ESCURSIONI IN VAL TARTANO - GOOGLE MAP - CARTA DEL PERCORSO

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Tartano-Bratta-Ortello
3 h e 30 min.
920
EE

i
Bassa Val Budria

La Val Budria (val de bödre) è, fra le tre valli nelle quali si divide l'alta Val Tartano, la più piccola e meno ricca di alpeggi. Alcuni sono ormai da decenni deserti e pressoché sconosciuti anche agli amanti delle escursioni. In particolare gli alpeggi di Ortello, che si stendono ai piedi dei versanti orientali del monte Culino e del monte Lago, che separano la Val Burdia dalla Valle del Bitto di Albaredo. Andare a visitarli significa immergersi in un orizzonte di solitudine anche nella stagione di maggiore attività escursionistica. Bisogna però prestare attenzione perché il versante occidentale della Val Burdia è particolarmente impervio ed i fuori-sentiero sono da evitare. Inoltre il sentiero per Ortello non è sempre chiaro per cui richiede attenzione e capacità di orientamento.
All’uscita della seconda galleria di Paniga (per chi proviene da Milano) della nuova ss 38 impegniamo alla rotonda la terza uscita (indicazioni: Forcola 3km, Tartano 14 km). Dopo poche centinaia di metri si lascia la strada Provinciale Pedemontana Orobica per prendere a destra (strada provinciale 11) ed iniziale a salire lungo l’aspro fianco del Crap del Mezzodì. Dopo dopo 10 tornanti attraversiamo una breve galleria scavata nella roccia e ci affacciamo alla Val Tartano. Altri due tornanti sx e dx ed entriamo a Campo Tartano, uno dei due nuclei principali della valle, passando a sinistra della chiesa di S. Agostino (m. 1060). Proseguiamo addentrandoci sul versante orientale della valle e raggiungiamo Tartano (m. 1210). Passiamo così a sinistra della chiesa di San Barnaba e dopo un breve tratto imbocchiamo una stradina che scende a destra e porta alla frazione della Biorca (m. 1140). Qui parcheggiamo all'ampio spiazzo.


Pista di Val Corta

Alcuni cartelli escursionistici segnalano il sentiero 116 (Barbera è data a 30 minuti ed il passo di Lemma a 3 ore e 30 minuti), il sentiero 113 (il passo di Pedena è dato a 3 ore e 30 minuti) ed il giardino botanico delle Orobie, nostra meta, in bassa Val di Lemma, dato ad un'ora. Poco più avanti un rospo in legno presidia l'edicola del Parco regionale delle Orobie valtellinesi, che parla di “foreste e cime innevate, ultimi rifugi di galli cedroni e pernici bianche” e raccomanda, fra l'altro, di non raccogliere piante e fiori e di non abbandonare rifiuti. Ci incamminiamo su una pista sterrata e procediamo verso sud-ovest quasi a ridosso del ramo di Val Corta del torrente Tartano, che, alla nostra sinistra, non si stanca di far sentire la sua voce che domina il panorama sonoro della bassa Val Corta. Alla nostra destra, invece, una fascia di ripidissimi prati sui quali sta abbarbicata una manciata di baite, incuranti di Newton e della sua legge, a partire dal nucleo di Fognini. Seguito dalla Foppa e da Ca' Bona. Davanti a noi si staglia un curiosissimo picco boscoso, sul limite della costiera che separa Val di Lemma e Val Budria, conosciuto localmente come “Züch”.


Pista di Val Corta

La pista, dopo un primo tratto quasi pianeggiante, comincia a salire e porta ad una baita (destra) e ad un ponticello alla nostra sinistra. Ignoriamo il ponte, che serve a chi sale in Val di Lemma, e proseguiamo sulla pista, entrando in bassa Val di Lemma, fino a raggiungere un secondo ponticello, sulla sinistra, ed alcuni cartelli escursionistici. Dobbiamo prendere come punto di riferimento il cartello della G.V.O. (Gran Via delle Orobie: passa di qui la variante bassa che scende dalla bocchetta dall'alpe Pedroria sopra Talamona e dalla bocchetta del Pisello), che dà l'alpe Pedroria a 3 ore, l'alpe Piazza a 3 ore e 20 minuti ed il passo di San Marco a 7 ore e 20 minuti.


Bratta

Imbocchiamo dunque il sentierino che lascia la pista sul lato destro e sale al piccolo nucleo delle baite della Bratta (m. 1402), una delle quali propone la tipica struttura della Val Tartano, con il piano-terra in muratura e quello rialzato con pareti di tronchi ad incastro sugli angoli (blockbau). Sulla facciata di una baita vediamo un dipinto di Madonna con Bambino.
Dalle baite bisogna procedere a sinistra, cioè verso l'interno della Val Budria (sud), seguendo un sentiero che attraversa la Valle della Bratta e si porta sul largo dosso sul lato opposto. Qui vediamo, po' più in alto, alla nostra sinistra, una baita isolata. Il sentiero resta però sul lato destro del dosso. Su un masso si vede la scritta molto sbiadita GVO ed un segnavia bianco-rosso. In realtà la GVO volge poi a destra, per cui ne seguiamo solo il primissimo tratto e non troveremo altri riferimenti salendo.


Partenza del sentiero per Ortello

La traccia, discontinua, passa una ventina di metri a destra della baita isolata, prosegue salendo diritta sulla verticale della baita. Sulla parte alta di sinistra dei prati vediamo due ruderi di baita. Non ci portiamo verso il rudere, ma continuiamo a salire diritti, in direzione del limite del bosco, dove la traccia si fa più marcata e sale zigzagando. Usciamo dal bosco ad una seconda fascia, con una baita diroccata ed un muretto a secco. Passiamo a monte della baita e proseguiamo diritti, uscendo da un muretto a secco sul limite alto. Salendo sempre diritti siamo ad una nuova radura e, raggiunto il limite del bosco, vediamo la traccia di sentiero pù chiara, che sal nel bosco zigzagando. Passiamo appena a monte di una franetta ed usciamo a dun nuovo prato. Saliamo ancora diritti, fino ad alcuni alberi abbattuti; piegando a sinistra vediamo una baitella sul limite del bosco. Appane prima della baita, a destra dei tronchi disseccati, sul limite del bosco, vediamo un sentiero molto più marcato che vi si addentra, salendo verso destra. Vediamo il selvaggio versante opposto della Valle della Bratta, che si trova alla nostra destra.
Dopo il primo tratto a destra, la traccia sale zigzagando, fino ad un bivio: ignoriamo la debole traccia che va a destra e, seguendo un ometto, seguiamo la traccia che sale a sinistra. La traccia si fa più incerta, attraversa una fascia di ontani: prestiamo attenzione per non perderla. Il sentiero, dopo il traverso a sinistra, a quota 1830 metri circa piega a destra e sale diritto, in un corridoio di macereti e prato. Salendo diritti passiamo a sinistra di un rudere di baita. Tornati al limite del bosco, saliamo per breve tratto a sinistra e vediamo alla nostra sinistra una più ampia fascia di prati, annunciata dal muretto a secco che la delimita.
Siamo alla parte bassa degli alpeggi di Ortello. Raggiunto il muretto e memorizzato bene il punto per il ritorno, vediamo sulla sinistra una baita diroccata, mentre l'orizzonte davanti a noi, a sud, è chiuso dalla testata della Val Budria, dall'appuntito pizzo Foppone, a sinistra, al pizzo del Vento ed al monte Tartano, al centro, per finire con il monte Pedena, a destra.


Limite basso dell'alpe Ortello

Procediamo ora su terreno aperto e ci troviamo sul limite basso dei prati. Volgendo lo sguardo ad ovest, cioè alla parte alta, non vediamo alcuna baita. In realtà una coppia di baite c'è, ma resta nascosta dalla piega di un dosso e la vediamo salendo sulla debole traccia. Dobbiamo ora passare a sinistra delle baite, salendo in diagonale fino al vicino limite del dosso, sul ciglio della valle che delimita i prati a sud. Poco più in alto delle baite cerchiamo con attenzione il sentierino che taglia il fianco della valle, con qualche passaggio esposto (attenzione!), portandosi sul lato opposto. In breve siamo al limite inferiore della parte alta dell'alpe Ortello, delimitata dalle poco appariscenti cime del monte Lago, alla nostra sinistra, e del monte Culino, a destra. Salendo sempre in diagonale giungiamo alle due baite dell'alpe, a quota 1980 metri.


Baite di Ortello bassa

Qui, dopo circa 3 ore e mezza di cammino (il dislivello approssimativo in altezza è di 920 metri) termina l'escursione. Il riposo ci permette di osservare il panorama, non ampio, per la verità: da sinistra un ampio spaccato del versante orientale della Val Lunga, poi uno spaccato del versante orientale della Val di Lemma ed infine la testata della Val Budria. Ridiscendiamo ripercorrendo la medesima via di salita, cioè riattraversando verso sinistra il vallone, passando a sinistra della coppia di baite e scendendo al rudere sul limite basso di sinistra dei prati, piegando a sinistra, oltrepassando il muretto e procedendo in piano fino al bosco, dove seguiamo la traccia che scende a sinistra, poi piega a destra ed esce ad una fascia di prati. Da qui non possiamo più sbagliare: scendiamo sulla debole traccia le tre successive fasce d prati tornando alla pista di Val Budria.


Ortello alta

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