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CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

Una facile ascensione, alla portata di tutti, che permette di raggiungere un osservatorio privilegiato sulle vette dei gruppi del Disgrazia, del Bernina e dello Scalino, oltre che sull'intera catena orobica, è quella al monte Canale (m. 2522, chiamato anche monte Erbea), che sorveglia il fianco sud-occidentale della Valmalenco.
Raggiungiamo Sondrio ed imbocchiamo la strada che porta in Valmalenco, per staccarcene però ben presto, non appena incontriamo la deviazione a sinistra per Triangia. Raggiunta la frazione, proseguiamo nella salita su una comoda strada asfaltata, che supera la frazione Ligari e sale, con diversi tornanti, sul fianco orientale del monte Rolla, diventando, ad un certo punto, strada sterrata.
In località Forcola (m. 1610) vale la pena di fermarsi e di ammirare lo scorcio che si apre, improvviso, sulla testata della Valmalenco. Potremmo anche lasciare qui l'automobile, allungando di un'ora circa la salita, ma godendoci, in compenso, l'ulteriore salita in un bel bosco e risparmiando parecchio sull'usura degli ammortizzatori (il fondo, infatti, peggiore nel tratto seguente). Se invece continuiamo, raggiungeremo l'alpe Poverzone, dove, su un piccolo dosso, è posta, a 1908 metri, una grande croce che domina Sondrio. Raggiungiamola e gustiamo il superbo scenario orobico: la parte centrale della catena si apre infatti davanti ai nostri occhi.
Lasciata qui l'automobile, proseguiamo sulla sterrata, fino all'alpe Prato Secondo (m. 1928),
dove invece è lo scenario della bassa Valtellina ad aprirsi davanti ai nostri occhi.
Anche d'inverno, quando il freddo morde, in una giornata di sole questa escursione riserva scenari di una luminosità nella quale si immerge ogni passo.
Stiamo aggirando il fianco sud-orientale del monte Rolla e ben presto giungiamo in vista dell'alpe Marscenzo,
che però non raggiungiamo, in quanto, in corrispondenza del piede dell'ampio vallone che scende dall'evidente bocchetta del Valdone (posta fra il monte Rolla, a destra, ed il monte Canale, a sinistra), ci stacchiamo dalla strada per salire verso la bocchetta, seguendo un'incerta traccia di sentiero.
Se dovessimo perderla, non dobbiamo eccessivamente preoccuparci: la bocchetta (m. 2176) è facilmente raggiungibile anche salendo a vista, perché la pendenza del canalone è moderata.
Sul versante opposto ci appare il solco ben più scosceso della val Valdone, prima laterale di destra della Valmalenco, ma anche un ottimo colpo d'occhio sulla media Valtellina.
A questo punto inizia la salita al monte Canale, molto semplice, perché ne sfrutta il crinale meridionale, sul quale si trova anche una debole traccia di sentiero.
Il punto più faticoso è proprio il primo, perché ha la pendenza maggiore; poi il crinale si addolcisce, e giungiamo anche ad una piccola pianetta, dove intercettiamo una traccia di sentiero, segnalata con segnavia bianco-rossi, che proviene dalla nostra sinistra e sale dalla bocchetta che separa l'alpe Marscenzo dall'ampia conca che sovrasta l'alpe d'Arcoglio.
A questo punto abbiamo anche i segnavia, che rendono ancora più semplice la salita, che, nell'ultimo tratto, tende ad appoggiarsi al versante orientale (destra), mentre quello occidentale è un po' esposto.
Raggiunta la vetta,
non abbiamo che da contemplare gli scenari che si aprono davanti ai nostri occhi, dal gruppo dell'Adamello, in fondo, ad est, ai gruppi dello Scalino, del Bernina e del Disgrazia.
Ottima è anche la visuale sulle valli laterali del fianco occidentale della bassa Valmalenco.
La testata della Valmalenco, poi, si mostra in tutta la sua maestosa interezza.
La catena orobica ci appare in tutta la sua estensione ed anche il colpo d'occhio sulla media e bassa Valtellina è davvero ampio.
Nella discesa possiamo anche, come variante, seguire la traccia che scende a destra, segnalata, verso la bocchetta citata, anche se bisogna prestare molta attenzione nell'ultimo tratto, perché ci sono alcuni passaggi esposti. Poi si può continuare a seguire il crinale, che ci permette di gettare anche uno sguardo al fianco occidentale del monte Canale, roccioso e dirupato, quindi molto diverso da quelli meridionale ed orientali, erbosi.
Alla prima traccia utile, infine, possiamo comodamente scendere sulla strada sterrata (che prosegue fino all'alpe Colina), percorrendo la quale in senso opposto raggiungiamo l'alpe Marscenzo, per poi tornare alla nostra automobile.

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