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Apri qui una fotomappa della Costiera dei Cech


Poira di Civo

Poira è una delle più rinomate località di villeggiatura estiva in bassa Valtellina. Si tratta di un'ampia conca di prati su un ripiano posto a poco più di 1000 metri di quota, a monte di Mello e di Civo, ed è infatti divisa in due nuclei, quello di Poira di dentro, o Poira di Civo, più ad est, e quello di Poira di fuori, o Poira di Mello, più ad ovest. I due nuclei sono contigui, ma conservano gelosamente la propria identità e sembrano gravitare attorno alle due chiesetta di santa Margherita e sant'Abbondio. Tipico maggengo di mezza cosa, Poira conobbe un repentino sviluppo a partire dagli anni sessanta, quando, soprattutto a Poira di Civo, vennero costruite numerose villette che conferirono alla località una forte vocazione di centro di villeggiatura, particolarmente amato dai morbegnesi. Ciò fu legato anche ad una felice circostanza: i rovinosi incendi che intorno alla metà del secolo scorso devastarono le splendide pinete della Costiera dei Cech risparmiarono Poira, che dunque mostra ancora splendide macchie di pini silvestri. Poira di Mello ha forse conservato maggiormente la sua antica identità rurale ed ha il pregio, nella sua sezione più occidentale, di proporre un fantastico colpo d'occhio sulla bassa Valtellina, l'alto Lario e la catena delle Lepontine lariane.


Poira di Civo

Poira di Civo è, infine, punto di partenza di alcune fra le più classiche escursioni nella parte orientale della Costiera dei Cech, che hanno come meta i Tre Cornini, il bivacco Bottani-Cornaggia, i passi di Colino e la traversata ai laghi della vicina Valle di Spluga Val Masino).
Per salire a Poira in automobile o in mountain-bike dobbiamo procedere così. Alla prima rotonda all'ingresso di Morbegno (per chi proviene da Milano) prendiamo a sinistra, superando un cavalcavia ed una rotonda e raggiungendo il ponte sull'Adda, oltre il quale prendiamo a destra e, dopo breve salita, ci immettiamo nella strada provinciale che sale a Dazio, procedendo a sinistra. Dopo un tornante dx, un lungo traverso ci porta a Dazio. Qui seguiamo la strada che volge a sinistra e sale a Serone, dove, presso la chiesa, prendiamo a destra (indicazioni per Naguarido e Caspano), salendo su una strada che passa per Naguarido e Chempo. Prestiamo attenzione alla deviazione a sinistra per Roncaglia e Poira, e la imbocchiamo. Oltrepassata Roncaglia, siamo alla conca di Poira e ci portiamo al termine della strada, dove parcheggiamo all'ampio parcheggio presso la chiesetta di S. Margherita (m. 1077). Su una targa leggiamo: “Eterna come il marmo rimanga la memoria del parroco sac. Emilio Ciapponi che questo tempio eresse con la generosa collaborazione del popolo l'anno 1967”. Qui non manchiamo di visitare il vicino sacrario dedicato alla memoria degli alpini: su una pietra posata dal Gruppo degli Alpini (ANA) di Civo e Mello leggiamo: “Ai suoi alpini andati avanti. Poira. 7 agosto 2011”.


Poira di Mello

DA RONCAGLIA A POIRA

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Roncaglia-Ledino-Poira di Civo
1 h e 30 min.
330
E


Apri qui una fotomappa degli alti bacini di Visogno e Toate

Per chi volesse invece salire a piedi a Poira, può essere interessante coniderare il sentiero che la raggiunge da Roncaglia. Seguendo quindi le indicazioni sopra riportate, raggiungiamo Roncaglia e qui lasciamo la strada per Poira prendendo a destra (indicazioni per Roncaglia di Sopra). In breve siamo di fronte allo splendido sagrato della chiesa di San Giacomo (m. 887), dove possiamo parcheggiare.
Portiamoci a piedi nella parte alta del paese, a sinistra (ovest): alle spalle delle ultime case troviamo la partenza di una mulattiera, che taglia gli ultimi prati e si inoltra nel bosco. Superato un torrentello, proseguiamo la salita, sempre nel bosco, piegando poi a destra ed uscendo dalla pineta in corrispondenza dei prati a monte di Poira (m. 1059), quegli stessi prati che sono attraversati dalla pista Poira-Ledino (che qui ha fondo in cemento). Raggiungiamo, ora, il limite destro dei prati (cioè portiamoci ad est), cercando, alle spalle di alcune belle baite ristrutturate, la partenza di un sentierinoche procede, in piano, fra alcune betulle, e ci porta al prato sul quale è collocata una croce, ben visibile anche da Roncaglia (è posta sulla sommità del dosso brullo che sovrasta Roncaglia). La croce è stata collocata qui il 15 luglio 1978, e reca la scritta latina “per signum crucis de inimicis nostris libera nos, Deus noster, alleluia”, cioè:”per il segno della croce liberaci dai nostri nemici, o Dio nostro, alleluia”.
Proseguiamo sul sentiero, che si fa più largo, e conduce ad un nuovo prato, con una baita. Pieghiamo, poi, a sinistra e rientriamo nella pineta, uscendone, infine, nella parte bassa dei prati di Ledino (m. 1175). Risalendo i prati, ci ritroviamo alle spalle dell’agriturismo “la Cascina del Piero” (tel.: 3332644457), nella parte alta di Ledino (m. 1232). Poco sopra l’agriturismo, intercettiamo la pista che sale da Poira, nei pressi della partenza del sentiero per l’alpe Pesc'. Calcoliamo, per la salita da Roncaglia a Ledino, circa un'ora di cammino (il dislivello approssimativo è di 330 metri).
Per raggiungere Poira seguiamo la pista serrata, che scende con ampia curva verso sinistra. Sulla curva troviamo una pista minore, che scende verso destra, ripida, passando per Careggio ed intercettando più in basso la pista sterrata. Procediamo infine in graduale discesa, nella splendida cornice di una pineta, verso sud-ovest, raggiungendo infine l'amio parcheggio nei pressi della chiesetta di Santa Margherita a Poira di Civo (m. 1077).

Non ci resta, ora, che scegliere fra le molteplici opportunità escursionistiche che hanno come base Poira: la salita ai Tre Cornini, al bivacco Bottani-Cornaggia, alla Croce GAM a quota 2585, alla Croce di Ledino, all'alpeggio di Pesc', all'alpeggio di Pra Sücc', la traversata Bottani-Cornaggia - Omio per la bocchetta della Merdarola, la traversata Bottani-Cornaggia-Omio per il passo del Calvo, l'anello di Val Toate, la salita alla Croce dei Cacciatori sopra la Corte di Roncaglia, la traversata Poira-Codera sulle orme della 55sima BrigataFratelli Rosselli. Si tratta in buona parte di escursioni impegnative, ma molto eleganti e remunerative.


Apri qui una fotomappa dei sentieri e delle piste di Poira

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L'ANELLO DI POIRA

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Poira di Civo-Poira di Mello-Poira di Civo
1 h e 30 min.
160
E
SINTESI. Dal parcheggio della chiesetta di S. Margherita a Poira di Civo ridiscendiamo lungo la carozzabile, con ampia svolta a sinistra e, lasciata alle spalle l'ultima casa, imbocchiamo un sentierino sul lato destro che scende ad intercettarne uno più basso, che percorriamo verso destra, superando l'ultima baita e passando sotto una cappelletta. Scendiamo a guadare un corso d'acqua e proseguiamo diritti salendo ad una pista che corre in un boschetto, poi prendiamo a destra e scendiamo ad una stradina che si immette nella carozzabile Mello-Poira, che seguiamo verso destra. Ignoriamo una strada che se ne stacca a destra e prendiamo a sinistra un sentierino che sale fino al culmine della pineta (m. 1118), scendendo sul versante opposto, al nucleo occidentale di Poira di Mello. Prima di intercettare l'altro ramo della carozzabile Mello-Poira, traversiamo a destra, su sentierino, e volgendo ancora a destra saliamo ad un corridoio di rati che orta alla sella della Pecoia (o Pegola). Scendiamo poi sulla pista sterrata, fino a trovare la stradina che se ne stacca sulla sinistra e sale alla chiesetta di S. Abbondio (Poira di Mello). Alle spalle della chiesetta seguiamo la pista che porta ad un ponticello e termina lasciando il posto ad un sentierino, il quale sale gradualmente a rdosso del versante montuoso e riporta alle villette di Poira di Civo. Per una stradina laterale torniamo alla carozzabile ed al parcheggio.


Poira di Civo

Per chi volesse effettuare invece solo qualche tranquilla passeggiata, Poira offre almeno due possibilità godibilissime in ogni stagione (ma soprattutto in autunno ed in primavera inoltrata).
La prima è l'anello di Poira, che ci permette di visitarne tutti gli angoli. Dal parcheggio di santa Margherita ridiscendiamo a piedi lungo la carozzabile, descrivendo un arco di cerchio verso sinistra. Lasciata alle spalle l'ultima casa, scendiamo per breve tratto lungo la carozzabile che procede verso est, prestando attenzione al suo lato destro: distingueremo la partenza di un sentierino, che scende ripido, in pineta, verso destra ed intercetta quasi subito un secondo sentiero, che procede pianeggiante: si tratta del cosiddetto sentiero panoramico, e lo seguiamo verso destra (ovest-nord-ovest), fino all'ultimo rustico, oltre il quale sembra perdersi. Ci affacciamo ad una marcata conca prativa, ed alla nostra sinistra, un po' più in alto, notiamo una cappelletta con un crocifisso ed una Madonnina. Sul fondo, ad occidente, è l'inconfondibile corno del monte Legnone, sul limite della catena orobica, ad osservare arcigno i nostri passi: non sembra aver dimenticato l'antichissima rivalità fra il versante orobico, dei “Maroch”, nei confronti di quello retico, dei “Cech”, rivalità mai sopita del tutto.


Poira di Mello

Un sentierino scende alla conca e porta diritto al guado di un piccolo corso d'acqua, che segna anche il confine fra il territorio comunale di Civo, che stiamo lasciando, e quello di Mello. Sul lato opposto non scendiamo ai prati alla nostra sinistra, ma proseguiamo e dopo brevissima risalita passiamo accanto ad un enigmatico e solitario masso erratico. Alle nostre spalle Poira di Civo disegna già un quadro suggestivo ed armonico. Ci troviamo ora in una selva, su un modesto poggio, e seguiamo una pista appena accennata, passando a sinistra di una pozza e procedendo in direzione ovest. Usciamo ben presto dalla selva e ci affacciamo così ad un ampio versante di prati, che costituisce la parte più bassa di Poira di Mello. Non procediamo diritti ma scendiamo leggermente verso destra, intercettando una stradina che taglia l'ampio terrazzo di prati ed alterna fondo asfaltato a sterrato (si tratta della pista che sale fin qui da Mello). La seguiamo in leggera discesa fino ad un bivio, al quale prendiamo a destra, salendo gradualmente in direzione del ben visibile campanile della chiesetta di S. Abbondio.


Pineta di Poira

Possiamo portarci direttamente alla chiesetta se vogliamo effettuare una passeggiata breve: in tal caso lasciamo al primo bivio la pista principale prendendo una pista che sale a destra, verso nord. Se invece vogliamo davvero vederla tutta, Poira, allunghiamo l'anello procedendo così. Ignoriamo la deviazione a destra che sale alla chiesetta e lasciamo la pista principale non appena notiamo a sinistra la partenza di un sentierino che ci inoltra in una splendida pineta. La traccia è debole, ma senza troppe difficoltà ci porta alla sommità di un poggio (m. 1148).


Pineta di Poira

Con un po' di attenzione scendiamo ora diritti sul versante opposto, sfruttando una traccia appena visibile, ed usciamo dalla pineta nella parte alta dei prati del nucleo più occidentale di Poira di Mello, che se ne sta appartato e separato dall'ampia conca di Poira, ma che riserva uno straordinario colpo d'occhio sull'alto Lario. Proseguendo nella discesa, ci immettiamo su una pista con fondo erboso, che scende fino ad intercettare una stradina con fondo in cemento (si tratta del amo occidentale della già citata carozzabile che sale da Mello).


Pineta di Poira

Senza, però, scendere fino alla stradina pieghiamo a destra, procedendo un po' a naso, su tracce di sentiero che ci fanno traversare verso nord-nord-ovest, portandoci all'imbocco di un grande corridoio erboso che sale in direzione di una sorta di bocchetta, la quale separa la parte occidentale da quella orientale di Poira di Mello. Procediamo a sinistra del crinale della pineta, su sentiero appena accennato, che sale ad un nucleo di baite (Pecoia o Pegola) in corrispondenza di questa porta. Non potremo non notare, alla nostra sinistra, un chiarissimo esempio di uovo di drago (tale è, come vuole una radicata leggenda, ogni masso erratico dalla forma ovoidale, che in realtà rappresenta la pietrificazione di un uomo depositato in ere remote dai draghi che un tempo signoreggiavano anche sulle alpi Retiche).


Poira di Mello

Alla fine intercettiamo la pista sterrata principale, che da qui inizia a salire, come pista tagliafuoco, per effettuare un lungo traverso che si conclude a monte di Caspano. Noi la prendiamo in direzione opposta, scendendo per breve tratto, fino a trovare, a sinistra, il già citato bivio, al quale prendiamo a sinistra, sulla pista che sale, verso nord, alla chiesetta di sant'Abbondio, dove abbiamo lasciato i camminatori più pigri.


Pegola

Sul limite del sagrato ci accoglie un masso sovrastato da un'aquila: leggiamo “2004 ANA gruppo de Mel”. La chiesetta è stata infatti edificata all'inizio di questo secolo grazie all'iniziativa del gruppo a Alpini di Mello. Pochi metri più avanti vediamo una statua in bronzo che raffigura un alpino, con la scritta “A ricordo dei reduci e alpini andati avanti”. Sulla facciata della chiesetta, infine, su una targa si legge: “Chiesetta di S. Abbondio voluta e costruita dal gruppo Alpini di Mello con la collaborazione di volontari e benefattori. Poira. Inizio lavori 8-2000 fine lavori 7-2002”.


Sant'Abbondio

Dobbiamo ora tornare a Poira di Civo, procedendo così. Torniamo sui nostri passi, ripercorrendo l'ultimo tratto della pista dal bivio a sant'Abbondio: prima di una curva a destra, vediamo sulla sinistra la partenza di un sentierino che punta ad est, passa accanto ad un rustico e conduce ad una fontana. Inizia poi a salire in una selva e confluisce in una pista sterrata (avremmo potuto seguire anche quest'ultima: parte alle spalle della chiesetta di Sant'Abbondio). La pista passa accanto ad una fontana e porta ad un ponticello in cemento, oltre il quale si biforca: noi seguiamo quella di sinistra, salendo gradualmente a valle di un corpo franoso, fino al punto in cui essa termina, lasciando il posto ad un nuovo sentierino.


Poira di Civo

Sempre procedendo verso est, saliamo per un breve tratto, mentre alla nostra destra si profilano vicine le abitazioni di Poira di Civo. Incontriamo un cartello che segnala, nella direzione dalla quale proveniamo, Poira di Mello. Saliamo ancora un po', ed il colpo d'occhio su Poira di Civo si fa bellissimo: a monte delle villette un poggio occupato da una pineta, incorniciato dal versante orobico che sovrasta Talamona. Poco più avanti, siamo ad un bivio, segnalato da un pannello del GAM (Gruppo Aquile di Morbegno): sulla nostra destra si stacca un sentierino che porta alla sorgente di Poira. Noi procediamo diritti ed in breve confluiamo in una delle tante piste che servono per l'accesso alle villette di Poira di Civo, disseminate nella pineta. Non appena possibile, volgendo a destra ci riportiamo alla strada asfaltata: con breve salita verso sinistra, torniamo infine al parcheggio della chiesetta di Santa Margherita. La versione più ampia dell'anello richiede circa un'ora e mezza di cammino (il dislivello approssimativo in altezza è di 160 metri).


Poira di Civo

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L'ANELLO POIRA-LEDINO

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Poira di Civo-Ledino-Careggio-Poira di Civo
45 min.
120
T
SINTESI. Dal parcheggio della chiesetta di S. Margherita a Poira di Civo imbocchiamo la pista che passa a lato del Sacrario degli Alpini e sale verso nord-est. Ad un bivio prendiamo a destra, sempre su pista sterrata, e dopo qualche tornanti saliamo a Ledino (m. 1200), dove si trova un agriturismo. Nel ritorno troviamo sulla destra un ripido tratturo che ad un tornante sx si stacca dalla pista. Lo seguiamo passando per il maggengo di Careggio. Più in basso intercettiamo di nuovo al pista utilizzata all'andata, e la seguiamo per tornare a Poira di Civo.


Poira di Civo

La seconda possibilità di passeggiata a Poira si sviluppa interamente fra gli splendidi maggenghi a monte di Poira di Civo. Dal parcheggio della chiesetta di santa Margherita imbocchiamo la pista sterrata (chiusa al traffico dei veicoli non autorizzati; è però possibile acquistare un pass intercomunale dei Cech, giornaniero – tariffa 2015: 5 Euro) che passa a destra di un campo di calcetto e sale a Ledino, procedendo nella splendida cornice di alti pini silvestri ed abeti rossi, verso nord-est.
Troviamo subito un cartello giallo della Comunità Montana di Morbegno, che dà Ledino a 30 minuti e Pesc ad un'ora e 20 minuti. Sotto il cartello, una targa dell'ANPI ricorda che di qui passò il lungo ed avventuroso ripiegamento della 55sima Brigata partigiana Fratelli Rosselli che, per sfuggire ad un rastrellamento nazifascista, nel novembre del 1944, lasciò la Valsassina, scese per la Val Gerola, traversò il fondovalle valtellinese a Morbegno, salì fino a Poira e di qui all'alpe Visogno ed al passo di Malvedello, per poi scendere a Frasnedo (Val dei Ratti), traversara a Codera, risalire l'inera Val Codera e passare in Svizzera (a Bondo, in Val Bregaglia) per la bocchetta della Teggiola.


Pista Poira-Ledino

Dopo un buon ratto di salita con andamento moderato, nei pressi di un pannello che illustra le caratteristiche di pini silvestri, abeti rossi e larici, siamo ad un bivio, al quale prendiamo a destra, proseguendo su una recente pista sterrata, verso est. Passiamo così a valle di alcune baite. Poi la pista descrive un ampio cerchio verso sinistra e ci porta in vista dei prati della parte bassa di Ledino, che raggiungiamo dopo un paio di tornanti. La pista prosegue fra pini sivestri e betulle e si congiunge con quella più antica, che abbiamo lasciato al bivio più in basso.


Agriturismo "La cascina del Piero"

Procedendo verso destra saliamo infine all'ampia conca di Ledino, dominata dalla massiccia piramide del corno di Colino, alla cui sinistra si distingue la più esile torre di Bering. Il corno di Colino sembra fare da contraltare all'alto più noto e lontano corno, quello del monte Legnone, che resta visibile alle nostre spalle. Un altro capitolo dell'annosa rivalità fra Cech e Maròch.
Su un pino troviamo un cartello che segnala “Ledino 1118 metri- La pulizia dei sentieri è nelle tue mani”. Poco più avanti vediamo, alla nostra destra, l'agriturismo “La cascina del Piero”, a 1,5 km dalla partenza della pista, che poco più avanti termina, lasciando il posto ad un sentiero che traversa verso est (all'inizio del sentiero, sul lato sinistro, poco evidente, c'è un sentiero che sale in pineta verso l'alpeggio del Pesc' (Peccio sulle carte).


Ledino

Noi però torniamo sui nostri passi, fino al bivio, al quale prendiamo a destra, scendendo sul ripido tratturo in cemento che ci porta ai prati di Careggio m. 1150). Passiamo così a destra dei prati di Careggio, località che deve forse il suo nome alla voce dialettale “carécc'”, che indica la qualità di fieno di minor pregio, da cui il proverbio “u de giùen u de vècc' s'à da mangià 'l carècc' (o da giovani o da vecchi bisogna mangiare il carècc', cioè prima o poi i tempi difficili vengono per tutti). Al termine della ripida discesa torniamo alla pista utilizzata nella salita, e la ripercorriamo fino a tornare al parcheggio, dopo circa 45 minuti di cammino (il dislivello approssimativo in altezza è di 120 metri).


Careggio

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DA MORBEGNO A POIRA

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Strada per Dazio-Poira di Civo
2 h e 30 min.
800
E


La chiesa di S. Andrea a Civo

Ora, però, scriviamo qualche riga riservata agli escursionisti, raccontando la via più breve per salire a Poira partendo dal piano. Punto di partenza è la strada Morbegno-Dazio: la si raggiunge staccandosi dalla ss. 38 dello Stelvio, al primo semaforo all’ingresso di Morbegno (per chi viene da Milano) sulla sinistra (indicazione per la Costiera dei Cech), varcando su un ponte il Bitto, superando una rotonda e percorrendo un rettilineo fino al ponte sull’Adda. Oltrepassato il ponte, dobbiamo prendere a destra, imboccando la strada citata, che sale verso Dazio. Appena prima del primo tornante sinistrorso (dove, prestiamo attenzione, vi è lo stop per dare la precedenza alle auto che vengono dalla stradina che sale dal ponte di Ganda), troviamo, sulla sinistra, uno spiazzo, e lì possiamo parcheggiare per dare inizio alla camminata, da una quota di 250 metri.
Dopo un lungo tratto verso ovest, affrontiamo il primo tornante destrorso, e camminiamo per un alto buon tratto in direzione nord-est, fino a trovare, sulla sinistra, lo svincolo per Santa Croce. Lasciamo, quindi, la strada per Dazio ed imbocchiamo quella che sale al primo dei borghi toccato dal nostro circuito, Santa Croce, appunto (m. 447), posto nel cuore di una fascia di vigneti, con ottima vista panoramica su Morbegno, la bassa Valtellina e le valli del Bitto. Sul sagrato della chiesa parrocchiale, di origine secentesca, restaurata nel 1933, si respira un intenso profumo d’antico, ed anche la caratteristica Trattoria di Santa Croce contribuisce a conservare l’atmosfera di paese, raccolta, un po’ sonnolenta, molto serena.
Portiamoci, ora, verso la parte occidentale (di sinistra, per chi sale) del paese, superando una fontana; non imbocchiamo, però, la pista che sale verso Mello, ma rimaniamo sulla stradina che propone un tornante a destra e sale verso un gruppo di case alte. Appena dopo il tornante, troviamo, sulla sinistra, una mulattiera che sale fra le vigne, raggiungendo le baite alte della parte occidentale del paese. Passando in mezzo alle baite, la mulattiera prosegue, alle loro spalle, con un bel tratto delimitato da due muretti a secco.
Entrata in un bel castagneto, la mulattiera diventa sentiero. Alcune frecce bianche contornate di rosso ci aiutano a non perderlo. Il sentiero volge a destra, con un muretto a secco che lo delimita a monte, fino al rudere di una grande baita. Oltrepassato il rudere, saliamo ancora, fino ad una cappelletta isolata (che, almeno nei mesi invernali, si vede da Santa Croce), con un bel dipinto che rappresenta la Madonna secondo l’immagine dell’Apocalisse, cioè come Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi. Una freccia rossa ci indica che il sentiero, qui, volge a sinistra, fino ad un nuovo rudere, dove volge di nuovo a destra, uscendo dal bosco ed approdando ai prati che precedono un tornante sinistrorso della già citata strada asfaltata che da Santa Croce sale a Civo.
Sulla sinistra della strada troviamo una grande baita e, appena oltre, sulla sinistra, una larga mulattiera che se ne stacca. Seguendola, incontreremo, sulla destra, due cappellette. La cornice è davvero bella, silenziosa, suggestiva: siamo circondati da castagni e betulle, e possiamo immaginare l’innumerevole transito, nelle stagioni ormai tramontate, di passi con il loro carico di fatiche, pensieri, preghiere.
Dopo un buon tratto, la mulattiera esce dal bosco e volge a destra: incontriamo una terza cappelletta, sulla sinistra, e raggiungiamo, finalmente, le case sul limite meridionale di Civo (m. 743). Portiamoci, ora, nella zona della chiesa, cioè verso destra. A monte della chiesa si stende una bella fascia di prati. Se osserviamo, vedremo, un po' a sinistra rispetto alla chiesa, alle spalle di alcune case di recente costruzione, una mulattiera che prende a salire tagliando i prati, circondata, da ambo i lati, da un muricciolo. Dopo un primo tratto verso destra, la mulattiera volge a sinistra e si avvicina ad un bosco di castagni, giungendo nei pressi del torrentello che scende a Civo dalla piana di Poira, confluendo, più in basso, nel torrente Toate, e formando anche un’interessante cascata da un saltino di roccia. Prendiamo, ora, a sinistra, seguendo un sentiero che si inerpica su un dosso occupato da una selva di castagni. Ad un certo punto troviamo un sentiero che scende, verso destra, nel solco della valle alla nostra destra, proprio in corrispondenza della cascata, passando sul lato opposto. Passiamo, quindi, su questo versante (ma potremmo salire anche rimanendo sul versante di sinistra) e, proseguendo nella salita, giungiamo alla parte inferiore di una pista che si perde fra i prati.
Salendo verso destra, raggiungiamo il grande ripetitore televisivo, a cui giunge una pista sterrata che, percorsa verso destra, si congiunge con la strada asfaltata che sale da Roncaglia. Se, invece, prendiamo a sinistra, ci portiamo nel cuore delle baite di Poira di Dentro. Alla fine abbiamo superato circa 800 metri di dislivello, in 2 ore e mezzo di cammino.

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PERCORSI DI MOUNTAIN-BIKE A POIRA

Dai camminatori ai bikers: da Poira possono passare diversi anelli di mountain-bike (che posono però costituire anche percorsi escursionistici). Ecco alcune proposte, che partono dal piano, cioè da Traona.
Diverse sono le possibilità per raggiungere Traona: possiamo, ad esempio, staccarci dalla ss. 38 dello Stelvio al primo svincolo per Talamona (per chi viene da Sondrio), imboccando subito, a destra, un sottopasso che ci porta al ponte di Paniga (dove un semaforo regolamenta la circolazione a senso unico alternato). Superato il ponte, prendiamo a sinistra, attraversiamo Campovico e, ad una strettoia, passiamo a destra del bel ponte di Ganda, alla periferia di Morbegno. Superata la strettoia, dopo una breve salita raggiungiamo la strada che da Morbegno sale a
Dazio; percorrendola in discesa, lasciamo alla nostra sinistra il ponte sull'Adda che porta a Morbegno e proseguiamo fino a Traona.
Qui possiamo cominciare la salita in mountain-bike. Torniamo indietro, dalla rotonda in centro al paese, per un tratto, e lasciamo la strada provinciale Valeriana, staccandocene sulla sinistra appena dopo un ponte sul torrente Vallone: ci ritroviamo sulla strada che sale a
Mello. Salendo, incontriamo ben presto il Convento, che ospitò, dal secolo XVIII, frati francescani, e che rappresenta un punto di osservazione eccezionalmente panoramico sulla bassa Valtellina e sull'alto Lario. Superato il Convento, proseguiamo fino al tornante sinistrorso (a circa 800 metri da Traona), dove una pista si stacca, sulla destra, dalla strada, e prosegue per circa mezzo chilometro, con andamento quasi pianeggiante, fino alla località Manescia, piccolo nucleo di case circondate da bei vigneti.


Poira di Mello

Se proseguiamo ancora, sempre in direzione est, incontriamo una cappelletta e, subito dopo, la chiesetta quattrocentesca di Santa Caterina di Corlezzo (o Corlazzo): lasciamo per qualche minuto la mountain-bike e sendiamo sulla destra, sfruttando un sentierino, alla vicina chiesetta secentesca di Santa Apollonia, circondata da alcuni ruderi di baite e posta in una posizione panoramicamente assai felice: di qui, infatti, dominiamo la parte orientale di Morbegno e l'imbocco della Val Gerola.
Torniamo sulla strada che sale a Mello: poco oltre un tornante destrorso, troveremo un cartello che segnala il castello di Domòfole. Per raggiungerlo, ci stacchiamo, sulla sinistra, dalla strada, percorrendo una breve pista ed un sentiero, che ci porta a ridosso del rudere, al quale non si può accedere perché è pericolante. Il castello subì due distruzioni: la prima, nel 1292, ad opera dei Vitani, la seconda, nel Cinquecento, ad opera dei Grigioni, cui era stata assegnata la Valtellina. Torniamo, quindi, sulla strada e riprendiamo a pedalare verso Mello (m. 681), dove ci accoglie la chiesa parrocchiale di San fedele, che si staccò da Traona nel 1441. Imbocchiamo, ora, la strada per Civo, sulla destra: sul limite del paese troviamo la partenza, a sinistra, della pista, con fondo sterrato ed in cemento, che sale fino a Poira di Mello, o Poira di Fuori (m. 1118), dove termina. All'altezza dell'ultimo tornante sinistrorso dobbiamo ignorare una seconda pista, che se ne stacca sulla destra, e che sale a Poira di Civo (e che può essere sfruttata al ritorno, per chiudere l'anello più corto).


Sant'Abbondio

Chi volesse salire al maggengo a piedi, può percorrere un'interessante variante: a Mello, invece di portarsi sulla parte alta del paese, può dirigersi verso il suo limite occidentale, dove parta una pista sterrata che attraversa la valle di San Giovanni e porta alla bellissima chiesa di San Giovanni di Bioggio (m. 691).Non raggiungiamo, però, il cuore della valle, perché, in corrispondenza della cappella di S. Antonio, ci stacchiamo dalla pista sulla destra, e seguiamo un sentiero, non molto evidente, che sale, ripido e diritto, nel bosco, fino ad alcuni ruderi di baita.
Pieghiamo, quindi, a destra, seguendo una traccia di sentiero, che ci porta nel cuore di una vallecola: ci portiamo, così, sul suo lato opposto (orientale), dove troviamo una nuova traccia di sentiero, che ci porta, dopo una ripida e breve salita, al limite inferiore dei prati di Poira di Mello. Davanti a noi, in alto, il frastagliato crinale che separa la Costiera dei Cech dalla Valle dei Ratti. Dai prati del maggengo si gode di un bello scorcio sull'alto Lario. Portiamoci ora sul lato opposto dei prati, verso est, per effettuare una bella traversata a Poira di Civo, o Poira di Dentro. La traversata va effettuata con la bike in spalla, e può seguire due itinerari: il primo passa per le baite di Pegola (dove ci viene regalata anche una perla di saggezza popolare), che raggiungiamo risalendo i prati verso est-nord-est: poco sopra le baite, troviamo una poco pronunciata sella, valicata la quale ci affacciamo alla splendida piana di Poira di Civo.


Poira di Civo

La seconda possibilità di porta nel cuore della bellissima pineta, che ricopre il modesto dosso (m. 1148) che separa Poira di Mello da Poira di Civo. In questo secondo caso, dobbiamo rimanere più sulla destra (direzione est), risalendo i prati fino a trovare la pista, ciclabile, che attraversa la pineta.
 Sul lato opposto scendiamo leggermente, fino a raggiungere la graziosa e recente (2000) chiesetta di San'Abbondio. Il panorama sul versante delle Orobie occidentali è eccellente, soprattutto in direzione delle valli del Bitto. Se torniamo indietro, in direzione della bocchetta di Pegola, troviamo la partenza di una pista, tracciata di recente, che, dopo un primo tratto verso nord est, piega ad ovest-nord-ovest, passa per la località Poncio (m. 1263), piega a destra e, poco oltre, si interrompe: il progetto è quello di completarla fino all'alpeggio di Fontanili.
Per gli amanti delle escursioni con mete inusuali, segnalo che nei pressi del punto di interruzione, sulla sinistra, si può trovare, guardando con attenzione, un sentierino poco marcato, che, dopo una serie di ripidi tornantini, piega a destra, procede per un tratto in piano e porta ad una macchia di conifere. Qui la traccia tende a perdersi, ma possiamo facilmente procedere a vista, in direzione del limite settentrionale della macchia, tracciando una diagonale che ci porta al limite inferiore dei Prati Ovest, poco al di sopra dei 1400 metri. Le diverse baite abbandonate dei prati conferiscono al luogo il fascino straordinario di una solitudine arcana. Tornando alla pista, prestiamo attenzione a non scendere diritti, per non finire sul limite di un largo dirupo, ma ricordiamoci di piegare a destra.


Poira di Civo

Torniamo a Poira, dove diverse sono le possibilità per chiudere l'anello di mountain-bike. La più breve è quella di scendere sulla pista che scende dalla bocchetta di Pegola, e che porta alle baite occidentali di Poira di Civo. Proseguendo nella discesa, la pista volge a destra (sud-est), scendendo ad intercettare la pista Mello-Poira di Mello, che abbiamo sfruttato per la salita, all'altezza dell'ultimo tornante sinistrorso (per chi sale). Un secondo e più lungo percorso richiede la traversata della piana, in direzione est, per raggiungere la strada asfaltata che sale da Roncaglia. Scendendo per questa strada, oltre Roncaglia, intercettiamo la strada che congiunge Serone a Caspano; prendendo a destra, scendiamo a Serone e, prendendo poi a destra, torniamo a Mello. Se, invece, poco sotto Roncaglia prendiamo a sinistra, saliamo a Caspano e possiamo proseguire verso est: se, poi, ad un bivio, prendiamo a destra, possiamo scendere, passando per Cadelpicco e Cadelsasso, a Dazio, e di qui al ponte sull'Adda a nord di Morbegno; se, infine, al bivio prendiamo a sinistra, ci affacciamo sulla bassa Val Masino, scendendo a Civo e, di qui, al Ponte del Baffo, dove intercettiamo la ex ss. 404, ora strada provinciale, della Val Masino, che, percorsa in discesa, ci porta a Màsino. Ci dobbiamo, ora, portare sulla ss. 38 dello Stelvio, procedendo in direzione di Morbegno, per tornare a Traona.
Nel ritorno ci conviene lasciare la ss. 38 all'altezza del ponte di Paniga, sfruttando lo svincolo sulla sinistra, per poi passare sul lato opposto, rispetto alla statale, svoltando a destra ed utilizzando un sottopassaggio. Ci portiamo così al ponte di Paniga, il cui accesso è regolato da un semaforo. Oltre il ponte, pieghiamo a sinistra, raggiungendo Campovico e proseguendo fino al ponte di Ganda. Si tratta di uno dei più interessanti ponti di Valtellina, costruito nel secolo XV e ristrutturato nel 1778 dopo la rovinosa alluvione del 1772. Passiamo alla sua destra e, dopo un tratto in salita nel quale la carreggiata si restringe, ci immettiamo sulla strada che da Morbegno sale a Dazio. Seguendola in direzione est, passiamo a destra del ponte sull'Adda alla periferia settentrionale di Morbegno e, in breve, torniamo a Traona, chiudendo l'anello più lungo, che richiede circa 4 ore di pedalata.

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CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

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