Nel 2005 Rasura, con la XV edizione del trofeo “Memorial Sandro Piganzoli”, è stata teatro della sesta prova del circuito interprovinciale lombardo di Mountain-bike denominato “Circuito Tre Province”, il che testimonia come sentieri, mulattiere e piste che descrivono un fitto reticolo nelle sue montagne costituiscano un ottimo terreno per gli amanti della pedalata negli scenari montani. I percorsi possibili sono davvero diversi. Descriviamo l’anello maggiore Rasura-Sacco-Rasura, menzionando poi alcune delle possibili varianti.
Partiamo dal centro di Rasura (m. 780), e cominciamo a pedalare verso la parte alta del paese, fino al bivio, segnalato, al quale dobbiamo prendere a sinistra, seguendo le indicazioni per il Bar Bianco, del Rifugio della Corte e del lago di Culino ("lach de cülìgn”, toponimo che deriva da "aquilino"). dopo poche centinaia di metri, ci porta, oltrepassata l'edicola del Parco delle Orobie Valtellinesi (a 890 metri, in località Piazza), ad un primo tornante destrorso.
Qui troviamo un cartello che indica la chiesetta di san Rocco: vale la pena di lasciare per qualche minuto l’itinerario principale e, seguendo un comodo sentiero in leggera salita, raggiungere la bella chiesetta, edificata nel 1613 e restaurata nel 1995. Alla chiesetta giunge anche una bella mulattiera che parte dal paese, e che è segnalata come percorso di mountain-bike.
Torniamo, poi, sulla strada asfaltata, che, dopo altri 2 km circa, prima del secondo tornante sinistrorso, ci propone due bivi, a distanza ravvicinata. Al primo si stacca, sulla destra, una pista che scende alle località Rasega, Fontane e Ronchi di sopra, mentre al secondo parte, sulla destra, la stradina asfaltata che, superato il torrente Rio Fiume ("fiüm"), raggiunge i maggenghi di Ronchi, Corte e Tagliate, dove si trova il rifugio Della Corte; proseguiamo, invece, verso sinistra, incontrando, in successione, i cartelli che segnalano i maggenghi di Ova, Larice e Ciani.
In località Ciani termina la strada asfaltata. La successiva salita su pista sterrata conduce, in breve, al rifugio Bar Bianco (m. 1506). Per gli amanti del bike duro segnaliamo che il classicissimo itinerario per l’alpe ed il laghetto di Culino ha un fondo buono, anche se propone, nel primo tratto, pendenze quasi proibitive: perché non provare a salire fino ai 1959 metri del laghetto, per gustare poi una discesa emozionante nello scenario luminoso di uno dei più begli alpeggi di
Val Gerola?
Ma torniamo al nostro anello. Per proseguirlo dobbiamo lasciare la strada Rasura-Bar Bianco alla prima delle due deviazioni a destra sopra menzionate, quella per Rasega, Fontane e Dosso di Sopra. Imbocchiamo, così, una pista sterrata, con qualche tratto in cemento, nella splendida cornice di un bosco di abeti, scavalca il torrente Rio Fiume ("fiüm") su un ponte e scende fino ai prati degli splendidi maggenghi a monte di Mellarolo, con le località Rasega, Fontane e Dosso di Sopra. Un luogo davvero splendido, tranquillo, panoramico. Poi alla strada si sostituisce un largo sentiero, che prosegue nella lunga diagonale della discesa fra prati e baite ben curate, proponendo alcuni suggestivi scorci panoramici sulla bassa Valtellina e sulle cime del gruppo del Masino. Il fondo non è del tutto regolare, per cui prestiamo attenzione e moderiamo la velocità.
Alla fine raggiungiamo il punto terminale di una pista sterrata che sale fin qui da Sacco. La discesa propone qualche tratto un po’ ripido, ma nel complesso è riposante e panoramica (oltre ai begli scorci sulla bassa e media Valtellina, alcuni tratti propongono suggestivi scorci su Mellarolo e Rasura). Scendendo, raggiungiamo anche il punto nel quale alla pista si congiunge, da sinistra, la bella e ripida mulattiera che da Sacco sale alla Corte. Seguiamo la pista fino al suo termine, passando per la chiesetta di S. Bernardo e, attraversata una splendida conca di prati, raggiungiamo le case alte di Sacco e scendiamo alla splendida piazza del paese, con la chiesa parrocchiale di S. Lorenzo (m. 700).
A Sacco possiamo scendere anche per una via diversa, non priva di interesse. Invece di seguire la pista che scende a Sacco fino in fondo, poco dopo il suo inizio, nel tratto alto, la lasciamo, staccandocene sulla destra alla prima mulattiera incontrata. Questa piega subito a destra, entra nel bosco e, dopo aver toccato una baita isolata ed attraversato un ruscello, torna ad uscire all’aperto nella parte alta di una fascia di prati posta immediatamente a monte di Mellarolo. La successiva discesa ci porta alla parte alta del paese, dove arriva la stradina asfaltata che, staccandosi, sulla destra, dalla ex ss. 405, ora strada provinciale, della Val Gerola poco prima di Rasura, permette di salire al paese. È, questo, un paese che profuma ancora d’antico: un profumo che si respira soprattutto sostando sul piccolo sagrato della chiesa dedicata alla Beata Vergine dell’Assunta (m. 816).
Possiamo, ora scegliere se tornare direttamente a Rasura, scendendo sulla strada asfaltata fino alla ex ss. 405, ora strada provinciale, e proseguendo in salita, oppure portarci a Sacco. Nel secondo caso, dobbiamo raggiungere la parte settentrionale del paese (cioè dirigerci, dalla chiesa, verso sinistra, se scendiamo): lì troveremo la partenza del sentierino che raggiunge le baite della località Sponda (dove un divertente segnale ci invita a non superare i 10 km/h per… attraversamento pedonale di galline), per poi proseguire la discesa entrando in una selva e scavalcando il torrentello di una valle minore su un ponte in cemento. La sede è in qualche tratto stretta, ma il fondo è discreto. Il sentiero diventa poi una pista sterrata che, dopo essere passata a valle di una casa sulla cui facciata è ben visibile un pregevole dipinto assai antico, raggiunge le prime case di Sacco.
Vediamo, ora, come tornare da Sacco a Rasura. Si potrebbe sfruttare la ex ss. 405, ora strada provinciale, della Val Gerola, ma è molto meglio utilizzare la pista che corre più in basso, nelle frazioni a valle della strada. Per imboccarla, dobbiamo scendere alla ex ss. 405, ora strada provinciale,, percorrere un breve tratto in salita e cercare, alla nostra sinistra, il cartello con l’indicazione del Mulino del Dosso e del Museo etnografico Vanseraf. La stradina asfaltata, dopo un gruppo di case, termina nei pressi di una fontana, diventando una pista che porta al vecchio Mulino del Dosso, ora ristrutturato come museo etnografico da Serafino Vaninetti (di qui la denominazione di museo Vanseraf), aperto il sabato e la domenica, dalle 14.00 alle 18.00 (o anche in altri giorni, previa prenotazione). Il mulino è posto in prossimità della cascata della Füla, che possiamo osservare dal ponticello sul torrente della valle denominata “Il Fiume”.
Proseguendo sulla pista, raggiungiamo, infine, la parte bassa di Rasura, portandoci proprio sotto la bella chiesa parrocchiale di san Giacomo, dalla quale risaliamo facilmente alla ex ss. 405, ora strada provinciale, che attraversiamo per riportarci alla piazza centrale del paese, dove abbiamo lasciato l’automobile.
Segnaliamo, infine, una variante molto tecnica, adatta solo ad atleti molto preparati e da affrontare con un mezzo in perfette condizioni. Si tratta della variante che passa per il rifugio Della Corte. Si tratta di salire da Rasura al bivio per la Corte e le Tagliate, imboccare la stradina e portarci fino alla zona del rifugio e della chiesetta. Poi, torniamo per un tratto indietro, fino a trovare, sulla destra, la partenza della mulattiera che scende a Sacco. Si tratta di una mulattiera ben conservata, con fondo lastricato in pietre, che però, per buona parte, ha una pendenza molto ripida (per questo richiede una sicura preparazione tecnica e freni in ottime condizioni). Al termine della discesa, intercettiamo la già citata pista che sale da Sacco; seguendola in discesa, raggiungiamo Sacco e torniamo a Rasura per la via sopra descritta.

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