Immedietamente ad est della Valmalenco si colloca la misteriosa val di Togno, di cui la val Painale rappresenta la sezione terminale.

Siccome non è facile accedere a questa valle, in quanto il cammino necessario è piuttosto lungo, essa si propone come meta elettiva per quegli escursionisti che amano scoprire gli scenari alpini meno frequentati e conosciuti.
Per arrivarci dalla Val di Togno, abbiamo due possibilità: la salita lungo la sterrata che parte da Arquino e raggiunge il rifugio Val di Togno, pista che tuttavia è chiusa al traffico dei mezzi non autorizzati, oppure la traversata che parte da Carnale, sopra Montana in Valtellina.
Consideriamo quest'ultima possibilità. A Carnale si giunge salendo da Montagna in Valtellina verso san Giovanni e l'alpe Mara. Ad un bivio, prendiamo a sinistra, seguendo le indicazioni per san Giovanni. Oltrepassata la frazione, raggiungiamo le prime baite del maggengo, posto al di sopra di quota 1200. Portiamo alla parte più alta delle baite, a quota 1280 metri, dove lasciamo l'automobile, per incamminarci sul sentiero, segnalato da un cartello, per la Val di Togno.
Si tratta di un sentiero ben marcato, segnalato da alcuni bolli gialli e viola, che taglia il fianco orientale della valle, guadagnando, nel primo tratto, un centinaio di metri di quota,
per poi cominciare a scendere, superato uno stretto passaggio sul fianco roccioso e dirupato,
sul fondovalle, che raggiungiamo dopo aver superato il corpo di una frana. Qui attraversiamo, su un ponte, il torrente Antognasco
e raggiungiamo, in breve, il rifugio Val di Togno (1317 metri).
Ad ovest del rifugio si imbocca una ben visibile strada sterrata, che si stacca da quella che sale da Arquino. Ben presto alla strada si sostituisce una bella mulattiera che sale alla località Ca' Brunai (1376 m.)
e, sempre mantenendosi sulla destra idrografica della valle, all'alpe Rogneda (1668 m.), dove si avvicina al torrente Antognasco. Qui l'aspetto selvaggio e un po' desolato della valle (caratteristica che ha suscitato nella fantasia popolare la credenza che questi luoghi siano ritrovo prediletto di streghe) è ingentilito da un bel bosco di conifere sul suo lato occidentale.
 Salendo ancora, si raggiunge l'alpe Carbonera, a 1689 metri. Il sentiero riprende sul limite nord-occidentale del prato e, salendo con qualche tornante in un bosco, guadagna i 1816 metri dell'alpe Guat, passando a sinistra di un bel ponticello che conduce alla casera dell'alpe.
Sempre salendo
sinistra (per noi) della valle,
la traccia giunge sotto l'ultimo gradino roccioso dell'alta valle, piegando infine a destra ed attraversando uno stretto corridoio, tenendosi sempre a sinistra del torrente. Il corrodoio immette nell'ampio pianoro terminale della valle, cioè nell'alpe Painale (m. 2057).
Qui la traccia diventa sempre più labile, ma seguendo i bolli rossi tenendosi approssimativamente al centro del pianoro
si giunge
in vista del rifugio,
collocato a destra di una baita e dietro il caratteristico laghetto di Painale.
Il rifugio è posto a 2119 metri di quota,
e si raggiunge da Carnale in circa due ore e mezza di cammino, necessarie per superare 810 metri di dislivello in salita.
A destra del rifugio, si riconoscono il buco del Cacciatore
e la vetta di Ron che lo domina.
Seguendo una traccia di sentiero che dal rifugio porta ai piedi del versante occidentale della valle,
possiamo salire fino al passo degli Ometti (m. 2766), che ci apre lo scenario bellissimo
delle montagne di Valmalenco. Dal passo, con molta attenzione e seguendo i bolli, si può scendere all'alpe Prabello, dove si trova il rifugio Cristina.
Oppure si possono seguire i segnavia rosso-bianco-rossi (radi, per la verità; siamo sul Sentiero Italia, nel tratto Cristina-Cederna Maffina), che ci guidano in una traversata dell'alta valle, sotto lo sguardo della sua cima più alta, il pizzo Scalino.
La prima parte della traversata ci fa perdere gradualmente quota,
fino a 2560 metri circa:
qui, sotto la severa parete occidentale della punta Painale, giunge anche una traccia che sale direttamente dal rifugio de Dosso; i segnavia ci fanno, ora, piegare a sinistra, per risalire un vallone detritico
che ci porta ai 2830 metri del passo Forame,
che si affaccia sulla valle omonima, in alta Val Fontana. la discesa dal passo, che richiede un po' di cautela nel primo ripido tratto, conduce al rifugio cederna Maffina. L'intera traversata dal passo degli Ometti al rifugio è un tratto del Sentiero Italia.

 

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