CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri).
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La Val di
Rèzzalo è, dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, una
delle più interessanti, anche se non una delle più frequentate,
dell'Alta Valtellina. Essa offre opportunità diverse: dalla semplice
passeggiata in uno scenario aperto, luminoso e tipicamente alpestre,
alla più impegnativa escursione al Passo dell'Alpe, dal percorso in
mountain-bike, reso possibile da un tracciato quasi interamente
ciclabile per la presenza di una strada militare, a quello
sci-alpinistico, che offre una lunga ed indimenticabile opportunità
di scivolare dal punto di arrivo degli impianti di risalita di
Valfurva fino a Fumero, nella bassa Val di Rezzalo. Il tutto in una
sinfonia di colori e luci che ricorda valli ben più famose, ma non
per questo più belle. |
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Essa, in
territorio del comune di Sondalo, si presenta come una diramazione
laterale ad oriente della Valdisotto, e confina ad est con la Valle
del Gavia, in territorio della Provincia di Brescia. Si tratta anche
di un ambiente protetto, in quanto rientra nel Parco nazionale dello
Stelvio.
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Per
salirvi bisogna raggiungere Le Prese, lasciando la ss. 38 dello
Stelvio, dopo Sondalo, allo svincolo relativo (oppure anche
lasciandola allo svincolo per Sondalo e percorrendo un breve tratto
sul vecchio tracciato, in direzione nord, cioè verso Mondadizza e Le
Prese). Raggiunte Le Prese (m. 949), dobbiamo portarci sul lato
orientale della valle (cioè a destra per chi sale), dove, guidati
dai cartelli, imbocchiamo la strada che sale verso Frontale (m.
1166), che raggiungiamo dopo circa un chilometro e mezzo di salita.
Stiamo salendo sul fianco settentrionale della valle, che si
presenta piuttosto ripido; lo è ancor più il versante opposto,
occupato da pinete che sembrano precipitare nella forra terminale
della valle, denominata "Calderone di Fumero", perché con il loro
impeto le acque del torrente Rezzalasco, che si precipita sul
fondovalle dopo una corsa di 9 km, sembrano ribollire come in un
grande calderone. |
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La strada
passa a monte della cinquecentesca chiesa parrocchiale di S. Lorenzo
martire e, dopo altri 4,5 km circa, nei quali supera un versante in
diversi punti scosceso (com'è testimoniato dalla presenza di una
galleria paramassi), conduce a Fumero, piccolo nucleo di case e
baite posto a 1464 metri e quasi sospeso sul ciglio di prati assai
ripidi, che precipitano nel solco profondo della valle. |
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La strada
asfaltata, che passa a destra della cinquecentesca chiesetta di S.
Antonio Abate, termina poco oltre, ad una piazzola che funge da
parcheggio. |
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Potremmo,
per la verità, percorrere ancora un tratto sterrato, fino alla
località di Fontanaccia, a 1498 metri, dove termina il percorso
aperto a tutti i veicoli: la pista che parte da qui, oltre che
presentare un fondo irregolare, è chiusa al traffico dei veicoli non
autorizzati. Un cartello ci informa che parte da qui un lungo
percorso (13 km), privo di difficoltà, che richiede 5 ore di cammino
ed è contrassegnato dai numeri 22 e 19. Si tratta del percorso che,
valicato il passo dell'Alpe (m. 2461), in fondo alla valle, scende
nella valle dell'Alpe, laterale della valle del Gavia, fino al ponte
dell'Alpe (m. 2293), sulla strada che da S. Caterina Valfurva sale
al passo di Gavia, per poi proseguire, in Valle di Gavia, verso il
passo (destra), fino al rifugio Berni (m. 2591). |
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Avendo a
disposizione due automobili, lo si può percorrere interamente; in
caso contrario, è comunque assai gradevole ed affascinante una
salita al passo con ritorno per il medesimo itinerario di andata.
L'itinerario sfrutta una pista tracciata durante la Prima Guerra
Mondiale, nel quadro di un articolato sistema di opere difensive
volte a prevenire gli effetti disastrosi di un eventuale sfondamento
austriaco sul fronte dello Stelvio e dell'Adamello. Il presidio del
passo dell'Alpe, in tale ottica, sarebbe stato di fondamentale
importanza per un'eventuale controffensiva. La pista è stata
successivamente allargata, ed ora è carrozzabile fino alla località
di Tegiacce, ad una quota di 2218 metri. Questi 8 km di pista, da
Fumero a Tegiacce, rappresentano, per la pendenza media non
eccessiva, un ottimo percorso di mountain-bike. Ma di ciò diremo.
La prima parte della pista si sviluppa su diversi tornanti, nella
fresca cornice di splendidi boschi di abeti rossi: il torrente
Rezzalasco corre a poca distanza, sulla destra, ed in diversi punti,
lasciando la strada, possiamo raggiungerne facilmente la riva ed
ammirare il gioco di luci generato dalle acque che scendono
impetuose. |
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La
pendenza è abbastanza marcata, per cui guadagniamo quota con una
certa rapidità,
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raggiungendo la località Le Gande, a 1733 metri, dove sgorga una
sorgente copiosa, le cui acque confluiscono nell'acquedotto di
Sondalo, servendo anche l'ospedale regionale Morelli. |
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Poi
usciamo dai chiaroscuri del bosco, ed approdiamo alla splendida
conca verde che ospita le baite di Macoggia (m. 1853, sul lato
opposto della valle rispetto a quello che percorriamo, cioè sul lato
di destra per chi sale). Un cartello segnala una deviazione a sinistra che porta, dopo breve salita, al rifugio La Baita Val di Rezzalo, unico punto di appoggio per chi risale la valle. |
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Qui si trova anche la chiesetta di S. Bernardo
di Chiaravalle (m. 1851), consacrata nel 1672. La scelta della dedicazione
appare quanto mai azzeccata: il grande monaco del XII secolo,
infatti, fondatore dell'ordine dei Cistercensi, esortava a fuggire
dalle città, per trovare la salvezza nelle foreste e nei luoghi
solitari, fra alberi e pietre. E qui, forse, in una giornata lontana
dal cuore della stagione estiva, si sarebbe sentito a casa sua,
immerso nella profonda solitudine montana. Una targa, nei pressi
della chiesa, ci riporta, invece, a tempi molto più vicini ai
nostri, in quanto ricorda il contributo della valle alla lotta della
Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale. |
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La
strada, con andamento pianeggiante, attraversa i prati, passando per
le baite di Gnera, di Mainivo, di Ronzon (o Ronzone) e del Merlo
(dove si trova anche un'area attrezzata per il pic-nic), |
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raggiungendo il punto nel quale la valle piega leggermente a destra, |
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cioè
passa da un orientamento verso nord-est ad un orientamento verso
est-nord-est ed infine verso est. |
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Non
possiamo mancare di ammirare la bellezza di queste baite, |
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costruite
in legno e pietra, spesso nell'Ottocento, |
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con il
tetto in piode di scisto, e talvolta anche in legno. |
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Attraversando la piana, abbiamo l'impressione che essa sia chiusa da
un versante coperto di ontani, solcato da una profonda forra, il
Sassello. In realtà si tratta di una soglia che ci introduce ad un
pianoro superiore. |
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La
strada, oltrepassato il Merlo, supera su un ponticello il Rezzalasco
e si porta sul lato destro (per chi sale) della valle, risalendo,
con qualche tornante, il versante e portandoci ad un punto dal quale
possiamo dominare
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la
profonda spaccatura che il torrente ha scavato nella roccia con
l'inesorabile pazienza di un lavoro millenario. |
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La valle
mostra, qui, una nuova e meno ampia conca, chiusa da una nuova ed
ultima curva del suo andamento, questa volta a sinistra, cioè
dall'orientamento verso est a quello verso nord-est. Sui suoi
fianchi i boschi non ci sono più. Si vedono, invece, alla nostra
sinistra (nord) le baite della località Tegiacce (m. 2218, in
posizione rialzata rispetto al piano della valle), mentre a destra
troviamo quelle della località di Clevio (m. 2153), dove un cartello
segnala il bivio fra la pista, che prosegue verso il passo dell'Alpe
ed il sentiero che sale verso Bertolda. |
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Sempre
alla nostra destra, si mostrano, in primo piano, le cime della
dorsale meridionale dell'alta valle, |
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vale a
dire, da destra, il Corno dei Becchi (m. 2822), la cima Savoretta o
punta di Valmazza (m. 3096, riconoscibile per la lingua della
vedretta di Savoretta che scende per un breve tratto alla sua destra
e che alimenta il Rio di Savoretta) |
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e la
massiccia mole del monte Gavia (m. 3223. Meno marcate e più dolci
appaiono, invece, le cime della dorsale settentrionale, che scende
verso ovest e sud-ovest dal monte Sobretta, cioè, dalla nostra
sinistra, il corno di Boero (m. 2878), la punta di Pollore (m. 2933)
e il corno di Profa (m. 3078), alle spalle dei quali si nasconde uno
splendido gruppo di laghetti di alta montagna (i laghi Brodeg, Stelu
e delle Tre Mote, in alta valle di Presure). |
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Attraversando la conca, |
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troviamo
un ponticello che ci riporta sul lato sinistro (per noi) della
valle. La pista lascia il posto ad una comoda mulattiera, che risale
un piccolo sistema di dossi erbosi, effettuando prima un'ampia curva
a destra, poi una a sinistra, ed infine un'ultima curva a destra,
che conduce all'ampio corridoio del passo dell'Alpe (m. 2461). |
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Nell'ultimo tratto di salita comincia a mostrarsi, sulla nostra
destra, oltre il passo, la regolare piramide del monte Tresero (m.
3594). Mentre alla nostra destra si impone un ampio fianco montuoso
occupato da sfasciumi, |
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più dolce
è lo scenario alla nostra sinistra, che mostra il profilo
arrotondato di alcuni grandi dossi erbosi che scendono verso sud dal
monte Sobretta (m. 3296), che dal passo non si vede. |
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Il passo,
ampio e luminoso, ispira un senso di serenità ed armonia, anche se
sono ancora visibili i segni del sistema di fortificazioni che
avrebbe dovuto farne un secondo fronte da tenere, in caso di
sfondamento di quello dello Stelvio. Il panorama raggiunge, in
direzione nord-est, il gruppo dell'Ortles-Cevedale, |
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mentre,
guardando alla Valle di Rezzalo, scorgiamo, sul fondo, in una
piccola finestra a sud-ovest, le cime della Val Grosina Occidentale,
ed in particolare il corno della cima Viola.
Sul passo troviamo un cartello che segnala che stiamo percorrendo un
tratto dell'Alta Via della Magnifica Terra: scendendo la valle
dell'Alpe possiamo raggiungere il ponte dell'Alpe in 30 minuti, per
poi risalire al rifugio Berni, dato ad un'ora e 45 minuti dal passo;
scendendo, invece, in Val di Rezzalo possiamo raggiungere la
Fontanaccia sopra Fumero in 3 ore. In realtà un paio di ore bastano
per la discesa con buon passo a Fumero, mentre la salita da Fumero
al passo richiede circa tre ore o poco più, necessarie per superare
un dislivello di 1000 metri. |
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La Val
di Rezzalo, come già detto, offre l'opportunità di uno splendido
percorso di mountain-bike, anche se i tratti più alti, in prossimità
del passo, soprattutto sul versante della Valle dell'Alpe, non sono
interamente ciclabili. Se non si hanno a disposizione due automobili,
si metta, però, in conto la necessità di un lungo tratto su strada
asfaltata in Valdisotto ed in Valfurva, dalle Prese a S. Caterina
Valfurva e da qui, sulla strada per il Gavia, fino al ponte dell'Alpe.
La quantificazione del tempo necessario per chiudere questo anello,
che potrebbe essere chiamato anello del Sobretta, è difficile, in
quanto legata a diversi fattori, e soprattutto all'allenamento ed alla
resistenza fisica di chi lo effettua, ma potrebbe essere quantificato
in circa 7 ore. Il dislivello è di circa 1350 metri.
Va, infine, segnalato che la Val di Rezzalo si presta anche
ottimamente alla pratica dello sci-alpinismo. Sfruttando, infatti, gli
impianto di risalita di S. Caterina Valfurva, sul monte Sobretta, si
può effettuare una discesa, dal Dosso Sobretta, al passo dell'Alpe, e
da qui lungo l'intera valle, fino a Fumero.
GALLERIA DI IMMAGINI
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