab. tipografico "Quadrio", 1890

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