Da Preda Rossa al rifugio Bosio, per il passo di Corna Rossa
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line
L'itinerario che viene qui proposto potrebbe anche essere effettuato in un'unica giornata, ma ciò comporterebbe uno sforzo fisico veramente considerevole, per cui è consigliabile dividerlo in due giornate, anche per poter gustare con maggiore calma i grandiosi scenari che esso ci offre. Siamo infatti nel cuore del gruppo del Disgrazia, e dobbiamo descrivere un anello che chiude i famosi Corni Bruciati, che con il loro inconfondibile profilo rossastro si fanno riconoscere anche dall'occhio meno esperto. Il punto di partenza dell'itinerario è il rifugio Ponti (se però vogliamo effettuare la traversata in un solo giorno, ci conviene partire dalla piana di Preda Rossa). |
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Al
rifugio si sale facilmente imboccando, a Filorera (sopra Cataeggio,
in Val Màsino), la strada per la valle di Sasso Bisolo e la valle
di Preda Rossa. La strada è interrotta in località Valbiore, per le
conseguenze di una immane frana. |
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Dopo
poco più di un'ora di cammino raggiungiamo le prime baite dell'alpe
e la caratteristica pozza d'acqua nella quale si specchia il monte
Disgrazia, che chiude a nord-est la valle (vedi foto sopra). |
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Non dobbiamo però attraversare la piana al centro, come fanno coloro che salgono al rifugio; ci portiamo invece sul suo lato destro, seguendo una strada sterrata che lo percorre interamente, per poi salire ad un secondo e più piccolo pianoro, che costituisce una piccola perla: nelle giornate limpide lo scenario è di un'incredibile solarità (vedi foto sotto, a sinistra).
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Nella salita possiamo, inoltre, ammirare da vicino il poderoso fianco rossastro dei Corni Bruciati, che avremo modo di osservare, durante il cammino, da diversi profili.
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La strada termina, per lasciare il posto ad una traccia di sentiero
che ben presto, però si perde. Dobbiamo tagliare il pianoro fino al
suo lato terminale sinistro, per cercare una nuova traccia che sale
ad una seconda pianetta: ci ritroviamo così ai piedi dell'impressionante
grande morena della Valle di Preda Rossa.
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Un sentierino ne percorre il filo, salendo ripido fino a raggiungere
più o meno la quota del rifugio Ponti, intercettando il sentiero che
da esso si stacca per il monte Disgrazia e per il passo di Corna Rossa.
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Deviando
a sinistra, potremmo raggiungere il rifugio; proseguendo sul filo
della morena, giungeremmo invece ai piedi del ghiacciaio di Preda
Rossa, che viene risalito, in direzione della sella di Pioda, da quanti
scalano il monte Disgrazia. Noi invece scendiamo a destra, superiamo
un torrente che scende dal ghiacciaio, risalendo poi a superare una
seconda morena e seguendo i segnavia che ci fanno avvicinare al fianco
orientale della valle.
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La
traccia ci porta presso un grande masso, sul quale è scritta, in caratteri
molto grandi, l'indicazione del rifugio Desio. Dobbiamo oltrepassare
un pianoro occupato spesso, anche a stagione avanzata, da un nevaio,
prima di giungere ai piedi della costiera, che attacchiamo in corrispondenza
di un nevaio. Questo va risalito in direzione del vertice di sinistra,
oppure in parte fiancheggiato a destra, salendo per gande, ed alla
fine tagliato verso sinistra. Nell'ultima parte la pendenza è significativa,
per cui sono consigliabili i ramponi.
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Tocchiamo
poi un terreno misto costituito da sassi mobili e terriccio, che rende
piuttosto faticosa l'ulteriore salita al passo di Corna Rossa. In
alcuni punti questa è agevolata da corde fisse; bisogna prestare comunque
molta attenzione, perché alcuni passaggi sono esposti. Il passo non
è facilmente riconoscibile sulla costiera, e non possiamo neppure
sperare di vedere il rifugio Desio prima di raggiungerlo, perché questo
è nascosto pochi metri oltre il valico.
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L'unico indizio del fatto che ormai la salita è terminata è il parafulmine,
posto non a caso nei pressi del rifugio: questa zona è estremamente
bersagliata dai fulmini, per il contenuto ferroso delle rocce che
la costituiscono (e che le conferiscono il caratteristico colore rossastro,
che spiega anche il nome della valle, che significa "Pietra rossa"). E' dunque imprudente affrontare la salita con tempo incerto, anche perché non ci si può poi appoggiare al rifugio, dichiarato inagibile dopo le eccezionali nevicate dell'inverno 2000-2001. Dal passo ottima è la visuale sulla valle di Preda Rossa e sulla sua morena centrale; oltre la costiera Remoluzza-Arcanzo si vedono però anche molte delle cime della Val di Mello, a cominciare dall'inconfondibile profilo del pizzo Torrone Orientale, dalla forma a punta di lancia. |
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Sul versante opposto si apre invece lo scenario della Val Airale (Val di Rai) e,
più in basso, della Val Torreggio (Val del Turéc').
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Non
ci possiamo dunque fermare ai 2836 metri del rifugio Desio, ma dobbiamo
intraprendere la discesa, seguendo le indicazioni ed i segnavia, prima
per sfasciumi, lungo la valle Airale (attenzione a non prendere a
sinistra per il lago della Cassandra), poi su terreno meno faticoso,
nell'alta Val Torreggio (Val del Turéc'), dove, in una bella piana disseminata di larici,
raggiungiamo alla fine la meta della prima giornata, il rifugio Bosio
(m. 2086, vedi foto sotto, a destra), dopo aver varcato il torrente
Torreggio su un bel ponte, collocato recentemente dai cacciatori. Questo stesso percorso, effettuato però partendo dal rifugio Ponti,
costituisce un classico prolungamento del celeberrimo Sentiero Roma,
ed anche un tratto del Sentiero Italia Lombardia nord 3 - direttrice
settentrionale.
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