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GIARDINO BOTANICO DELLE OROBIE ED ANELLO BASSO VAL DI LEMMA-VAL BUDRIA

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Biorca-Val di lemma-Giardino Botanico delle Orobie-Val Budria-Biorca
1 h e 45 min.
300
T
SINTESI. All’uscita della seconda galleria di Paniga (per chi proviene da Milano) della nuova ss 38 impegniamo alla rotonda la terza uscita (indicazioni: Forcola 3km, Tartano 14 km). Dopo poche centinaia di metri si lascia la strada Provinciale Pedemontana Orobica per prendere a destra (strada provinciale 11) ed iniziale a salire lungo l’aspro fianco del Crap del Mezzodì. Dopo dopo 10 tornanti attraversiamo una breve galleria scavata nella roccia e ci affacciamo alla Val Tartano. Altri due tornanti sx e dx ed entriamo a Campo Tartano, uno dei due nuclei principali della valle, passando a sinistra della chiesa di S. Agostino (m. 1060). Proseguiamo fino a Tartano e qui imbocchiamo la strada che scende verso destra alla Biorca (m. 1140), dove parcheggiamo. Percorriamo la pista sterrata della Val Corta fino a trovare sulla sinistra un ponte. Qui la lasciamo, andiamo a sinistra e passiamo sul ponte sul lato opposto del torrente Tartano, salendo sulla mulattiera che corre a ridosso del torrente (marmitta dei giganti) ed intercettando più in alto la medesima pista, in bassa Val di Lemma. Proseguiamo salendo verso sinistra e ci portiamo al Giardino Botanico delle Orobie (m. 1461), al quale ci portiamo grazie ad un ponticello alla nostra destra (m. 1461). Ridiscendiamo sulla medesima pista e, giunti al punto di approdo della mulattiera, stiamo sulla pista che va a sinistra, sale per breve tratto e scende in bassa Val Budria con alcuni tornanti. Intercettiamo così la pista principale. Andando a destra torniamo alla Biorca.


Tartano

Per chi soggiornasse Tartano, al centro dell'omonima valle, una delle più vitali e suggestive delle Orobie valtellinesi, una passeggiata raccomandabilissima è quella che tocca ad anello l'imbocco delle valli di Lemma (val de lèma) e Budria (val de bödre), vale a dire i rami orientale ed occidentale della Val Corta, a sua volta ramo occidentale, rispetto alla Val Lunga, dell'alta Val Tartano.
All’uscita della seconda galleria di Paniga (per chi proviene da Milano) della nuova ss 38 impegniamo alla rotonda la terza uscita (indicazioni: Forcola 3km, Tartano 14 km). Dopo poche centinaia di metri si lascia la strada Provinciale Pedemontana Orobica per prendere a destra (strada provinciale 11) ed iniziale a salire lungo l’aspro fianco del Crap del Mezzodì. Dopo dopo 10 tornanti attraversiamo una breve galleria scavata nella roccia e ci affacciamo alla Val Tartano. Altri due tornanti sx e dx ed entriamo a Campo Tartano, uno dei due nuclei principali della valle, passando a sinistra della chiesa di S. Agostino (m. 1060). Proseguiamo addentrandoci sul versante orientale della valle e raggiungiamo Tartano (m. 1210). Passiamo così a sinistra della chiesa di San Barnaba e dopo un breve tratto imbocchiamo una stradina che scende a destra e porta alla frazione della Biorca (m. 1140). Qui parcheggiamo all'ampio spiazzo.
Alcuni cartelli escursionistici segnalano il sentiero 116 (Barbera è data a 30 minuti ed il passo di Lemma a 3 ore e 30 minuti), il sentiero 113 (il passo di Pedena è dato a 3 ore e 30 minuti) ed il giardino botanico delle Orobie, nostra meta, in bassa Val di Lemma, dato ad un'ora. Poco più avanti un rospo in legno presidia l'edicola del Parco regionale delle Orobie valtellinesi, che parla di “foreste e cime innevate, ultimi rifugi di galli cedroni e pernici bianche” e raccomanda, fra l'altro, di non raccogliere piante e fiori e di non abbandonare rifiuti.


Bassa Val Budria

Ci incamminiamo su una pista sterrata e procediamo verso sud-ovest quasi a ridosso del ramo di Val Corta del torrente Tartano, che, alla nostra sinistra, non si stanca di far sentire la sua voce che domina il panorama sonoro della bassa Val Corta. Alla nostra destra, invece, una fascia di ripidissimi prati sui quali sta abbarbicata una manciata di baite, incuranti di Newton e della sua legge, a partire dal nucleo di Fognini. Seguito dalla Foppa e da Ca' Bona. Davanti a noi si staglia un curiosissimo picco boscoso, sul limite della costiera che separa Val di Lemma e Val Budria, conosciuto localmente come “Züch”.
La pista, dopo un primo tratto quasi pianeggiante, comincia a salire e porta ad una baita (destra) e ad un ponticello alla nostra sinistra. Un gruppo di cartelli ci manda a sinistra per il Giardino botanico delle Orobie (dato a 20 minuti) e la Val di Lemma. Lasciamo, dunque, la pista e passiamo sul ponte dal lato occidentale (di destra, per noi) a quello orientale della valle. Sul lato opposto imbocchiamo un sentiero che comincia a salire tagliando una fascia di prati, mentre alla nostra destra intravvediamo uno scorcio della testata della Val Budria. Sui ripidi prati a valle dello Züch, sul lato opposto dello sbocco della Val di Lemma rispetto al nostro, vediamo le baite della contrada Barbera (m. 1282).


Salendo in Val di Lemma

Saliamo su una mulattiera ben lastricata passando a valle delle baite della contrada Céra Bèla (“céra” è termine dialettale che designa il fieno che si taglia nei luoghi più impervi, ma qui lo scenario è quello gentile del fondovalle). Se guardiamo all'imbocco della Val Budria, dal lato opposto, vediamo la contrada di Bagini (Bagìi). Proseguendo nella salita troviamo il primo di una serie di cartelli che illustrano le diverse valenze dell'acqua. Una piccola ruota di mulino ad acqua che muove un dinamo collegata ad una lampadina ne esprime la valenza energetica.
Entriamo in una macchia e ci approssimiamo al ramo del torrente Tartano di Val Lemma, che scende con rabbiosi salti in una forra. Li possiamo vedere bene, alla nostra destra. Fra corridoio, pozze e salti nella roccia, si mostra anche un'interessantissima marmitta dei giganti (chiamata localmente “culdéra”, cioè calderone). L'acqua che con il suo moto a vortice l'ha scavata ora non la tocca più, ma scende da un piccolo salto a lato.


Marmitta dei Giganti

Il sentiero approda ad una pista sterrata, che proviene, sul nostro lato di destra, dalla Val Budria (è un prolungamento di quella che abbiamo lasciato più a valle). Ci allontaniamo dal torrente e procediamo su questa pista, salendo verso sinistra. Superato un ponticello, ci affacciamo alla bassa Val di Lemma, che mostra scenari più aperti. Alte sui prati alla nostra sinistra riposano le baite della contrada Sciucada o Zoccada (sciücàda, m. 1415).
In breve raggiungiamo il pannello che segnala il Giardino Botanico delle Orobie, che raggiungiamo passando da sinistra a destra della valle su un ponticello in legno e raggiungendo una fascia di prati. Il giardino appare come una sorta di ranch, delimitato da una staccionata in legno, con tanto di porta d'ingresso. Al suo interno diversi pannelli illustrano le caratteristiche principali dei diversi ambienti naturali e delle specie botaniche. Siamo alla località Vallaùr basso (m. 1461). Siamo al punto più alto della camminata, meritiamo una sosta ristoratrice presso un tavolo con panche in legno e, guardando verso l'interno della Val di lemma, otteniamo l'assenso del pizzo Vallone, che chiude l'orizzonte.


Giardino Botanico delle Orobie

Il ritorno a Tartano avviene scendendo sulla medesima pista sterrata, fino al punto nel quale abbiamo lasciato il sentiero della Marmitta dei giganti. Qui, per variare l'itinerario, possiamo proseguire sulla pista che volge a sinistra e sale per un breve tratto, per poi iniziare una discesa con alcuni tornanti, nello scenario di una splendida pecceta. La pista si immette nella pista sterrata che risale la bassa Val Budria. Un gruppo di cartelli dà la contrada Barbera a 10 minuti e la Biorca a 40 minuti. Proseguiamo la discesa sulla pista ed in breve ci ritroviamo al bivio del ponticello che all'andata ci ha portato alle soglie della Val di Lemma. Proseguendo diritti, torniamo al parcheggio della Biorca, chiudendo un anello che richiede circa un'ora e 45 minuti (il dislivello approssimativo in altezza è di 300 metri).

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