SANTI (clicca qui per aprire la pagina relativa a questo giorno dal sito www.santiebeati.it):
Santo Natale

PROVERBI

El vinticìnch de dicémbra, el'dì'Nnatàl, chi ch'è san, ai prega el Signùr che per el nöf an, a-ié tegni luntàn da tücc i mal (il 25 dicembre, giorno di Natale, chi è sano prega il Signore che per il nuovo anno lo tenga lontano da tutti i mali)
Natàl in piàza, Pasqua su la brasca
(Natale in piazza, Pasqua sulla stufa - se a Natale il clima e mite, sarà rigido a Pasqua - Traona)
Natàl coi tö, Pasqua con chi te vö (Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi - Traona)
Natàl a la brasca e Pasqua a la piazza (Natale presso la brace e Pasqua in piazza - Castione)
Al dì Nadèe ognüun al so figulèe (il giorno di Natale ciascuno al suo focolare – Samolaco)
Al dì Nadèe ‘l crés un didèe (il giorno di Natale il giorno cresce di un ditale – Samolaco)
A Natàl ugnùn al so casàl (a Natale ciascuno a casa sua)
Chi no digiuna la nòcc de Natàl, no cugnòs né bén né mal
(chi non digiuna la notte di Natale, non conosce né bene né male)
Al dì nadèe ‘l crés un didèe (il giorno di Natale la giornata si allunga di un ditale – Samolaco)
Nàtal cui fradèi, San Stèfen cui kurtèi (Natale con i fratelli, Santo Stefano con i coltelli - Ardenno)
Natal coi tö, Pasqua con chi te vö (Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi - Traona)
Aügüri sénsa dun i g’à pòca cunsideraziùn (auguri senza doni sono poco apprezzati - Tirano)
Al dí Dinadèe al cress pién un didée, al prüm di l’an un schbadácc d’un gall
(a Natale il giorno cresce di un ditale, a Capodanno dello sbadiglio di un gallo – Samolaco)
Sènsa regài gh’è mìga piasè (senza regali non c'è piacere - Tirano)
Natal al giöch, Pasqua al föch (Natale all'aperto, pasqua al focolare - Poschiavo)
Natal in plàza, Pasqua a la buràsca (Natale in piazza, Pasqua con la burrasca - Poschiavo)
Al dí Dinadée ognintűűn in dal sò frigulée (il giorno di Natale ciascuno a casa sua - Samolaco)
Al nòs Signóor l’é nasüü d’invèrnu, ki gh’á fiöö ghe dàghia guèrnu
(il nostro Signore è nato in inverno, chi ha figli se ne prenda cura - Samolaco)
A Natàl ğbadàc’ de'n gal (a Natale il giorno si allunga dello sbadiglio di un gallo - Villa di Chiavenna)

VITA DI UNA VOLTA

Si credeva che la notte di Natale avesse qualcosa di magico: al primo dei tocchi della mezzanotte, appoggiando l'orecchio alle zolle dei campi si poteva sentire il movimento delle spighe nel cuore della terra. Gli animali nella stalla, poi, parlavano e la punta delle corna dei buoi si illuminava. I biancospini, infine, germogliavano per brevissimo tempo, e per pochi istanti si schiudevano, per poi richiudersi, strani fiori. Il tutto in un'atmosfera di sospensione irreale. Felice anche la sorte di chi nasceva in questa notte: si credeva che le sue ossa, dopo la morte, non si sarebbero mai corrotte, ma si sarebbero conservate intatte fino al giorno del giudizio universale, il giorno della resurrezione dei morti. All'inizio del secolo scorso nell'ossario di S. Nicolò Valfurva si conservavano ancora tre di questi scheletri, intatti, di persone nate appunto nella notte di Natale.

Lina Rini Lombardini, nel bel volumetto “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni” (Sondrio, Ramponi, 1950), scrive:
Bell'alba di Natale, che ci vede tornare alle case talvolta bianchi di neve e con un bianco sogno d'innocenza anche nell'anima. E che bel modo cordiale è quello di chiamare i nostri cibi natalizi pan bon, polenta bona: polenta bona e salametti casalinghi in Sondalo; ben conditi pizzocher in Chiuro...; cibi natalizi di farina una volta, in molti nostri luoghi: era come fondere terra, famiglia Fede; legare il presente al passato, legare al passato quelli che avrebbero poi, nel futuro, continuata la famiglia ...
Una volta la «Stella» dei Re Magi iniziava il suo viaggio nella Notte Santa. A tre o cinque punte, alta su alto bastone, portata da uno dei villerecci Re Magi, fiancheggiata dagli altri due, si muove ancor oggi lentissima al ritmo di ninna-nanna, proprio come un rutilante Ostensorio. Era una volta in Piatta di vetri rossi, gialli e verdi, portata da Re Magi vecchi; pure di vetro era quella di Cepina accompagnata da Re Magi avvolti in ampio mantello di panno casalingo; il priore con la chitarra ne accompagnava il canto: «Tre Re dell'Oriente, per lungo cammino, al nato Bambino, la stella guidò». Avevano in dono del lino in matassa che serviva per la biancheria dell'altare. Una pupa de con nastro azzurro era il dono che una giovane poteva offrire a quello dei Re Magi che le fosse in simpatia; era anzi un sottinteso d'amore (gentilezza tutta di Cepina questa d'affidare ad una pupa un simbolo d'amore). Ai Re Magi si offrono di solito doni casalinghi; a Piatta una volta le manzole e buon vino; entrando in una casa, intonavano una strofetta legata, là dov'era possibile, al nome della più sorridente ragazza che li accoglieva. Si chiamava Maria? I tre iniziavano il canto: «Maria è la prima ad adorare il Bambino». In Premadio, un tempo, (chi sa se ancor oggi), tenevano chiuse le porte, volevano prima sentir cantare. Ma poi, avanti avanti, con quella nostra cordialità montanara che è insieme sorridente e brusca, avanti a «merendare».”

Riportiamo anche alcuni passi da “La contea di Bormio – Vol. III – Le tradizioni popolari”, di Tullio Urangia Tazzoli (Anonima Bolis Bergamo, 1935):
A Natale il giorno si allunga un poco. Di qui il detto: a Sant Nadàl - al pas de un gàt. Se fa bel tempo e poca neve a Natale (cosa non sempre facile nel Bormiese) vuol dire che avremo una Pasqua freddolosa e nevosa, da qui il proverbio: Nadàl in plàza, Paskua su li bràska (Natale in piazza, Pasqua presso la legna che bruciano sul fuoco). Anche la notte di Natale ha le sue tradizioni superstiziose ed i suoi pronostici agricoli.
Dice la tradizione popolare che chi nasce la notte di Natale non si scompone dopo morto: le ossa del suo scheletro restano unite (resten intrék), restano intere sino al giorno del giudizio universale! Nell'ossario di S. Nicolò, la chiesa parrocchiale di Valfurva, sono esposti tuttora tre scheletri che dicesi fossero di persone nate la notte di Natale...: di quale anno?... Se la notte di Natale è oscura si pronostica buona semina e buon raccolto pel lino: Se la nöcc de Nadàl l'è skura semina 'l lin ke la te 'l sigùra (se la notte di Natale è scura semina pure il lino che la notte te lo assicura). In questa ricorrenza festiva si vendevano, come abbiamo ricordato nei secoli passati, al macello comunale le carni del porco del comune: a Natale appositamente scannato e venduto i denari erano destinati a S. Antonio di Scianno.”

Luisa Moraschinelli, nel "Dizionario del dialetto di Aprica", Sondrio, 2010, scrive:
"Natal u denedal Natale. <Natal lè Una da li pü grandi fèsti da l'an>, Natale è una delle più grandi solennità dell'anno. Liturgicamente era preceduto dalla novena che assumeva una atmosfera particolare, anche per l'uscita alla sera dal calduccio della casa o della stalla per assistere alla funzione nella chiesa, non fredda, ma gelida. Il centro della notte di Natale, non era il pranzo, ma la messa di mezzanotte. L'attesa, dopo la frugale cena, era lunga. Per combattere il sonno, si passava da una stalla all'altra fino all'ultima, vicino alla chiesa per immagazzinare più caldo possibile. Del resto si era immersi nella reale atmosfera del natale, fra mucche e pecore, mancava solo l'asinello. E finalmente in chiesa immersi in luci e canti, si dimenticava il freddo e ci mancava poco che non si sentissero e vedessero gli angeli aleggiare. Ma era solo una provvidenziale illusione; il paradiso era lontano e così si ritornava nella stüa calda o nella stalla e fortunati se si trovava un piatto caldo, la mia mamma preparava gli gnocchi di patate, e poi nei gelidi lettucci cercando di stare svegli per sentire il passaggio dell'asino con Gesù bambino, ma arrivava sempre prima il sonno e comunque al risveglio, i doni c'erano nel piatto, anche se... di tempi poveri."

Cirillo Ruffoni, nel romanzo storico "In nomine Domini - Vita e memorie di un comune della Valtellina nel Trecento" (Tipografia Bettini, Sondrio, 1998), ambientato a Gerola, scrive:
Quando arriva la festa di Natale, il paese è nella morsa del gelo. Anche il sole fa una rapida comparsa al mattino, si nasconde subito dietro la montagna di Pic, poi lancia ancora una breve occhiata a Gerola, prima di tramontare dietro l'alpe di Trona. Solamente le frazioni alte possono godere dei raggi del sole qualche ora di più.
La roggia dell'acqua, che attraversa il paese, è coperta di ghiaccio. La ruota del mulino dell'àmeda Beltrama è ferma. Dall'interno si sente un picchettare regolare: il fratello Guarisco ha ribaltato la mola di pietra e la sta lavorando con una martellina leggera, per renderla di nuovo ruvida e quindi efficace nella macinazione. Anche i magli delle fucine tacciono. Dalle case esce una nuvola impercettibile di fumo, che si disperde nell'aria. …

Nel bel volume di Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angelo Dell'Oca, Diego Zoia, "Uomini delle Alpi - Contadini e pastori in Valtellina" (Jaca Book, 1982), leggiamo la seguente testimonianza sulla vita nella comunità contadina di Albaredo per San Marco di un paio di generazioni fa:
A Pasqua e a Natale si andava a prendere una bottiglia di vino; qui nessuno aveva vino in casa a quei tempi. Si beveva acqua e latte. Mi sembra ancora di vederla quella bottiglia di un litro che non si fermava mai sul tavolo, perché tutti c'erano addosso. Poi il primo di luglio e S. Rocco. Anche il formaggio era di quello magro perché gli alpeggi non erano caricati come oggi in società, erano in affitto di privati: per trovare una forma di quello grasso bisognava pagare caro.”

 

 

INTIMO NATALE
25 dicembre del '35

Dal chiuso cielo dell'anima
nevica sulla pensosa
intimità di questa ora pacata.

E' forse l'ora nostalgica
che altrove, a' piedi del monte,
imbianca i tetti della mia borgata?

Vuoto è il presente: a me tornano
sensi di vita lontani:
nevicano memorie entro il mio cuore.

Per qual benigno incantesimo
mi giungon solo ricordi
avvolti in luce di credente amore?

Stamane al primo risveglio,
la consueta campana
più viva inargentò l'aria brumale.

Pace da oriente; un ripalpito
di pive antiche; un vangelo
albeggiante ne' secoli... Natale.

dicembre 1936

(Giovanni Bertacchi)

Dai "Bozzetti Valtellinesi" di Giuseppe Napoleone Besta, Bonazzi, Tirano, 1878
(ristampa anastatica a cura del Centro Tellino di Cultura, Sondrio, 2010):





STORIA
-

AMBIENTE

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I PROVERBI SONO IN GRAN PARTE TRATTI DAI SEGUENTI TESTI:

Gaggi, Silvio, "Il volgar eloquio - dialetto malenco", Tipografia Bettini, Sondrio, 2011
Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996)
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003
Pier Antonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996
Pier Antonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999
Pier Antonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Pier Antonio Castellani, "Detti e citazioni della Valdidentro", I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Luigi Godenzi e don Reto Crameri, "Proverbi, modi di dire, filastrocche raccolti a Poschiavo, in particolare nelle sue frazioni", con la collaborazione di alcune classi delle Scuole di Avviamento Pratico, Tip. Menghini, Poschiavo (CH), 1987
Lina Lombardini Rini, "Favole e racconti in dialetto di Valtellina", Edizioni Sandron, Palermo-Roma, 1926
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)


Utilissima anche la consultazione di Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001

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PRINCIPALI TESTI CONSULTATI:

Laura Valsecchi Pontiggia, “Proverbi di Valtellina e Valchiavenna”, Bissoni editore, Sondrio, 1969
Gabriele Antonioli, Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino" (Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca comunale di Grosio)
Dott. Omero Franceschi, prof.ssa Giuseppina Lombardini, "Costumi e proverbi valtellinesi", Ristampa per l'Archivio del Centro di Studi Alpini di Isolaccia Valdidentro, 2002
Tullio Urangia Tazzoli, "La contea di Bormio – Vol. III – Le tradizioni popolari”, Anonima Bolis Bergamo, 1935;
AA.VV. "A Cà Nossa ai le cünta inscì", a cura della Biblioteca Comunale di Montagna in Valtellina, Piccolo Vocabolario del dialetto di Montagna con detti, proverbi, filastrocche e preghiere di una volta (1993-1996);
Giuseppina Lombardini, “Leggende e tradizioni valtellinesi”, Sondrio, ed. Mevio Washington, 1925;
Lina Rini Lombardini, “In Valtellina - Colori di leggende e tradizioni”, Sondrio, Ramponi, 1950;
Glicerio Longa, "Usi e Costumi del Bormiese”, ed. "Magnifica Terra", Sondrio, Soc. Tipo-litografica Valtellinese 1912, ristampa integrale nel 1967 a Bormio e II ristampa nel 1998 a Bormio a cura di Alpinia Editrice;
Glicerio Longa, "Vocabolario Bormino”, Perugia, Unione Tipografica Cooperativa, 1913;
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – La nascita e l'infanzia” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2000);
Marcello Canclini “Raccolta di tradizioni popolari di Bormio, Valdisotto, Valfurva, Valdidentro e Livigno – Il ciclo della vita – Fidanzamento e matrimonio” (Centro Studi Storici Alta Valtellina, 2004);
Luigi De Bernardi, "Almanacco valtellinese e valchiavennasco", II, Sondrio, 1991;
Giuseppe Napoleone Besta, "Bozzetti Valtellinesi", Bonazzi, Tirano, 1878;
Ercole Bassi, “La Valtellina (Provincia di Sondrio) ”, Milano, Tipografia degli Operai, 1890;
"Ardenno- Strade e contrade", a cura della cooperativa "L'Involt" di Sondrio;
"Castione - Un paese di Valtellina", edito a cura della Biblioteca Comunale di Castione, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Sondrio;
don Domenico Songini, “Storie di Traona – terra buona”, vol. II, Bettini Sondrio, 2004;
don Domenico Songini, “Storia e... storie di Traona – terra buona”, vol. I, Bettini Sondrio, 2001;
Scuola primaria di Sirta: calendari 1986 e 1991 (a cura dell'insegnante Liberale Libera);
Luisa Moraschinelli, “Uita d'Abriga cüntada an dal so dialet (agn '40)”;
Giovanni Bianchini e Remo Bracchi, "“Dizionario etimologico dei dialetti della Val di Tartano”, Fondazione Pro Valtellina, IDEVV, 2003;
Rosa Gusmeroli, "Le mie care Selve";
Cirillo Ruffoni, "Ai confini del cielo - la mia infanzia a Gerola", Tipografia Bettini, Sondrio, 2003;
Cirillo Ruffoni, "Chi va e chi resta - Romanzo storico ambientato in bassa Valtellina nel secolo XV", Tipografia Bettini, Sondrio, 2000;
Cirillo Ruffoni, "In nomine Domini - Vita e memorie di un comune della Valtellina nel Trecento", Tipografia Bettini, Sondrio, 1998;
Mario Songini (Diga), "La Val Masino e la sua gente - storia, cronaca e altro", Comune di Val Masino, 2006;
Tarcisio Della Ferrera, "Una volta", Edizione Pro-Loco Comune di Chiuro, 1982;
"Parla 'me ta mànget - detti, proverbi e curiosità della tradizione comasca, lecchese e valtellinese", edito da La Provincia, 2003;
Massimiliano Gianotti, "Proverbi dialettali di Valtellina e Valchiavenna", Sondrio, 2001;
Associazione Archivio della Memoria di Ponte in Valtellina, "La memoria della cura, la cura della memoria", Alpinia editrice, 2007;
Luisa Moraschinelli, "Come si viveva nei paesi di Valtellina negli anni '40 - l'Aprica", Alpinia editrice, 2000;
Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angelo Dell'Oca, Diego Zoia, "Uomini delle Alpi - Contadini e pastori in Valtellina", Jaca Book, 1982;
Patrizio Del Nero, “Albaredo e la via di San Marco – Storia di una comunità alpina”, Editour, 2001;
Amleto Del Giorgio, "Samolaco ieri e oggi", Chiavenna, 1965;
Ines Busnarda Luzzi, "Case di sassi", II, L'officina del Libro, Sondrio, 1994;
aa.vv. “Mondo popolare in Lombardia – Sondrio e il suo territorio” (Silvana editoriale, 1995) Pierantonio Castellani, “Cento proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1996 Pierantonio Castellani, “Cento nuovi proverbi, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 1999 Pierantonio Castellani, “Cento altri, detti e citazioni di Livigno” I Libri del Cervo, Sondrio, 2000
Cici Bonazzi, “Detti, proverbi, filastrocche, modi di dire in dialetto tiranese”, ed. Museo Etnografico Tiranese, Tirano, 2000
Luisa Moraschinelli, "Dizionario del dialetto di Aprica", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Tarcisio Della Ferrera, Leonardo Della Ferrera (a cura di), "Vocabolario dialettale di Chiuro e Castionetto", Comune di Chiuro ed IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2008 (cfr. anche www.dialettochiuro.org)
Giovanni Giorgetta, Stefano Ghiggi (con profilo del dialetto di Remo Bracchi), "Vocabolario del Dialetto di Villa di Chiavenna", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2010
Luigi Berti, Elisa Branchi (con contributo di Remo Bracchi), "Dizionario tellino", IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca"), Sondrio, 2003
Pietro Ligari, “Ragionamenti d’agricoltura” (1752), Banca Popolare di Sondrio, Sondrio, 1988
Saveria Masa, “Libro dei miracoli della Madonna di Tirano”, edito a cura dell’Associazione Amici del Santuario della Beata Vergine di Tirano” (Società Storica Valtellinese, Sondrio, 2004)
Sergio Scuffi (a cura di), "Nü’n cuštümàva – Vocabolario dialettale di Samolaco", edito nel 2005 dall’Associazione Culturale Biblioteca di Samolaco e dall’Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca. Giacomo Maurizio, "La Val Bargaia", II parte, in "Clavenna" (Bollettino della Società Storica Valchiavennasca), 1970 Gabriele Antonioli e Remo Bracchi, "Dizionario etimologico grosino", Sondrio, 1995, edito a cura della Biblioteca Comunale di Grosio.
Silvana Foppoli Carnevali, Dario Cossi ed altri, “Lingua e cultura del comune di Sondalo” (edito a cura della Biblioteca Comunale di Sondalo)
Serafino Vaninetti, "Sacco - Storia e origini dei personaggi e loro vicissitudini degli usi e costumi nell'Evo", Edizioni Museo Vanseraf Mulino del Dosso, Valgerola, 2003
Sito www.fraciscio.it, dedicato a Fraciscio
Sito www.prolocodipedesina.it, dedicato a Pedesina
Massara, Giuseppe Filippo, "Prodromo della flora valtellinese", Sondrio, Della Cagnoletta, 1834 (ristampa anastatica Arnaldo Forni Editore)
Galli Valerio, Bruno, "Materiali per la fauna dei vertebrati valtellinesi", Sondrio, stab. tipografico "Quadrio", 1890

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