Quando anche gli sciocchi sono indispensabili
Esiste,
in molti dialetti valtellinesi, l’espressione: “Te se ‘n
tananài”, che significa, più o meno, “sei
uno sprovveduto, uno sciocco”. Una leggenda, diffusa a Villa di
Tirano, ne spiega l’origine. Essa rimanda ad uno sfondo storico
ben preciso, momento fra i più tristi della storia valtellinese.
Correva l’anno 1629, quando i lanzichenecchi calarono nella valle
dalla val Bregaglia e dalla val san Giacomo, e, prima di proseguire
per il lecchese, il milanese e Mantova, vi restarono quanto bastò
per portare il terribile morbo della peste. Si trattava di quell’epidemia
resa famosa dalla descrizione manzoniana ne “I promessi sposi”.
Il flagello della peste, che seguì quello dei saccheggi e delle
devastazioni, che sempre si accompagnano al passaggio di eserciti, fece
strage anche nel tiranese, tanto da indurre molti a cercare scampo sui
monti.
Fra i fuggiaschi che lasciarono Villa di Tirano vi erano anche tre donne,
Caterina, Lucia e Giuseppina, che trovarono rifugio in un “bait”
(baitello usato per la conservazione di alimenti) in località
Bursée. |
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