Apri qui una fotomappa del versante retico di Castione Andevenno

Il monte Rolla (m. 2277) rappresenta la prima elevazione che è posta sul limite sud-occidentale della Valmalenco e la separa dal versante retico mediovaltellinese. Si può dire che sia il monte di Sondrio: dal capoluogo, infatti, è il suo profilo a dominare il panorama in direzione nord-ovest; inoltre rappresenta il punto di massima elevazione del territorio comunale. Sul suo versante meridionale si splendono luminosi alpeggi che possono essere visitati con una bella escursione ad anello che parte dalla carrozzabile Triangia-Ligari. L'escursione non propone passaggi pericolosi, ma bisogna stare attenti a non perdere il sentiero nella salita da Soverna ai Prati Piastorba. Una variante interessante risale per boschi il versante sopra la Forcola e raggiunge l'alpe Poverzone: può essere un'alternativa alla comoda ma un po' monotona pista sterrata.


Apri qui una panoramica dall'alpe Forcola

L'ANELLO PIASTORBA-FORCOLA-POVERZONE

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Soverna-Piastorba-Forcola-Poverzone-Forcola-Prati Ligari-Soverna
5-6 h
820
E (EE)
SINTESI. Saliamo in automobile da Sondrio a Triangia, saliamo fra le case del paese e proseguiamo sulla carozzabile che sale a Ligari. Imbocchiamo la seconda deviazione a sinistra (ad un tornante dx), per la località Soverna. Non troviamo, all’imbocco, alcun cartello, se non quello che annuncia una strada senza sbocco. Parcheggiata l’automobile, non saliamo verso Soverna ma prestiamo attenzione, sul ciglio destro della strada, ad un evidente segnavia su un masso, una bandierina bianco-rosso-bianca.Da qui, cioè da una quota di 1160 metri circa, inizia la nostra lunga camminata. Il segnavia sul masso sul ciglio della strada è il nostro punto di riferimento: dobbiamo imboccare, qui, non il sentiero più evidente, che sale verso destra, ma quello che, con andamento, all’inizio, quasi pianeggiante, punta a sinistra. Si tratta di un sentiero segnalato da segnavia bianco-rossi, che nel primo tratto sale, in uno splendido bosco, in direzione nord-ovest (sinistra), poi, a quota 1289, propone un bivio da non perdere. Un sentiero (più sporco) prosegue diritto per i Prati della Piana, mentre un secondo, marcato, piega a destra e sale diritto in direzione nord-est. Dobbiamo imboccare questo secondo sentiero, che sale diritto in pecceta, fino ad uscirne al limite basso dei Prati Piastorba (m. 1602). Tagliamo in diagonale i prati portandoci al limite alto di destra (nord-est), dove giunge una pista che seguiamo fino ad intercettare la pista principale Forcola-Poverzone. La seguiamo scendendo per una decina di minuti fino ai prati della località Forcola (m. 1610). Dopo aver visitato i prati, dobbiamo salire all'alpe Poverzone, e possiamo farlo seguendo in salita la pista appena percorsa. In alternativa, con esperienza escursionistica e senso dell'orientamento, possiamo salire sul versante boscoso a monte dei prati della Forcola. In questo caso torniamo indietro sulla pista fino al primo tornante sinistrorso che la strada (ancora asfaltata) imbocca oltrepassati i prati. Troviamo, qui, un sentierino che se ne stacca sulla destra, in corrispondenza di una fontana, inoltrandosi nel bosco. Lo imbocchiamo, trovando, dopo pochi passi, un bivio, al quale prendiamo a sinistra. Il sentiero comincia a salire, dapprima verso destra, poi con una serie di tornantini, guadagnando quota 1700. Qui la traccia tende a perdersi: proseguendo verso destra, dopo una breve discesa ci troviamo in un’ampia radura, con ottimo colpo d'occhio panoramico sulla testata della Valmalenco. Ora, invece di proseguire verso destra, pieghiamo a sinistra, su labile traccia, risalendo il versante montuoso fino ad una bella conca, a quota 1740, con un piccolo promontorio, nel bosco: qui pieghiamo di nuovo a destra e riprendiamo a salire, su traccia abbastanza visibile. Superata una roccetta sul sentiero, troviamo un paio di tornantini, e proseguiamo a salire verso destra. La salita ci porta nel cuore di una sorta di corridoio, nel cuore di una splendida macchia di larici, fino ad una sorta di pianoro, a quota 1800, dove la traccia si perde. Qui si trova, ben nascosta, anche una sorgente. Invece di prendere a destra, in direzione del fianco del versante, portiamoci, sulla sinistra, al centro di un largo corridoio, e saliamo gradualmente, finché il bosco tende a chiudersi davanti a noi. Troviamo, però, una traccia che ci permette di districarci fra le fitte piante, verso sinistra e che, in breve, ci porta fuori dal bosco, sul limite inferiore di un’ampia fascia di prati che sale verso ovest: si tratta della parte più bassa dell’alpe Poverzone. Risalendo i prati, su debole traccia, raggiungiamo le baite dell’alpe (quota 1900), alle quali possiamo giungere anche, proseguendo a piedi o in automobile, sulla carozzabile con fondo accidentato. Il ritorno a Soverna può avvenire per la medesima via di salita oppure seguendo per intero la pista prima e la carrozzabile poi che scendono da Poverzone a Ligari ed a Triangia.


I Prati della Forcola

Imbocchiamo da Sondrio la strada provinciale della Valmalenco, salendo fino al ripiano di Mossini. Qui la strada, che descrive un’apia curva a sinistra passando a sud del paese, torna poi verso destra. A questo punto dobbiamo imboccare lo svincolo che se ne stacca sulla sinistra (segnalazioni per S. Anna e Triangia), percorrendo la strada che con diversi tornanti sale verso ovest, passando per le frazioni di S. Anna e Pradella di Sopra, si affaccia al limite orientale del lungo corridoio di Triangia.


Sentiero Soverna-Piastorba

Lasciamo la strada che poi scende verso Castione e prendiamo a destra, entrando nell’abitato di Triangia e passando davanti alla chiesa di San Bernardo. Usciti dal paese, proseguiamo sulla strada, che in diversi punti ha una carreggiata un po’ stretta, per Ligari (segnalazioni per Ligari e per il laghetto di Triangia). Ignoriamo, a quota 890, la deviazione a destra per il laghetto di Triangia, e proseguiamo fino alla frazione di Ligari, che riconosciamo anche per il caratteristico oratorio a pianta ottagonale che si trova appena a sinistra della strada (m. 1092). Oltre Ligari, ignoriamo una prima deviazione a sinistra per la località Barboni (un simpatico cartello segnala un’immaginaria… Barbon City), per imboccare, invece, ad un tornante destrorso, la seconda deviazione, sempre a sinistra, per la località Soverna.


Le baite basse dei Prati Piastorba

Non troviamo, all’imbocco, alcun cartello, se non quello che annuncia una strada senza sbocco. Parcheggiata l’automobile, non saliamo verso Soverna ma prestiamo attenzione, sul ciglio destro della strada, ad un evidente segnavia su un masso, una bandierina bianco-rosso-bianca.Da qui, cioè da una quota di 1160 metri circa, inizia la nostra lunga camminata. Il segnavia sul masso sul ciglio della strada è il nostro punto di riferimento: dobbiamo imboccare, qui, non il sentiero più evidente, che sale verso destra, ma quello che, con andamento, all’inizio, quasi pianeggiante, punta a sinistra. Si tratta di un sentiero segnalato da segnavia bianco-rossi, che nel primo tratto sale, in uno splendido bosco, in direzione nord-ovest (sinistra), poi, a quota 1289, propone un bivio da non perdere.


Prati Piastorba

Un sentiero (più sporco) prosegue diritto per i Prati della Piana, mentre un secondo, marcato, piega a destra e sale con poche svolte in direzione nord-est. Dobbiamo imboccare questo secondo sentiero, che sale diritto in pecceta, fino ad uscirne al limite basso dei Prati Piastorba (in passato chiamata Ciasturba, m. 1602).
Si tratta di una fascia di prati straordinariamente panoramica, soprattutto verso sud, perché dmoniniamo con lo sguardo l'intera catena orobica, dalle cime della Val Belviso, alla nostra sinistra, al corno del monte Legnone, a destra.


I Prati Piastorba

Tagliamo in diagonale i prati portandoci al limite alto di destra (nord-est), dove giunge una pista che seguiamo fino ad intercettare la pista principale Forcola-Poverzone. La seguiamo scendendo per una decina di minuti fino ai prati della località Forcola (m. 1610).


La testata della Valmalenco vista dall'alpe Forcola

Il toponimo "Forcola" è piuttosto diffuso (c'è una Valle della Forcola in Val Chiavenna ed una Valle della Forcola di Livigno, c'è un comune di nome Forcola,...), ed indica un luogo segnato da una piccola forca, cioè valico, passaggio, oppure da una biforcazione. E' questo secondo il caso dei prati della Forcola, perché da qui di diramano due itinerari, uno, in direzione nord, verso la Val Valdone e quindi la Valmalenco ed il secondo, che ci interessa, in direzione ovest, verso l'alpe più alta nel territorio di Sondrio, l'alpe Poverzone.


I prati della Forcola

La località è straordinariamente panoramica, perché a nord si apre un ampio scorcio sulla Valmalenco e la sua testata. A sinistra si individua la triade Tremoggia-Malenco-Entova, poi una sequenza di cime marcate e nondimento importanti (come la Sella ed i pizzi Gemelli) quindi, imperiosa, la triade dei pizzi Roseg, Scerscen e Bernina ed infine la diade dei pizzi Argient e Zupò e l'innevato pizzo Palù. A sud si ripropone la sfilata delle cime orobice, mentre a sinistra occhieggia il gruppo dell'Adamello.
Il ripiano dell'alpe sembra presidiato dalla presenza tutelare di grandi massi erratici, che le conferiscono un'aura arcana.


I prati della Forcola incorniciati dalla testata della Valmalenco

Dopo aver visitato i prati, dobbiamo salire all'alpe Poverzone, e possiamo farlo seguendo in salita la pista appena percorsa. In alternativa, con esperienza escursionistica e senso dell'orientamento, possiamo salire sul versante boscoso a monte dei prati della Forcola. In questo caso torniamo indietro sulla pista fino al primo tornante sinistrorso che la strada (ancora asfaltata) imbocca oltrepassati i prati.


Salendo all'alpe Poverzone

Troviamo, qui, un sentierino che se ne stacca sulla destra, in corrispondenza di una fontana, inoltrandosi nel bosco. Lo imbocchiamo, trovando, dopo pochi passi, un bivio, al quale prendiamo a sinistra. Il sentiero comincia a salire, dapprima verso destra, poi con una serie di tornantini, guadagnando quota 1700. Qui la traccia tende a perdersi: proseguendo verso destra, dopo una breve discesa ci troviamo in un’ampia radura, con ottimo colpo d'occhio panoramico sulla testata della Valmalenco. Ora, invece di proseguire verso destra, pieghiamo a sinistra, su labile traccia, risalendo il versante montuoso fino ad una bella conca, a quota 1740, con un piccolo promontorio, nel bosco: qui pieghiamo di nuovo a destra e riprendiamo a salire, su traccia abbastanza visibile. Superata una roccetta sul sentiero, troviamo un paio di tornantini, e proseguiamo a salire verso destra. La salita ci porta nel cuore di una sorta di corridoio, nel cuore di una splendida macchia di larici, fino ad una sorta di pianoro, a quota 1800, dove la traccia si perde. Qui si trova, ben nascosta, anche una sorgente.


Colpo d'occhio sulla Valmalenco dal sentierino per l'alpe Poverzone

Invece di prendere a destra, in direzione del fianco del versante, portiamoci, sulla sinistra, al centro di un largo corridoio, e saliamo gradualmente, finché il bosco tende a chiudersi davanti a noi. Troviamo, però, una traccia che ci permette di districarci fra le fitte piante, verso sinistra e che, in breve, ci porta fuori dal bosco, sul limite inferiore di un’ampia fascia di prati che sale verso ovest: si tratta della parte più bassa dell’alpe Poverzone. Risalendo i prati, su debole traccia, raggiungiamo le baite dell’alpe (quota 1900), dopo circa tre quarti d’ora di cammino dall’alpe Forcola. Giunti fin qui per il sentierino o per la pista, portiamoci sul dossetto a sud dei prati dell’alpe, dove si trova la grande croce in metallo, sul limite di un ciglio che precipita in un salto roccioso.


La croce dell'alpe Poverzone

L’alpe e la croce sono ancora in territorio del comune di Sondrio. Dalla croce lo sguardo incontra, a nord, i monti Rolla (in primo piano) e Canale. Il panorama sulla media Valtellina si apre in tutta la sua ampiezza, fino al gruppo dell’Adamello. Ben visibili sono, in direzione est, il pizzo Canino e la punta Painale, mentre il pizzo Scalino rimane un po' defilato, sulla sinistra. Tornati sulla strada, vediamo un cartello che indica la direzione di salita al monte Rolla, dato ad un’ora e mezza di cammino.
Termina qui il giro degli alpeggi sopra Sondrio. Il ritorno a Soverna può avvenire per la medesima via di salita oppure seguendo per intero la pista prima e la carrozzabile poi che scendono da Poverzone a Ligari ed a Triangia.


Alpe Poverzone

BRUNO GALLI VALERIO ALL'ALPE PIASTORBA

È interessante, infine, leggere il racconto della salita all'alpe Piastorba effettuata da Bruno Galli Valerio, naturalista ed alpinista che molto amò queste montagna, il 25 agosto 1908: “Le ore che precedono l'alba sono per me fra le più tristi. Salendo da Sondrio a Triangia, alle tre e mezzo del mattino, nonostante il cielo splendido, ho la malinconia nell'anima. Quanti anni sono passati dalla mia ultima ascensione al Rolla, fatta in una giornata freddissima di dicembre, affondando nella neve fino alla cintola. Il mio compagno di allora, l'amico Antonio Facetti, doveva morire qualche anno più tardi al Monte Rosa (agosto 1903). Poco sopra Moroni, un viottolo sassoso mi conduce ai simpatici valloni che stanno ad oriente del lago di Triangia. Fa giorno. Le creste grigie del gruppo dell'Adamello si disegnano nettamente sul cielo arancione. Dalla parte opposta si rizza la cima dello Spluga. Tutt'intorno vi sono splendide eriche in fiore, enormi grappoli rossi di Berberis, bacche scarlatte di Vaccinium sitis ideae. Un saltimpalo ritto su una pietra, mi guarda curiosamente. Il mio pensiero va a colui la cui scomparsa ha lasciato un vuoto sì grande nella mia vita e a cui eran tanto cari i dintorni del lago di Triangia. E risalgo per un bel bosco di pini, fra boscaglie di nocciuola. Fra le piante si vedono apparire le cime delle Alpi Orobie, la valle del Liri e il Legnone. Alle sette, arrivo al pascolo di Ciasturba. Risuona un allegro tintinnio di campanelle. Una ragazzina, in alto sulle coste erbose, con una mandria di pecore, canta a squarciagola...

CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

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