CARTA DEL PERCORSO - GALLERIA DI IMMAGINI


Chiavenna vista dal Belvedere

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Chiavenna-Prosto-Traversata de Monti-uschione-Chiavenna
5 h
1100
E
SINTESI. Raggiunta sulla ss 36 dello Spluga Chiavenna, portiamoci alla seconda rotonda e qui prendiamo a destra, per il passo del Maloja. Prima di uscire da Chiavenna però prendiamo a destra, imboccando la strada che scavalca con un ponte il fiume Mera e si porta nella zona del Castello Balbiani (m. 333). Qui parcheggiamo e ci incamminiamo sulla strada a senso unico (semaforo). Superata una strettoia, proseguiamo per un centinaio di metri fino al cancello di una fabbica dismessa. Percorriamo la stradina che va a destra e porta al piazzale dei Crotti di Poiatengo. Sul limite opposto dello spiazzo inizia il sentiero B8 che sale con qualche svolta ad un prato e passa accanto ad una stalla. Ad un bivio cominciamo a scendere, passando sotto un roccione strapiombante. La successiva graduale discesa ci porta ai Crotti di Prosto, dove mbocchiamo una stradina che segue la riva del fiume Mera e termina alla bella chiesa della B. V. Assunta di Prosto, fondata nel 1605, una delle più importante espressioni del Barocco in Valchiavenna. Prima di giungere alla chiesa passiamo accanto all'elegante porticato dell'Ospitaletto, edificato a partire dal 1684 per sostituire il precedente sepolto dalla tristemente nota frana di Piuro. Ci portiamo alla piazzetta sul lato opposto della chiesa, dove parte una larga mulattiera scalinata (sentiero B8), che dopo un tornante dx porta ad una grotta con la statua della Madonna, ottimo belvedere su Piuro. Lasciamo a destra la piazzola con la grotta e proseguiamo sulla mulattiera che sale in una selva, seguendo il solco della Val Cavri e superando il piccolo corso d'acqua della valle su un ponticello in pietra. Siamo nella Riserva Naturale delle Marmitte dei Giganti e passiamo a lato di alcuni roccioni con incavi tondi levigati, contornati da alcuni pini silvestri. Giunti ad un bivio segnalato da cartelli, lasciamo a destra il sentiero B8 e saliamo verso sinistra, incrociando il segnalato sentiero del Circuito delle Cave. Seguendo le indicazioni per la traversata dei Monti, seguiamo il sentiero B11 che prosegue diritto, poi attraversa il ruscello della Val Cavrì e sale ripido nel bosco, verso sud. Attorno a 700 metri lasciamo alla nostra destra il sentiero del Circuito delle Cave e proseguiamo diritti per un tratto, per poi piegare bruscamente a sinistra (est). Saliamo per qualche decina di metri, poi pieghiamo di nuovo a destra (sud). Dopo una seconda sequenza di svolte a sinistra ed a destra, un ultimo tratto di salita ci fa uscire dal bosco ad un ripiano di prati, dove incrociamo, a 1030 metri circa, la pista della Traversata dei Monti, che giunge fin qui dai maggenghi a monte di Villa di Chiavenna. Seguiamo la pista verso destra, attraversiamo una valletta e proseguiamo in leggera discesa verso sud-ovest, raggiungendo Nesossi, una delle tre frazioni di Uschione. Ci dirigiamo verso la chiesa, presso la quale, nell’ex-canonica, è stato aperto il rifugio Uschione, gestito d’estate. Passando fra le case del paese, volgiamo a destra fino al cartello che segnala la partenza della mulattiera che scende a Chiavenna. Nel primo tratto è un sentiero che scende lungo una fascia di prati, poi entra nel bosco e diventa una splendida mulattiera scalinata che scende nel bosco. Verso sud-ovest. Ci raggiunge da sinistra il sentiero B6 e volgiamo a destra, proseguendo la discesa verso nord, fino a raggiungere la località di Pratogiano a Chiavenna. Da qui proseguiamo portandoci al parcheggio del Castello Balbiani dove recuperiamo l'automobile.

Un'interessante idea per un trekking di impegno medio-elevato ma di sicura soddisfazione e quella dell'anello che da Chiavenna ci porta a Prosto, sale poi ad intercettare la Traversata dei Monti, per poi scendere ad Uschione ed infine di nuovo a Chiavenna.


Chiesa della B. V. Assunta a Prosto

Per farlo raggiungiamo Chiavenna, portiamoci alla seconda rotonda e qui prendiamo a destra, per il passo del Maloja. Prima di uscire da Chiavenna però prendiamo a destra, imboccando la strada che scavalca con un ponte il fiume Mera e si porta nella zona del Castello Balbiani (m. 333). Qui parcheggiamo e ci incamminiamo sulla strada a senso unico (semaforo). Superata una strettoia, proseguiamo per un centinaio di metri fino al cancello di una fabbica dismessa. Percorriamo la stradina che va a destra e porta al piazzale dei Crotti di Poiatengo. Sul limite opposto dello spiazzo inizia il sentiero B8 che sale con qualche svolta ad un prato e passa accanto ad una stalla. Ad un bivio cominciamo a scendere, passando sotto un roccione strapiombante. La successiva graduale discesa ci porta ai Crotti di Prosto, dove mbocchiamo una stradina che segue la riva del fiume Mera e termina alla bella chiesa della B. V. Assunta di Prosto, fondata nel 1605, una delle più importante espressioni del Barocco in Valchiavenna. Prima di giungere alla chiesa passiamo accanto all'elegante porticato dell'Ospitaletto, edificato a partire dal 1684 per sostituire il precedente sepolto dalla tristemente nota frana di Piuro. Ci portiamo alla piazzetta sul lato opposto della chiesa, dove parte una larga mulattiera scalinata (sentiero B8), che dopo un tornante dx porta ad una grotta con la statua della Madonna, ottimo belvedere su Piuro.


Colpo d'occhio su Prosto dal sentiero B8

Lasciamo a destra la piazzola con la grotta e proseguiamo sulla mulattiera che sale in una selva, seguendo il solco della Val Cavri e superando il piccolo corso d'acqua della valle su un ponticello in pietra. Siamo nella Riserva Naturale delle Marmitte dei Giganti e passiamo a lato di alcuni roccioni con incavi tondi levigati, contornati da alcuni pini silvestri. Giunti ad un bivio segnalato da cartelli, lasciamo a destra il sentiero B8 e saliamo verso sinistra, incrociando il segnalato sentiero del Circuito delle Cave.
Seguendo le indicazioni per la traversata dei Monti, seguiamo il sentiero B11 che prosegue diritto, poi attraversa il ruscello della Val Cavrì e sale ripido nel bosco, verso sud. Attorno a 700 metri lasciamo alla nostra destra il sentiero del Circuito delle Cave e proseguiamo diritti per un tratto, per poi piegare bruscamente a sinistra (est). Saliamo per qualche decina di metri, poi pieghiamo di nuovo a destra (sud). Dopo una seconda sequenza di svolte a sinistra ed a destra, un ultimo tratto di salita ci fa uscire dal bosco ad un ripiano di prati, dove incrociamo, a 1030 metri circa, la pista della Traversata dei Monti, che giunge fin qui dai maggenghi a monte di Villa di Chiavenna.
Seguiamo la pista verso destra, attraversiamo una valletta e proseguiamo in leggera discesa verso sud-ovest, raggiungendo Nesossi, una delle tre frazioni di Uschione.


Uschione

Uschióne (üs-ción o, secondo più antica pronuncia, üs-chión) è uno splendido paesino di mezza montagna (830 m), arroccato su un terrazzo che si apre a sud-est di Chiavenna, a monte del ripido versante montuoso di boschi e roccioni di serpentino e pietra ollare (la varietà di serpentino utilizzata per i lavecc, la cui produzione costituì, per secoli, un elemento importante dell’economia chiavennasca). Si tratta della più importante frazione di Chiavenna, costituita da diversi piccoli nuclei (Pighétti – pighét(a) -, Nesóssi – nèsós(a) e Zarucchi – zarüch -) raccolti intorno alla secentesca chiesetta dedicata all’Ascensione, ed abitata, oggi, solo dalla primavera all’autunno, mentre un tempo costituiva una piccola vivace comunità contadina, già citata in un documento del XIII secolo. Fino al 1872 faceva parte del territorio del comune di Prata Camportaccio; poi passò a Chiavenna.


Uschione

La popolazione di Uschione agli inizi dell’ottocento era così consistente da giustificare, dal 1813, l’istituzione di una vice-parrocchia, dipendente da Chiavenna, che nel 1886  venne eretta a parrocchia del vescovo Pietro Carsana. Nel 1892 contava 294 abitanti, e ricevette la visita del vescovo Andrea Ferrari (il futuro famoso cardinale): a quella data il suo beneficio parrocchiale era di 16,24 lire. Entro i confini della parrocchia di Uschione non esistevano né chiese né oratori, eccettuata la chiesa parrocchiale della Santissima Ascensione, con la confraternita del Santissimo Sacramento, solo maschile, fondata nel 1826. La più famosa figura di sacerdote che esercitò la sua azione pastorale ad Uschione fu quella dell’alpinista don Giuseppe Buzzetti, il primo, probabilmente, a salire in solitaria la temibilissima parete nord del pizzo di Prata, figura quasi leggendaria ed avvolta di mistero, per la sua morte, nel luglio del 1934, sul crinale che separa la Val Porcellizzo dall’alta Val Codera, mentre tornava proprio ad Uschione per celebrare la messa domenicale. Il suo corpo non venne mai trovato. La storia della parrocchia di Uschione, però, durò meno di un secolo: nel 1986 tornò, in un certo senso, alle origini, e fu accorpata alla parrocchia di San Lorenzo di Chiavenna.
Ci dirigiamo verso il centro dello splendido nucleo,
seguendo una pista sterrata che porta al nucleo centrale, Pighetti (pighét(a)); poco distante, isolata, su un modesto poggio, la chiesetta dedicata all’Ascensione, costruita (forse su un nucleo più antico) nel 1609 ed ampliata fra il 1891 ed il 1893. Sul vicino campanile troviamo una targa, datata 1877, con un verso di Giovanni Bertacchi, “Sonèe, campan vütem in del viagg, de vicenda in vicenda e d'ora in ora”. A valle della chiesetta un ripido versante boscoso, dal nome sinistro di “córt del démòni”; se consideriamo che a monte di Uschione si trovano stalle e ripidi prati denominati “mónt del diàol”, possiamo concludere che nell’immaginario contadino di un tempo la perenne lotta fra bene e male sembrava avere qui uno scenario privilegiato.


Uschione

Poco distante dalla chiesa, all’ombra di una selva pianeggiante, il “monümént”, monumento che commemora i caduti di Uschione nelle due guerre mondiali del novecento, con una scultura bronzea dello scultore Costantino Magni (1922): leggiamo, sulle targhe, i nomi dei soldati Severino Zarucchi, Fagetti Alessandro, Fagetti Edoardo, Guidi Antonio, Guidi Giovanni, Pighetti Agostino, Pighetti Giovanni Anselmo, Pighetti Giovanni Pietro, Zarucchi Agostino fu Giovanni, Zarucchi Agostino fu Costante, Zarucchi Pietro e Zarucchi Francesco, del caporale Fagetti Gentile e del sergente Guidi Luigi, morti nella prima guerra mondiale. I caduti della seconda guerra mondiale sono, invece, i soldati Guidi Aldo, Nesossi Corrado, Nesossi Rinaldo e Zarucchi Severino. Poco distante, infine, il piccolo cimitero, chiamato “ségrée”, cioè “sagrato”, perché un tempo era collocato proprio sul sagrato della chiesetta.


Uschione

Ad Uschione vivevano permanentemente ancora negli anni cinquanta del secolo scorso dalle 200 alle 300 persone, con tanto di scuola elementare (alla quale i bambini, quando scendeva molta neve, venivano portati anche “a gigiola”, cioè sulle spalle, dai genitori, perché non avevano le scarpe da mettere). La gente doveva talora sobbarcarsi anche quotidianamente la fatica di scendere a Chiavenna e risalire, come testimoniato dalla signora Del Grosso, con due bambini piccoli, “uno in gerlo e uno in pancia”. Fatiche d’altri tempi.
Il successivo processo di spopolamento generalizzato del territorio alpino di media montagna non ha risparmiato il paese, che però in anni recente ha riacquisito vita grazie al completamento della carrozzabile che sale fin nei suoi pressi da Prata Camportaccio, completata agli inizi del nuovo millennio.


Uschione

La strada ha favorito il ripopolamento nei finesettimana e nel periodo estivo, ed ora le molteplici iniziative nella bella stagione, promosse dal Circul della Gioventù Uschionese (che ha sede nell’edificio della ex-scuola elementare, riadattato a ristoro), ne rendono assai vivace l’atmosfera. Fra queste le molteplici attività di outdoor che si appoggiano anche alla struttura del rifugio Uschione, aperto nel dicembre 2016 nell'edificio dell’ex canonica ristrutturata (cfr. www.rifugiouschione.it). Il rifugio è gestito da Fabrizio De Pedrini (mail: info@rifugiouschione.it; tel.: 349 3621056). L’edificio, sulla cui facciata si vede un dipinto che riproduce un’immagine della Madonna, si trova proprio di fronte alla chiesetta dedicata all’Ascensione. La struttura è aperta da febbraio a maggio tutti i weekend e festivi oppure su prenotazione. Da giugno a fine settembre è aperta tutti i giorni, mentre da ottobre a fine gennaio è aperta tutti i weekend e festivi oppure su prenotazione.


Il ristoro e sede del Circul della Gioventù Uschionese

Passando fra le case del paese, volgiamo a destra e raggiungiamo la contrada Zarucchi (zarüch, m. 827), fino al cartello che segnala la partenza della mulattiera che scende a Chiavenna. Nel primo tratto è un sentiero che scende lungo una fascia di prati, poi a quota entra nel bosco e diventa una splendida mulattiera scalinata che scende nel bosco verso sud-ovest. Passiamo così a fianco di un grosso masso aggettante di pietra ollare, chiamato "sàs che góta", cioè "sasso che gocciola". Poi passiamo a quota 670 presso una fontana ed una “càva”, cava di pietra ollare e di amianto. Più in basso giungiamo ad una cappelletta eretta nel 1864 e restaurata nel 2005 (la capèla, m. 550), nella quale è raffigurata una Madonna incoronata con Bambino.


Uschione

Usciamo poi alla parte alta dei prati del Belvedere (belvédée, m. 450), splendido poggio panoramico dal quale si gode un ottimo colpo d’occhio su Chiavenna e, alle sue spalle, sul ripido versante morenico dove, seminascosta dal bosco, si vede la frazione di Pianazzola, sotto il poderoso bastione roccioso che sostiene la piana di Dalò (che da qui, però, non si vede). Un parapetto in cemento protegge i distratti osservatori da un salto roccioso che si trova appena sotto, ma che da qui non si vede. La mulattiera prosegue risalendo diritta la fascia di prati (scénc’), fino alla baita dei Fagetti, accanto alla quale si trova la "stàla del pédóscìn". Appena prima della baita un sentiero parte verso sinistra, ed un cartello indica Belmonte-Roccolo-Prato Grande (25 min.).
Sulla facciata della baita si vede un dipinto che raffigura una Madonna con Bambino, sopra la quale è dipinto l’emblema della famiglia Fagetti, costituito da un grande faggio, con la scritta “Arma Fagietti Succurre Maria”, cioè “O Maria, aiuta le armi del Faggeto”, con chiaro riferimento alla tradizione militare della famiglia. Non lo si riconosce più, ma un tempo si vedeva il volto di bambino che sembrava sbirciare furbescamente dai rami più alti: si tratta, secondo la fantasia popolare, del Pedoscìn, protagonista di una leggenda (segnalata da Guido Scaramellini in un articolo del 5 settembre 1970 sul Corriere della Valtellina) che lo vuole, povero orfanello, cadere nelle mani malvagie di una zia ed una nonna, due streghe della peggior specie, le quali lo imprigionano e cercano di ingrassarlo per poi cucinarselo come prelibata pietanza. Il bambino, però, è scaltro e riesce a scampare all’orribile sorte, uccidendo anche le due megere. Insomma, una versione chiavennasca della celebre favola di Hänsel e Gretel, una delle più famose dei fratelli Grimm.

Rientriamo nel bosco e scendiamo ancora. Ci raggiunge da sinistra il sentiero B6 che scende da Lotteno o Lottano e volgiamo a destra, proseguendo la discesa verso nord.


Chiavenna vista dal Belvedere

La mulattiera termina all'ingresso del Deserto (désèert), cioè della casa dell’Istituto don Guanella, che sorge su un piccolo pianoro dove sorgeva l’osteria Deserto (di qui il nome), distrutta oltre ottant’anni fa. Scendiamo ora su una stradina che si immette nella via del Tiglio la quale, a sua volta, raggiunge il vuale di Pratogiano. Qui passiamo accantoal Crotto Ombra (cròt ómbra), sul lato sud-orientale del viale, alle cui spalle incombe il "sas di can", uno scuro roccione strapiombante di pietra ollare (cartello che segnala una Pista Ciclabile ed il Sentiero per Uschione):
Siamo dunque alla località Pratogiano (prédégiàna, probabilmente da pré de giànda o ghianda, cioè prato della ganda, per  i massi dell’antichissima frana scesa dalla valcóndria), la zona storica dei crotti, dove spiccano grandi ippocastani e platani, uno dei quali figura fra gli alberi monumentali della provincia di Sondrio. Si tratta di un platano (Platanus hybrida Brot.) alto 35 metri, con una circonferenza alla base di 6,40 metri. Nel parco sono presenti altri platani di dimensioni ragguardevoli, che superavano in altezza, prima di una potatura effettuata più di dieci anni fa, i 40 metri.

Da Pratogiano ci portiamo infine alla piazza del Castello Balbuani, dove recuperiamo l'automobile.


Uschione

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CARTE DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri).

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