SANTI (clicca qui per aprire la pagina relativa a questo giorno dal sito www.santiebeati.it):
S. Bartolomeo apostolo, Michela, Dario

SANTI PATRONI: S. Bartolomeo (Gerola Alta, III domenica d'agosto, Caspano, Bema)

PROVERBI

Per Sant Bartolomée, montagna bèla te làsi dedrée
(per san Bartolomeo, montagna bella ti lascio indietro - Sacco)
Se al fa bèl a san Bartulumé al maruda tuc' i crienté
(se è bel tempo a San Bartolomeo matura il grano saraceno - Grosio)
De sant'Ana l'aqua l'è màna, de la Madòna l'e amò bòna, de San Bartulamée la pò basàm i pée (a sant'Anna l'acqua è manna, alla Madonna è ancora buona, a San Bartolomeo può baciarmi i piedi - Ardenno)
Se i türc i sbarba per San Bartulameé, se fa' türc asée
(se le pannocchie sbarbano per San Bartolomeo, si raccoglierà molto granturco - Ardenno)
San Bartulamée cun la pèl à salée (san Bartolomeo con la pelle sulel spalle - Ardenno)
Pasàt San Bartulumè, al nìgul s'a piü de vardàch dré (dopo san Bartolomeo non si deve più badare alle nuvole, perché non contano più al fine del raccolto - Teglio)
La büràšcä de san Bartolomé l'è mei chi la véni innènz che dre
(la burrasca di s. Bartolomeo è meglio che venga prima che dopo - Villa di Chiavenna)
A San Bartulumé a li niguli guàrdegh piü drö (a san Bartolomeo non curarti più delle nuvole - Poschiavo)
San Bartulume, tre setimàni da bel o néf (San Bartolome, tre settimane di bel tempo e una di neve - Poschiavo)

A san Giuàn tö la cùnca e vàn, a san Bartulumé tö la cùnca e turna indré (a san Giovanni prendi la conca dell’alpeggio e vai, a san Bartolomeo prendi la conca e torna al paese – Montagna)
San Bartulamée i castegn i marüda a tre a tre (a San Bartolomeo le castagne maturano a tre a tre)
Castegn a mügèi se de San Bortolamé i àrboi i fa la sküma al pé
(castagne a mucchi se a San Bartolomeo i castagni fanno la schiuma al piede, cioè se piove – Castello dell'Acqua)
A san Bartulomé i montagni i sta per sé
(a san Bartolomeo la montagna resta sola, perché gli alpeggiatori scendono ai maggenghi – Tirano)
S. Bortolomè pitögn, al pita tót titleögn
(se pioviggina a San Bartolomeo, ci sarà tempo grigio tutto l'autunno - Bormio)
Se al fà bèl a san Bartulumé al fa bèl tut al samichél
(se è bel tempo a San Bartolomeo resta bel tempo fino a San Michele - Grosio)
Pasà San Bartulumè al nìgul s’ha piü de vardàch dré
(passato San Bartolomeo, non dobbiamo più temere il brutto tempo - Teglio)

VITA DI UNA VOLTA

Si celebra oggi la memoria di San Bartolomeo, protettore dei tosatori ed invocato contro l'herpes.

Negli Statuti di Valtellina del 1549 questa giornata, dedicata alla memoria di San Bartolomeo apostolo, era considerata festiva, per cui non vi si poteva svolgere alcuna attività giudiziaria né costringere alcun contratto (art. 131: “che non si renda ragione, et che non si facciano esecutioni de contratti, o distratti, ne li quali si richiede il decreto del Giudice, overo del Consule”).

Nel "Dizionario etimologico grosino" di Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio, leggiamo:
"Bartulumé n.pr.m. Bartolomeo. Se fa bel tempo a s. Bartolomeo (24 agosto), ciò è ritenuto di buon auspicio dai contadini, non solo per la perfetta maturazione del grano saraceno (se al fa bèl a san Bartulumé al maruda tuc' i crienté), ma anche per il buon andamento climatico di tutto l'autunno (se al fà bèl a san Bartulumé al fa bèl tut al samichél). Questa data costituisce il termine ultimo per lo sfalcio del secondo fieno; una ulteriore attesa impoverirebbe il raccolto. Tale data segna anche l'inizio della discesa del bestiame dai pascoli più alti ai maggenghi (a san Bartulumé tulé i digör alti e basi, se ghe n'é, e i muntagni laséli cun Dé). Ora occorre solamente il sole per favorire la maturazione dei frutti e l'acqua è superflua (dòpu san Bartulumé l'aqua l'é bórta pèr lavàs i pé)."

Si celebra oggi la festa parrocchiale di Caspano, uno dei più illustri borghi della bassa Valtellina, posto, in splendida posizione panoramica, sul limite orientale della Costiera dei Cech, a mezza costa (875 m., 225 abitanti, a 2 km da Serone). Scrive Giovanni Guler von Weineck, nell'opera “Rhaetia”, (Zurigo, 1616, versione dal tedesco della sola parte che riguarda la Valtellina e la Valchiavenna di Giustino Renato Orsini, Sondrio, 1959), scrive: “Il grande e rinomato borgo di Caspano… situato com’è a mezzaaltezza fra Dazio e la parte superiore della montagna, gode di una larga vista, così verso la Valtellina inferiore come verso la Valtellina di mezzo; di fronte ha sotto i suoi occhi la ridente piana di Dazio. Questo luogo era in origine abitato da pastori; ma verso il 1250, quando infierivano tremende le lotte fra i Guelfi e i Ghibellini, Domenico Paravicini figlio di Straccia, sopraffatto dal prevalere dei nemici, si rifugiò nella Valtellina con un servo e con tutto il denaro e i tesori che poteva trasportare, arrivando su questi monti che a lui non dispiacquero. E poiché la torre dei Paravicini, sua ordinaria residenza che sorgeva non lungi da Lecco, durante la sua assenza era stata abbattuta dai Ghibellini milanesi e tutti i suoi beni erano stati distrutti, si decise a passare la sua vita quassù, dove, edificandovi un palazzo, diede origine al borgo di Caspano. Dal suo matrimonio egli ebbe nel 1259 un figliuolo che egli chiamò Montanaro… Da Domenico e Montanaro discendono adunque i Paravicini di Caspano, i quali per la benedizione avuta da Dio crebbero a dismisura di numero, propagandosi quassù ed in altri luoghi, così in Valtellina che fuori…
In Caspano risiede parecchia nobiltà: alcuni hanno conseguito il dottorato in entrambe le facoltà, altri sono valenti nella carriera delle armi e nella politica. Durante la stagione estiva, quando avvampa la canicola, così per questo motivo come per l’aria corrotta che esala dalle paludi e dagli altri miasmatici pantani, ipaesi giacenti al basso nella pianura ed in altri luoghi soleggiati cominciano a diventare insalubri. Ma allora la nobiltà e le persone facoltose si trasferiscono quassù in questi luoghi freschi, particolarmente a Caspano, dove l’aria è pura e temperata: ivi poi gentiluomini e gentildonne trascorrono l’estate in svariati onesti passatempi, divertendosi con concerti musicali e con esercizi sportivi sino all’autunno: in cui tornano al piano alle loro ordinarie dimore
”.
Lo storico Enrico Besta aggiunge: “A Caspano, intorno al 1530 presso i Parravicini, Matteo Bandello trova cibi delicati e vini preziosissimi, tratti dai solatii vigneti di Traona e le grasse sue novelle allietavano la nobiltà locale e i mercanti grigioni e svizzeri, nonché i gentiluomini milanesi e comaschi che giovavan per la loro salute dei Bagni del Masino” (citato dalla “Guida Turistica della Provincia di Sondrio”, edita dalla Banca Popolare di Sondrio nel 2000).
Chi entra in paese sul lato occidentale, trova ad accoglierlo il palazzo dei Parravicini, ancora imponente. Poi, in breve, siamo alla piazza, dove fa splendida mostra di sé la chiesa arcipretale di S. Bartolomeo, che si staccò dalla pieve di Ardenno nella prima metà del Trecento e divenne chiesa prepositurale e collegiata nel 1664. Dal suo porticato, che guarda a sud, sostenuto da un imponente muraglione, si gode di un panorama davvero eccellente, soprattutto sulla Val Tartano e la
Val Gerola.
A Caspano, nella seconda metà del cinquecento, la comunità di protestanti assunse dimensioni non insignificanti. Lo storico Cesare Cantù, che scrisse una monografia sul "Sacro Macello di Valtellina" (la sanguinosa insurrezione di alcuni nobili cattolici nel luglio del 1620 che si trasformò in una tragica caccia al protestante), annota, parlando dei seguaci della Riforma protestante e delle loro vicende in Valtellina: "Per le persecuzioni, com è il solito, nessuno si convertì, alcuni dissimulavano le loro opinioni, i più fuggivano là dove potessero trovar pace, negli Svizzeri, fra i Grigioni. E per continuare in luoghi ove il cielo, i costumi, la favella gli avvertisse d'essere ancora in Italia, si ricoveravano nei baliati svizzeri italiani, che oggi sono il Canton Ticino, in Valtellina e massimamente a Chiavenna... Un Parravicini valtellinese fondò una chiesa privata a Caspano nel 1546: ma essendosi trovato un crocifisso fatto a pezzi, il popolo in furore arrestò lui, che al tormento si confessò reo di tal sacrilegio: ma a Coira protestò aver confessato solo per lo spasimo, e se ne accertò autore uno studente... Caspano, il semenzajo della nobiltà valtellinese, abbondava più che altri di evangelici, come essi si intitolavano o di eretici come gl'intitolavano i nostri, ai quali predicava Angelo cappuccino piemontese; Lorenzo Gajo di Soncino minor osservante predicava a Mello, e un cappuccino a Traona... Francesco Calabrese e Girolamo da Mantova predicavano apertamente contro il battesimo dei bambini in Engadina, onde furono espulsi dall'inquisizione protestante, che non era meno intollerante della romana. Camillo Renato spacciò uguali dottrine a Caspano, poi a Chiavenna; e vi costituì una chiesa separata ove s'insegnava che l'anima finisce col corpo, che soli i giusti risorgeranno ma con corpo diverso, che niuna legge naturale impone cosa fare od ommettere, che il decalogo è inutile a coloro che credono, lor legge essendo lo spirito, che il battesimo e la cena son semplici segni di avvenimenti passati, e non portano alcuna grazia particolare o promessa." E, sulle tragiche vicende successive al 19 luglio 1629:
"Andrea Paravicini da Caspano, preso dopo molti giorni, fu messo fra due cataste di legna e minacciato del fuoco se non abjurasse: durando costante, fu arso vivo. E si videro spiriti celesti aleggiargli intorno a raccoglierne lo spirito. Né fu questo il solo prodigio, onde le due parti pretesero che il Cielo ad evidenti segni mostrasse a ciascuna il suo favore. Ignobili affetti presero il velo della religione, e coll'eterna iracondia del povero contro il ricco, contadini e servi piombarono sui loro padroni, i debitori su cui dovevano, i drudi sui cauti mariti."

STORIA
-

AMBIENTE

[Torna in testa alla pagina]

© 2003 - 2024 Massimo Dei Cas | Template design by Andreas Viklund | Best hosted at www.svenskadomaner.se

I PROVERBI SONO IN GRAN PARTE TRATTI DAI SEGUENTI TESTI:

Gaggi, Silvio, "Il volgar eloquio - dialetto malenco", Tipografia Bettini, Sondrio, 2011
Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996)
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003
Pier Antonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996
Pier Antonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999
Pier Antonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Pier Antonio Castellani, "Detti e citazioni della Valdidentro", I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Luigi Godenzi e don Reto Crameri, "Proverbi, modi di dire, filastrocche raccolti a Poschiavo, in particolare nelle sue frazioni", con la collaborazione di alcune classi delle Scuole di Avviamento Pratico, Tip. Menghini, Poschiavo (CH), 1987
Lina Lombardini Rini, "Favole e racconti in dialetto di Valtellina", Edizioni Sandron, Palermo-Roma, 1926
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)


Utilissima anche la consultazione di Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001

[Torna in testa alla pagina]

PRINCIPALI TESTI CONSULTATI:

Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
Tullio Urangia Tazzoli, "La contea di Bormio – Vol. III – Le tradizioni popolari”, Anonima Bolis Bergamo, 1935;
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996);
Giuseppina Lombardini, “Leggende e tradizioni valtellinesi”, Sondrio, ed. Mevio Washington, 1925;
Lina Rini Lombardini, “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni”, Sondrio, Ramponi, 1950;
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese 1912, ristampa integrale nel 1967 a Bormio e II ristampa nel 1998 a Bormio a cura di Alpinia Editrice;
Glicerio Longa, "Vocabolario Bormino”, Perugia, Unione Tipografica Cooperativa, 1913;
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – La nascita e l'infanzia” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2000);
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – Fidanzamento e matrimonio” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2004);
Luigi De Bernardi, "Almanacco valtellinese e valchiavennasco", II, Sondrio, 1991;
Giuseppe Napoleone Besta, "Bozzetti Valtellinesi", Bonazzi, Tirano, 1878;
Ercole Bassi, “La Valtellina (Provincia di Sondrio) ”, Milano, Tipografia degli Operai, 1890;
"Ardenno- Strade e contrade", a cura della cooperativa "L'Involt" di Sondrio;
"Castione - Un paese di Valtellina", edito a cura della Biblioteca Comunale di Castione, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Sondrio;
don Domenico Songini, “Storie di Traona – terra buona”, vol. II, Bettini Sondrio, 2004;
don Domenico Songini, “Storia e... storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001;
Scuola primaria di Sirta: calendari 1986 e 1991 (a cura dell'insegnante Liberale Libera);
Luisa Moraschinelli, “Uita d'Abriga cüntada an dal so dialet (agn '40)”;
Giovanni Bianchini e Remo Bracchi, "“Dizionario etimologico dei dialetti della Val di Tartano”, Fondazione Pro Valtellina, IDEVV, 2003;
Rosa Gusmeroli, "Le mie care Selve";
Cirillo Ruffoni, "Ai confini del cielo - la mia infanzia a Gerola", Tipografia Bettini, Sondrio, 2003;
Cirillo Ruffoni, "Chi va e chi resta - Romanzo storico ambientato in bassa Valtellina nel secolo XV", Tipografia Bettini, Sondrio, 2000;
Cirillo Ruffoni, "In nomine Domini - Vita e memorie di un comune della Valtellina nel Trecento", Tipografia Bettini, Sondrio, 1998;
Mario Songini (Diga), "La Val Masino e la sua gente - storia, cronaca e altro", Comune di Val Masino, 2006;
Tarcisio Della Ferrera, "Una volta", Edizione Pro-Loco Comune di Chiuro, 1982;
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003;
Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001;
Associazione Archivio della Memoria di Ponte in Valtellina, "La memoria della cura, la cura della memoria", Alpinia editrice, 2007;
Luisa Moraschinelli, "Come si viveva nei paesi di Valtellina negli anni '40 - l'Aprica", Alpinia editrice, 2000;
Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angelo Dell'Oca, Diego Zoia, "Uomini delle Alpi - Contadini e pastori in Valtellina", Jaca Book, 1982;
Patrizio Del Nero, “Albaredo e la via di San Marco – Storia di una comunità alpina”, Editour, 2001;
Amleto Del Giorgio, "Samolaco ieri e oggi", Chiavenna, 1965;
Ines Busnarda Luzzi, "Case di sassi", II, L'officina del Libro, Sondrio, 1994;
aa.vv. “Mondo popolare in Lombardia – Sondrio e il suo territorio” (Silvana editoriale, 1995) Pierantonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996 Pierantonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999 Pierantonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Pietro Ligari, “Ragionamenti d’agricoltura” (1752), Banca Popolare di Sondrio, Sondrio, 1988
Saveria Masa, “Libro dei miracoli della Madonna di Tirano”, edito a cura dell’Associazione Amici del Santuario della Beata Vergine di Tirano” (Società Storica Valtellinese, Sondrio, 2004)
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Galli Valerio, Bruno, "Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi", Sondrio, stab. tipografico "Quadrio", 1890

[Torna in testa alla pagina]

La riproduzione della pagina o di sue parti è consentita previa indicazione della fonte e dell'autore
(Massimo Dei Cas, www.paesidivaltellina.it)